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Chiediamo al Questore di Trento delucidazioni su quanto denunciato dalla Consigliera Franca Penasa

La Digos nell’ufficio di una consigliera della Provincia di Trento e della Regione Trentino Alto Adige senza alcuna reale giustificazione , perchè ?
il giorno 19 aprile 2013 si sono presentati nel mio ufficio di Consigliere provinciale due agenti di polizia – poliziotti di quartiere – meglio identificati nell’allegata attestazione rilasciatami dalla Questura a seguito dell’intervento ai quali dopo circa dici minuti si è aggiunto il dirigente della Digos ed altro poliziotto.
Quindi ben 4 poliziotti senza alcuna reale giustificazione con fare intimidatorio nei miei confronti hanno cercato di sostenere l’intervento, richiesto dal personale dipendente del gruppo consiliare ( una segretaria era presente in ufficio al momento della mia entrata e l’altra è arrivata accompagnata dai poliziotti ) con la giustificazione di una lite in corso. Lite mai avvenuta come possono testimoniare le persone presenti nel mio ufficio.
Anche la documentazione attestante l’intervento, da me richiesta alla Questura, riporta dati non veritieri che giustificano l’intervento con la presunta esistenza di una lite e della necessità di ristabilire equilibri. Condizione del tutto falsa stante che nessuna lite vi fu e neppure nessun diverbio in quanto, la sola richiesta presentata in quella mattina all’unica segretaria presente e successivamente a quella che sopraggiunse qualche minuto dopo accompagnata dai poliziotti di quartiere, fu quella di accendere un computer sul quale erano salvati dei dati , frutto del mio lavoro intellettuale.
Certo è che come consigliere provinciale e regionale e come donna mi sono sentita davvero in una situazione di pericolo in quanto ho visto venire meno la tutela dei miei diritti, oltre che della mi serenità personale in quanto, la polizia è entrata nel mio ufficio istituzionale di consigliere , senza alcuna giustificazione, riservandomi un trattamento del tutto intimidatorio e producendo un attestato sui fatti avvenuti non corrispondente alla realtà.
In quei giorni fra l’altro stavo lavorando ad un documento, sottoscritto da altri 23 consiglieri regionali appartenenti a diverse forze politiche con il quale si chiedeva la convocazione del Consiglio Regionale straordinario per far luce sulle modalità di aggiudicazione di un grosso appalto da parte della Società Autostrada del Brennero s.p.a., (che vede nella Regione Tn AA il socio di maggioranza relativa ) ad una società di Castellamare di Stabia sulla quale sono in corso accertamenti da parte di diversi magistrati dell’antimafia per sospetti legami con la camorra, in particolare rileva il fatto che a detta società in fase di aggiudicazione non era stato chiesto il certificato antimafia.
Forse si è trattato solo di una coincidenza ma in ogni caso ancora oggi mi chiedo cosa sarebbe successo se io non avessi avuto in ufficio persone di mia fiducia che possono in ogni momento testimoniare la verità.
Quali sono davvero i miei diritti se in ogni momento è possibile che dei poliziotti entrino nel mio ufficio con motivazione non veritiera e si possano rivolgere a me con fare intimidatorio ? Sarà perché io sono solo una consigliera di opposizione , in ogni caso eletta per il Consiglio provinciale e regionale , o forse perché sono solo una donna con un cognome italiano ??
Consigliere della Provincia autonoma di Trento, della Regione Trentino Alto Adige e Garante dell’Assemblea delle Minoranze – Franca Penasa –
dalla convocazione del consiglio regionale
CONSIGLIO REGIONALE DEL TRENTINO – ALTO ADIGE
REGIONALRAT TRENTINO – SÜDTIROL
XIV Legislatura – Anno 2013 Trento, 8 aprile 2013
prot. n. 879 Cons. reg.
del 12 aprile 2013
Alla Signora
Presidente del Consiglio regionale
S e d e
MOZIONE N. 72/XIV
Intervento urgente sulla situazione degli appalti dell’A22
La fine di marzo di quest’anno è stata caratterizzata da alcune notizie assolutamente
preoccupanti riportate dalla stampa locale, in particolare dal giornale “Trentino” sulla gestione
degli appalti da parte della società Autostrada del Brennero S.p.A.; la nota porta lo specifico
approfondimento che conferma la presenza di almeno un appalto sospetto effettuato dalla
società Autostrada del Brennero S.p.A..
La società Autostrada del Brennero S.p.A. è controllata, di fatto, dalla Regione Trentino-Alto
Adige e dalle due Province con quote rispettivamente del 32,29%, 7,62% e 5,33%, quindi la
questione ha una valenza anche politica che si intende appunto attivare mediante il presente
atto.
Le dichiarazioni riportate dalla stampa dal testimone di giustizia (Trentino del 27 marzo 2013,
pagina 19) definiscono un quadro molto preoccupante rispetto ad evidenti violazioni di una
procedura d’appalto espletata dalla società A22, tenuto conto del fatto che il titolare di una
società che partecipava alla gara in parola, in associazione temporanea d’impresa con altre,
poteva dichiarare con certezza nel mese di febbraio del 2012 che a dicembre dello stesso
anno sarebbe risultato titolare dell’assegnazione della gara. 2
la ditta in parola, la P.T.A.M. della famiglia V. con sede a Castellammare di Stabia si è aggiudicata appunto la gara per realizzare barriere antirumore sull’autostrada A22 del Brennero vinta con un ribasso notevole, del 40%.
Da una breve ricerca mediante internet qualsiasi cittadino poteva ottenere informazioni sulla società e sui suoi titolari che quantomeno imponevano valutazioni e ricerche approfondite sull’effettiva esistenza dei problemi riportati e di eventuali legami con la criminalità organizzata. Le notizie fin qui riportate non danno conto dell’attivazione di tali azioni da parte degli organi a ciò deputati nella società A22.
(si riportano qui alcuni testi estratti delle notizie di maggior rilievo)
«In via provvisoria la gara per costruire intorno al penitenziario frentano una barriera antirumore è stata vinta da una società di Castellammare di Stabia. È la stessa azienda su cui stanno indagando i magistrati dell’antimafia di Firenze che sospettano legami con un clan camorristico. La ditta fa parte del gruppo imprenditoriale della famiglia V.. L’assegnazione dell’appalto si è svolta secondo criteri di regolarità, ma il Provveditorato dopo essere venuto a conoscenza dei presunti legami con la criminalità organizzata ne ha subordinato l’ufficializzazione all’esito di alcune richieste fatte alla Procura di Napoli e Benevento.».
«Firenze, 6 dicembre 2012 – Indagini su mafia e appalti e sulla costruzione dei caselli dell’autostrada in Toscana. Nove indagati nell’operazione condotta dalla Direzione investigativa antimafia per una serie di appalti ai caselli autostradali: i materiali con cui sono stati realizzati i caselli sarebbero secondo le accuse scadenti, in un giro di presunta corruzione. Si indaga anche sulla provenienza dei capitali che i costruttori utilizzavano. Fra loro, ci sono sei imprenditori, un direttore dei lavori, un funzionario che ha lavorato sia per Autostrade sia per Salt, e un altro funzionario della Pavimental del Gruppo Autostrade. Fra le imprese su cui sono in corso accertamenti c’è la Carpenfer di Roma, la P.T.A.M. e la Costruzioni Travi Elettrosaldate s.r.l.. Queste ultime tre fanno capo all’imprenditore M. V.. L’inchiesta è nata dalla segnalazione di un ex carabiniere che ha lavorato come addetto alla sicurezza in alcune imprese appaltatrici e che ha segnalato alla D.I.A. i suoi sospetti sulla bontà dei lavori.».
«Si indaga a Monza, a Roma, a Napoli, sul reticolo di opere eseguite dalle imprese che fanno capo alla famiglia Vuolo (sospetta di rapporti con i clan) tra cui Carpenfer Roma, P.T.A.M. costruzioni e A.p.f. Costruzioni Travi Eettrosaldate. E sugli intrecci con professionisti e tecnici che avrebbero chiuso un occhio sulla qualità dei materiali. E poi c’è il filone sul denaro sporco del clan. “Ingenti capitali – sostengono gli investigatori – di dubbia provenienza e tentativi sistematici di corrompere i rappresentanti degli enti committenti”.»
«Nell’ultimo anno P.T.A.M. ha vinto un appalto in Molise per la realizzazione delle barriere antirumore del carcere di Larino. Ma gli affari delle società targate V. arriverebbero fino alla produzione dei bumper, le barriere in cemento armato che dividono le carreggiate delle autostrade. Secondo il testimone i manufatti prodotti nei capannoni delle aziende dei Vuoli sarebbero di scarsissima qualità. “Realizzati con materiali
scadenti tanto da sgretolarsi” riferisce nei verbali. Testimonianze inquietanti che, se dimostrate, lasciano aperti numerosi interrogativi. Uno su tutti: quali complicità hanno permesso alle camaleontiche aziende di Castellammare di continuare a operare negli appalti pubblici, nonostante la prima interdittiva e le indagini che le vedono coinvolte? Lungo le arterie stradali del Paese, la storia continua. E l’Antimafia indaga.».
(Fine citazioni da articoli vari )
Il tema delle aggiudicazioni di lavori pubblici (anche per quanto riguarda la società A22) da parte di ditte esterne al territorio regionale con ribassi notevoli spesso attorno al 40% come nel caso citato è stato spesso oggetto di atti politici da parte di diversi Consiglieri delle forze di opposizione di questo Consiglio con ciò a testimoniare l’attenzione che essi attribuiscono ai temi che riguardano la sicurezza, la legalità e la difesa dei posti di lavoro nella nostra Regione. Lavoro che deve essere difeso da forme di sfruttamento che purtroppo spesso si palesano proprio in presenza di ribassi di entità rilevanti come si riscontrano in molti appalti della società A22.
Da un breve esame delle aggiudicazioni delle gare nel solo 2012 è possibile verificare l’esistenza di diversi appalti che riguardano interventi per i quali il fattore sicurezza è elevato quali: gli interventi sul viadotto Castelrotto, Gallerie di S. Osvaldo e Castelrotto, assegnati con un ribasso di oltre il 40%, i lavori di consolidamento strutturale dell’impalcato del viadotto Colle Isarco, anche questi assegnati con un ribasso di oltre il 40%. Questi sono solo alcuni esempi, ma altri potrebbero essere aggiunti e quindi, i Consiglieri sottofirmati, ritengono che il Consiglio regionale deva affrontare l’argomento in un’apposita seduta consiliare, convocata in via straordinaria, in quanto il tema della sicurezza, intesa nel senso più ampio, rappresenta un valore imprescindibile per la tutela del nostro territorio e del suo tessuto sociale ed economico.
La società Autostrada del Brennero S.p.A. è costituita da diversi soci, ma certamente la Regione con il suo pacchetto del 32,29% unitamente alle due Province rappresentano il socio di riferimento ed infatti non a caso le azioni in atto per il rinnovo della concessione vedono come attori proprio le Istituzioni regionali e provinciali. Per questo motivo, riteniamo che il Consiglio regionale debba essere coinvolto e informato circa le modalità di conduzione della società, le direttive impartite dal socio che di fatto controlla la società, le scelte che riguardano le nuove nomine che in una situazione come quella qui evidenziata devono necessariamente assumere anche un ruolo di garanzia rispetto a fatti gravi come quelli riportati in questi giorni dalla stampa, che va certamente ringraziata per il prezioso servizio reso.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio della Regione autonoma Trentino-Alto Adige
impegna la Giunta regionale
1. tenuto conto che è in fase di rinnovo il Consiglio di Amministrazione della società Autostrada del Brennero S.p.A., a indicare nella lista proposta dalla Regione, come ente che detiene il controllo della società, anche un consigliere proposto dalle forze di opposizione del Consiglio regionale con delega di vigilanza sulla gestione degli appalti e con obbligo di riferire trimestralmente al Consiglio su questo puntuale aspetto della gestione.
f.to: I CONSIGLIERI REGIONALI
Franca PENASA
Elena ARTIOLI
Alessandro SAVOI
Luca PATERNOSTER
Claudio CIVETTINI
Claudio ECCHER
Marco SEMBENOTTI
Mario CASNA
Giuseppe FILIPPIN
Rodolfo BORGA
Giorgio LEONARDI
Mauro DELLADIO
Nerio GIOVANAZZI
Roland TINKHAUSER
Thomas EGGER
Pius LEITNER
Ulli MAIR
Sigmar STOCKER
Eva KLOTZ
Sven KNOLL
Andreas PÖDER
Mauro MINNITI
Donato SEPPI