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Consegnata all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia una villa palermitana confiscata alla mafia

Maroni: «Serve la consapevolezza dei cittadini che la mafia si può non solo combattere, ma anche vincere. E su questo un ruolo importante lo gioca proprio la stampa»
Villa confiscata alla mafiaUna villa immersa nel verde di circa duemila metri quadri, per un valore di oltre un milione di euro, è stata consegnata all’Ordine dei giornalisti di Sicilia. L’immobile, confiscato ai costruttori mafiosi Sansone, si trova in Via Bernini a Palermo, vicino al residence dove viveva, al momento del suo arresto, il capomafia corleonese Totò Riina.

La cerimonia di consegna è avvenuta questa mattina alla presenza del ministro dell’Interno Roberto Maroni, del capo della polizia Antonio Manganelli, del presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Lorenzo del Boca, del sindaco di Palermo Diego Cammarata e di esponenti delle forze dell’ordine.

«Serve la consapevolezza dei cittadini che la mafia si può non solo combattere, ma anche vincere. E su questo un ruolo importante lo gioca proprio la stampa» ha dichiarato il ministro Maroni.
«In 18 mesi – poi ha riferito nel corso del suo intervento – sono stati sequestrati alle mafie 12 mila beni per un valore complessivo di 7 miliardi di euro e confiscati 3.800 per un valore di due miliardi di euro. Questo dimostra che l’aggressione ai patrimoni delle cosche è una priorità».

Per il passaggio in tempi brevi dal sequestro e dalla confisca al pieno utilizzo a fini istituzionali e sociali, il ministro dell’Interno fa affidamento sull’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, di recente istituzione. «Sono certo che sarà uno strumento utile» ha ribadito il ministro Maroni annunciando che la prossima settimana sarà a Reggio Calabria, sede dell’Agenzia.

«La sottrazione dei beni alla mafia – ha spiegato Maroni – ha un duplice valore: simbolico, perchè dà ai cittadini il segnale che lo Stato va fino in fondo, e concreto, perché sottrae risorse economiche ai clan che hanno bisogno di denaro per governare l’antistato». Queste misure patrimoniali adottate contro la mafia fanno parte di un modello legislativo che, ha detto Maroni, «è apprezzato e studiato in molti Paesi europei».

Il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Franco Nicastro ha ricordato, nel suo intervento di saluto, le figure dei giornalisti uccisi, soffermandosi soprattutto su quelli siciliani. «Questa diventerà la nostra casa – ha dichiarato Nicastro – sarà un presidio di legalità e un luogo di recupero della memoria».

Il ministro Maroni si è poi recato presso la prefettura di Palermo per una riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia della provincia.

(Tratto dal sito del Ministero dell’Interno)