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Convegno sulla legalità: la ‘Caponnetto’ punta il dito contro le infiltrazioni criminose a Terracina. Sono passati due anni e non è cambiato niente. Anzi, la situazione si è aggravata

“Si indaghi sulle ditte appaltatrici delle opere pubbliche a Terracina” ha affermato Elvio Di Cesare.

E’ partito dall’amaro editoriale di Giovanni Sartori ‘Democrazia al verde’, pubblicato sul ‘Corriere della Sera’ di venerdì scorso, l’intervento di Elvio Di Cesare dell’associazione ‘Caponnetto’ in occasione del convegno organizzato dal Laboratorio Politico di Terracina ‘Legalità e senso di…appartenenza, solidarietà, giustizia’. “(…)Una seconda partita dolente, anzi dolentissima, è quella della mafia (nella quale ricomprendo camorra e ‘ndrangheta). Vedi caso, nessun programma si impegna in una «guerra alla mafia». Eppure la mafia è la più grossa azienda del Paese, con un fatturato nell’ordine di 90 miliardi all’anno, tutti esentasse, tutti in nero. Ma né Tremonti né Visco né nessuno hanno mai davvero cercato soldi nel colossale patrimonio mafioso. Perché? E’ un altro segreto di Pulcinella. E’ che il voto malavitoso condiziona e inquina la politica e le elezioni di metà del Paese (…)”: questo è uno dei passaggi dell’editoriale di Sartori citato da Di Cesare che ha continuato dicendo come “la lotta alla mafia è la grande assente di questa campagna elettorale” e che “credersi immuni dalle infiltrazioni malavitose è un errore enorme”. Poi il segretario regionale della ‘Caponnetto’ è passato alle vicende prettamente locali, della provincia pontina e della città di Terracina, dicendosi innanzitutto sconcertato da un recente confronto televisivo avuto con il sindaco Nardi “caduto dalle nuvole di fronte alle nostre affermazioni. Sono rimasto allibito di fronte alla chiave di lettura che il primo cittadino di Terracina dà della mafia, ma la mafia non è Riina, Provenzano o Lo Piccolo: la mafia parte dai vertici delle istituzioni, eppure continuano ad esserci alti funzionari che minimizzano”. Affermazioni forti, dirette alle orecchie ma, soprattutto, alle coscienze dei presenti tra i quali molti cittadini e rappresentanti di associazioni locali, rappresentanti politici e militari (il vice-questore Cascella ed il comandante Pecchia), qualche amministratore (Percoco e De Gregorio intervenuto all’inizio per portare i saluti del sindaco, assente). Elvio Di Cesare ha ricordato ancora una volta la presenza del nome di Terracina, insieme a quelli di Fondi, Formia e Gaeta, nella recente relazione sulla ‘ndrangheta presentata dal presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Francesco Forgione: “Non a caso proprio il nome di Terracina e i lavori nel porto cittadino furono intercettati durante una conversazione telefonica tra Riina e Fecarotta, suo uomo di fiducia” ha aggiunto Di Cesare ad un pubblico sempre più coinvolto ma, allo stesso tempo, anche attonito da certe affermazioni. Difatti, poco prima della fine del suo intervento, Di Cesare ha sollecitato per l’ennesima volta agli amministratori di fornire l’elenco completo delle ditte appaltatrici dei lavori pubblici in città, e alle forze dell’ordine di indagare in merito. C’è stato tempo e spazio anche per la nota querelle tra l’amministrazione comunale e il giudice di pace Eugenio Fedele “insultato soltanto perché sta svolgendo il suo lavoro ligio allo Stato e alla legge, esattamente come già accaduto con l’ex presidente del Tar del Lazio Franco Bianchi”. Riflessioni che non potranno passare inosservate e che alla fine del convegno hanno stimolato l’intervento dei presenti e, per l’amministrazione, quello di Mariano De Gregorio che ha difeso la completezza dei controlli antimafia effettuati sulle ditte che si sono aggiudicate l’appalto dei lavori pubblici a Terracina. L’interessante incontro ha visto anche i dettagliati interventi dell’ingegnere De Feo, della direzione provinciale del lavoro di Latina, e del dottore Mattia, del sindacato antiusura di Frosinone. Il Laboratorio Politico, dal canto suo, aveva introdotto i relatori affermando come la legge da sola non riesca a produrre legalità se non è accompagnata dalla giusta sensibilità politica.
(Tratto da FreeVillage)