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Condizionamento criminale del voto

IL VOTO CONDIZIONATO DALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA?

Le notizie si susseguono.

I sospetti anche.

In Campania.

In Calabria.

Ma non solo.

Le liste dei candidati sono infarcite di nomi di soggetti condannati e di inquisiti.

Anche per reati associativi, quali il 416 bis.

Malgrado gli appelli, le enunciazioni di principi, le assicurazioni, continuiamo a vedere una selva di personaggi impresentabili.

Stiamo scadendo ai livelli di Paese da terzo mondo, con una criminalità dilagante in tutte le aree della nostra vita quotidiana e della nostra società.

Una criminalità diversa da quella che ci viene rappresentata dai media e che ormai ha conquistato i piani alti, delle professioni, della politica, delle istituzioni.

Ci si vuol far credere una realtà di uno Stato determinato nella lotta al crimine.

Ci si snocciolano gli elenchi degli arresti e dei sequestri effettuati e che si effettuano un giorno sì e l’altro pure.

La verità è che, malgrado gli sforzi della magistratura e delle forze dell’ordine, quando si arriva ai livelli alti, a quelli politici, lo sforzo degli inquirenti viene vanificato.

Vedi i casi Cosentino, Fondi e quanti altri.

Tanto per citarne solo alcuni.

Vedi le leggi che vengono varate o che si minaccia di varare per rendere impotenti proprio magistratura e forze dell’ordine.

Si sta creando una sorta di impunità a livello politico che consente di fare e disfare quello che si vuole.

Con una cortina di silenzi impressionante.

Mai vista in Italia una situazione così degradata ed inquietante!

Con i presidi essenziali in uno Stato di diritto, quali la Magistratura, assediati e picconati tutti i giorni da una parte del ceto politico e di opinione pubblica manipolata e condizionata da questo.

L’altro giorno, commentando la brillante operazione fatta in provincia di Latina dalla Questura pontina e dal GICO della Gdf di Roma, abbiamo sottolineato che, se non si prosciuga lo stagno della politica, ogni sforzo sarà vano.

Leggiamo oggi delle probabili complicità di tecnici che ricoprono anche incarichi politici ed istituzionali.

Alcuni giornali hanno fatto dei nomi.

Speriamo che si vada avanti su questo versante, anche se dobbiamo rilevare con amarezza che certe cose si sospettavano da tempo e che non si sarebbe mai dovuto giungere al punto in cui siamo arrivati.

Si chiudono le stalle, se si chiudono, quando i buoi ne sono scappati.

Sono anni che stiamo gridando che a Fondi, a Terracina, a Formia, a Gaeta, a Sperlonga, a Itri, a Minturno, a Sabaudia, a San Felice Circeo, a Latina, come nel frosinate, a Roma e sul suo litorale, nei Castelli, a Civitavecchia, a Tarquinia e nel viterbese, la morsa delle mafie si sta stringendo intorno al collo di ognuno di noi.

Magistratura, DNA, DDA, DIA e forze dell’ordine dicono la stessa cosa, supportando le affermazioni con montagne di informative e relazioni.

I segnali che vengono dai livelli politici sono, però, deprimenti.

Quasi a scoraggiare quanti vorrebbero continuare a fare il loro dovere.

L’esempio da noi denunciato nei giorni scorsi circa il trattamento riservato ai componenti delle forze dell’ordine rimasti vittime di attentati a Fondi dovrebbe bastare per far aprire gli occhi anche ai ciechi…

Stiamo continuando a cadere nel precipizio, nel silenzio e la disattenzione di molta gente, oggettivamente complice, così, della rovina del nostro Paese e della nostra regione.

E dei nostri figli e nipoti.