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Ciampi e la notte del golpe di mafia. E’ scontro aperto tra Veltroni e il Pdl

L’ex presidente: con le bombe degli anni ’90 temetti il peggio. L’opposizione chiede chiarezza. Il Pdl: perchè ha sempre taciuto?
ROMA – Carlo Azeglio Ciampi pronuncia il termine a cui ha più volte alluso negli ultimi 18 anni: quelle bombe contro il suo governo, a Milano e Roma nel ’92 dovevano creare i presupposti per un colpo di Stato. Quindi, il Procuratore antimafia Piero Grasso «ha ragione,dice la verità».

«Oggi non esito a dirlo, ebbi paura – racconta Ciampi, all’epoca presidente del Consiglio – che fossimo a un passo dal colpo di Stato. Lo pensai allora e, mi creda, lo penso ancora oggi». A proposito della notte del 27 luglio, l’ex capo dello Stato ricorda le «comunicazioni misteriosamente interrotte» con palazzo Chigi dopo l’esplosione al Velabro e afferma: «Resta un velo di mistero che è giunto il momento di squarciare, una volta per tutte». «Parlai con Scalfaro al Quirinale e gli dissi “ora dobbiamo reagire”».

Ciampi, intervistato dalla Repubblica, chiede una sessione parlamentare finalizzata a far luce su quegli avvenimenti. E l’Udc allarga le maglie della proposta del presidente emerito della Repubblica chiedendo una commissione di inchiesta parlamentare ad hoc sulle stragi di mafia del ’92-’93. Proposta che potrebbe creare un “conflitto” con la commissione Antimafia. Ma l’ipotesi, tacciata di «giustizialismo», è stata subito stoppata dal Pdl. La richiesta dell’Udc va ben oltre la sollecitazione di Ciampi: Gianpiero D’Alia, capogruppo al Senato dice che la politica e le istituzioni, dopo le riflessioni di Ciampi, «non possono pensare di fare come lo struzzo».

Anche il Pd ricorda che da tempo ha chiesto una commissione di inchiesta sulle bome e le stragi del ’92-’93 e che comunque, come ha rimarcato Laura Garavini , capogruppo in Antimafia, «anche la commissione guidata da Beppe Pisanu può dare il suo contributo» . L’Antimafia nelle prossime settimane discuterà una bozza di relazione proprio sulla questione delle stragi e delle bombe che il Presidente Pisanu sta scrivendo nel massimo riserbo. Ma è Walter Veltroni – che ha più volte incontrato Ciampi negli ultimi giorni – a rilanciare la linea del «non fu solo mafia». Per Veltroni c’è da chiarire ancora la «grande questione: perchè, ad un certo punto in Italia, tornano le stragi? Perchè negli anni tra il ’92 e il ’93 la mafia, che non aveva mai fatto stragi se non Portella della Ginestra, comincia a fare stragi? Perchè uccide in quel modo Giovanni Falcone? La mia risposta è che, appunto, non sono solo stragi di mafia».

Dal Pdl arriva invece lo stop a qualsiasi ipotesi di commissione di inchiesta: il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto dice basta alla «caccia alle streghe» e accusa Veltroni di volere un «gioco al massacro». C’è «un’intenzionalità politica assai marcata» nelle polemiche di questi giorni sulle stragi e le bombe di mafia che servono solo a ricreare «un clima giustizialista», afferma Cicchitto che sbarra la strada a qualsiasi ipotesi di una nuova commissione, che in passato – è l’accusa – ha fatto da «cassa di risonanza per molte operazioni di demonizzazione». Sui temi sollevati da Ciampi interviene anche Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati Pdl: »Se Ciampi ebbe quella sensazione, quali misure ritenne allora di prendere? E se la vita della Repubblica ha versato in così grave pericolo, perchè mai esso è stato taciuto per 18 lunghi e interminabili anni?».

(Tratto da La Stampa)