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Chiediamo all on.le mattiello componente della commissione antimafia di chiedere chiarimenti in merito alla vicenda

Ci sono ancora in giro coloro che dicono che al nord non ci sono organizzazioni mafiose…………………………………..

‘Ndrangheta in Piemonte, in prigione tre esponenti del clan Crea

Le indagini connesse all’operazione Big Bang. I tassi di usura arrivavano al 15% mensile

 

Redazione

APPROFONDIMENTI
  • 'Ndrangheta in Piemonte: in carcere 14 persone, la droga viaggiava anche in taxi

Nuovo capitolo legato alla ‘ndrangheta in Piemonte.Ieri mattina, a Torino, i carabinieri del nucleo investigativo hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone, tutte accusate di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione e all’usura.

I soggetti in questione sono Giuseppe Semeraro,imprenditore 33enne di Torino, Benedetto Fiorito, 56 anni e anch’egli di Torino, e Luigi Oppedisano, 65enne pregiudicato, già detenuto ad Ancona.

I provvedimenti, emessi dal Gip di Torino su richiesta della DDA, sono strettamente collegati alle indagini che, il 14 gennaio scorso, portarono all’arresto di 22 personeper associazione a delinquere di tipo mafioso – la famosa operazione “Big Bang”, che rivelò l’esistenza di un gruppo facente riferimento al clan Crea – e che proseguirono il 29 febbraio con l’arresto di altre 14 persone, 12 delle quali per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e 2 per tentata estorsione in concorso con l’aggravante del metodo mafioso.

Il modus operandi era il seguente: Fiorito avvicinava anziani in difficoltà economiche – perché dediti al gioco d’azzardo nelle sale di via Tolmino e via Di Nanni – a cui dava prestiti a tassi di usura del 15% mensile.

Semeraro era invece incaricato di individuare le società da “abbattere” economicamente e, dopo aver ottenuto la fiducia degli imprenditori, investiva cifre importanti – fino a 150mila euro – nelle loro attività per operazioni finanziarie e commerciali. Mossa questa, che gli permetteva di impadronirsi della società stessa o di mandarla sul lastrico. Dopodiché, a distanza di poco tempo, Semeraro richiedeva indietro la sua quota, aumentata nel frattempo del doppio o del triplo – fino a 500mila euro, a fronte di un investimento di 150mila euro – rispetto a prima.

Infine Oppedisano era colui che subentrava, in questa fase dell’operazione criminale, a Semeraro. Era lui l’uomo di fiducia dei Crea, quello cattivo e senza scrupoli, che minacciava gli imprenditori affinché non deludessero i “padroni della città” e li invitava – piuttosto caldamente – a una rateizzazione del loro debito.

http://www.torinotoday.it/cronaca/ndrangheta-arrestati-semeraro-fiorito-oppedisano.html