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Clan stiddaro di Palma di Montechiaro al servizio del “Quinto re di Roma”: 6 in manette

Clan stiddaro di Palma di Montechiaro al servizio del “Quinto re di Roma”: 6 in manette

di Giuseppe Castaldo

11 Febbraio 2020

A Roma nord comandava un’intera cellula malavitosa di Palma di Montechiaro. Al vertice di uno “strutturato sodalizio criminale” Salvatore Nicitra, alias “l’ingegnere”, originario di Palma di Montechiaro e volto storico della mala romana, già vicino ai boss della Banda della Magliana. Tra le 38 persone arrestate all’alba di oggi – tutte riconducibili al clan Nicitra – figurano ben 6 persone di Palma di Montechiaro: si tratta di Francesco Inguanta, alias “Zi Frank”, 55 anni; Rosario Inguanta, 29 anni (finiti in carcere); Rosario Zarbo, alias “Saro”, 57 anni; Francesca Inguanta, 81 anni; Giovanni Zarbo, 35 anni. Questi ultimi tutti ai domiciliari.

 I carabinieri hanno messo i sigilli a 37 beni immobili, anche di pregio, di cui 33 tra Roma e Provincia e 4 ubicati in Palma di Montechiaro, 19 societa’ di cui 2 nel settore della ristorazione, 6 nella gestione di sale giochi e scommesse, 3 societa’ immobiliari e 8 societa’ di servizi, ubicate a Roma e Provincia, 130 rapporti finanziari/bancari, 25 veicoli di cui 8 autovetture, 16 motocicli e un ciclomotore, per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

E’ una ordinanza di poco più 200 pagine quella che inchioda alle sue responsabilità Salvatore Nicitra e altri del suo clan. E’ un provvedimento frutto di oltre due anni di lavoro investigativo dei carabinieri del comando provinciale della Capitale. Quello individuato è uno “strutturato sodalizio criminale” – si spiega – che vede nell’ex boss della “Banda della Magliana” come “promotore e organizzatore” di una banda specializzata nel gioco d’azzardo on-line e nelle estorsioni ai concorrenti. Accanto a Nicitra i “più stretti e fedeli sodali”, tra i quali Rosario Zarbo, Francesco Inguanta e Antonio Dattolo. Secondo gli inquirenti Nicitra “attraverso la sua organizzazione criminale” aveva assunto il controllo – con modalità illecite – di parte del mercato della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo in ogni sua forma (slot machine, videolottery, giochi e scommesse on.line, ect) con particolare riferimento ai quartieri ubicati nel quadrante Nord.

L’associazione a delinquere disvelata aveva conseguito – si sottolinea – mediante modalità mafiose, la gestione ed il controllo di attività economiche nel settore del gioco d’azzardo, vero e proprio core business del sodalizio, destinando parte degli introiti all’usura e recuperando, attraverso metodi estorsivi, i crediti derivanti da tale attività. Le slot machines, collocate in numerosi esercizi commerciali e regolarmente dotate di autorizzazione di pubblica sicurezza e sottoposte al controllo dell’Aams, erano gestite in maniera apparentemente lecita dal Nicitra, il quale si serviva di varie società quali la Jackpot srl, la Las Vegas Srl, e da Francesco Inguanta mediante la società Euro Games “ed altre imprese intestate a prestanome”.

Il pm Nadia Plastina ha spiegato: “Nicitra era vicino a De Pedis. Sembra chiudersi e ritrarsi nel corso delle intercettazioni quando si parla della scomparsa del figlio e del fratello”. Nicitra è “un personaggio importante per legami presenti e passati con uomini di spicco. “Sono state ricostruite sue responsabilità anche per omicidi passati – ha detto ancora il pm – E sono stati notificati anche gli atti di chiusura indagine nei suoi confronti”. Oltre alla conduzione delle attività “lecite” connesse al gioco d’azzardo, Nicitra e i suoi sodali gestivano la distribuzione di giochi illeciti tipo “totem”, “virtuali” e “lotto clandestino”, molto spesso installati e/o proposti nei medesimi locali pubblici a cui avevano imposto le slot machine regolari. Le attività investigative hanno, poi, documentato che la gestione dei giochi d’azzardo illeciti, poiché vietati dalla normativa vigente e non sottoposti al controllo del monopolio. In questo modo Nicitra e compari hanno accumulato ingenti risorse economiche, “anche perché non sottoposte ad alcuna imposizione fiscale”. Salvatore Nicitra, oltre all’associazione dedita all’illecita gestione del sistema di giochi a distanza (utilizzando tecniche informatiche che consentono l’elusione dei controlli da parte dell’AAMS) aveva sviluppato un’ulteriore sodalizio criminale finalizzato alla commissione dei delitti di riciclaggio di ingenti somme di denaro attraverso importanti centri finanziari internazionali, di reimpiego nell’economia legale delle risorse illecite accumulate attraverso la distribuzione e la gestione dei giochi illeciti, di fittizia intestazione di beni, nonchè di emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, e tanto per prevenire possibili controlli e l’applicazione di misure di prevenzione.

In parallelo le indagini arrivate oggi all’ordinanza si sono focalizzate anche su fatti omicidiari di cui si è reso protagonista sempre Salvatore Nicitra, verificatisi nel quartiere romano di Primavalle alla fine degli anni ’80, ad eccezione di un evento avvenuto all’interno dell’O.P.G. di Aversa, con la morte di Giampiero Caddeo, deceduto, il 10.08.1983, a causa del crollo di una parte divisoria della sua cella, per l’esplosione della bomboletta di un fornello a gas. Sarebbe stato innescato da Nicitra – secondo chi indaga – per uccidere Roberto Belardinelli che, in quel momento, era però assente. In particolare, il 12.11.1988 più uomini armati esplosero numerosi colpi d’arma da fuoco, in zona Primavalle, contro tre soggetti, tra i quali Paolino Angeli, che fu ucciso, Franco Martinelli, che rimase ferito e Roberto Belardinelli il quale, a seguito di complicazioni successive al proprio ferimento, morì alcuni giorni dopo l’agguato. Appena 12 giorni dopo, in zona Primavalle, venne ucciso Valentino Belardinelli, fratello di Roberto. Nella circostanza, la vittima venne colpita con svariati colpi d’arma da fuoco esplosi da due soggetti, mentre stava per rincasare insieme alla fidanzata Loredana Labrozzi, peraltro in stato interessante. L’individuazione di Nicitra quale mandante ed esecutore – si spiega – “è stata possibile a seguito di un’approfondita rivalutazione delle dichiarazioni rese, tra il 1994 ed il 1995, da un collaboratore di giustizia vicino al boss, riscontrate da elementi oggettivi contenuti nei fascicoli d’indagine degli omicidi e dalle convergenti dichiarazioni di altro collaboratore di giustizia della medesima estrazione criminale”.

 

fonte:https://www.grandangoloagrigento.it/

 

 

 

 

 

Un palmese capo della malavita romana: 38 arresti, risolti 5 omicidi

Si era ritagliato una grossa fetta della malavita romana Salvatore Nicitra, ex esponente della Banda della Magliana, arrestato questa mattina insieme ad altre 37 persone con l’accusa di essere il capo di una banda operante nella capitale. Salvatore Nicitra è un nome importante della mala-romana per un passato non troppo lontano “vicino” ai sanguinari boss della famigerata Banda della Magliana.

Una storia particolare quella di Nicitra, originario di Palma di Montechiaro, da dove parte per raggiungere la Capitale. Secondo gli inquirenti, nel sottobosco criminale e a suon di omicidi, Nicitra avrebbe lentamente preso il potere diventando uno degli “intoccabili”.

A Nicitra nel 93 uccidono un figlio e uno zio. Ancora oggi l’ultimo di questi omicidi rappresenta l’unico caso di lupara bianca nella Capitale. Fatta luce anche su quattro omicidi irrisolti risalenti agli anni ottanta nel quartiere romano di Primavalle e uno avvenuto all’interno dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Gli omicidi vedono coinvolto Salvatore Nicitra allo scopo di consolidare il proprio potere criminale nei quartieri romani di Primavalle, Casalotti, Montespaccato, Monte Mario, Cassia e Aurelio. In particolare, si tratta dell’omicidio di Giampiero Caddeo, del duplice omicidio di Paolino Angeli e di Roberto Belardinelli, dell’omicidio di Valentino Belardinelli e del tentato omicidio di Franco Martinelli. Nel corso della stessa operazione, i carabinieri del comando provinciale di Roma stanno eseguendo un decreto di sequestro di beni, emesso dal tribunale di Roma, sezione misure di prevenzione, su richiesta della Procura locale, Dda di Roma, riguardante beni, mobili e immobili, utilizzati per la commissione dei reati o comunque acquisiti con proventi illeciti per un valore complessivo di 15 milioni di euro.

L’ordinanza e’ stata emessa dal Gip del tribunale di Roma su richiesta della Procura di Roma, Direzione distrettuale antimafia. Dall’inchiesta e’ emerso che Nicitra, negli anni, ha monopolizzato l’area a nord della Capitale, assumendo il controllo, con modalita’ mafiose, del settore della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo, slot machine, videolottery, giochi e scommesse on line, imposte con carattere di esclusivita’ alle attivita’ commerciali di Roma e provincia.

11 Febbraio 2020

fonte:https://www.grandangoloagrigento.it/