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«Chi vinceva l’appalto al Comune di Mugnano ci pagava: l’8% sui grandi affari, il 4% sulle mansarde»

«Chi vinceva l’appalto al Comune di Mugnano ci pagava: l’8% sui grandi affari, il 4% sulle mansarde»

di Antonio Sabbatino

MUGNANO. In interrogatorio del 29 maggio 2014, il pentito Cerrato riferisce dettagli sull’infiltrazione del clan sul Comune di Mugnano. Racconta che dopo l’inizio della latitanza di Cesare Pagano e alcuni arresti di appartenenti al clan è «entrato nella gestione del settore delle estorsioni del clan. Per cui ho saputo per tutte le costruzioni di Melito, Mugnano e Casavatore, il clan imponeva e percepiva una percentuale che variava in base al valore dell’opera. Per esempio se l’opera era di valore inferiore a 100mila euro, noi prendevamo l’8%; superiore ai 100mila euro prendevamo il 3-4%, mansarde a parte, cioè per le mansarde, secondo della grandezza, chi costruiva pagava 5 ovvero 10 mila euro». Lo stesso Cerrato dice; «Biancolella Francesco detto Ciccio, «Caccone» oltre a «Bove Gennaro» erano «importanti per il sistema perché avevano conoscenza sul Comune di Mugnano e avvisavano il clan Amato/Pagano di tutti i lavori pubblici. Non prendeva stipendio, ma veniva pagato a percentuale sull’importo del lavoro pubblico». Dichiarazioni, queste, che vanno naturalmente provate dai riscontri in sede giudizia.
Alla domanda su presunti agganci presso il Comune di Mugnano per far vincere le gare e appalti per lavori pubblici, Carmine Cerrato risponde così: «Si, avevamo persone come Bove che ci diceva quali opere pubbliche dovevano farsi, ma a noi del clan non interessava far vincere una ditta oppure un’altra, l’importante era che chiunque lavorasse a Mugnano pagasse la percentuale che ho detto […] Per come mi chiede io non so se Bove Gennaro, che per quanto io sappia era l’occhio e la bocca del clan al Comune di Mugnano, facesse delle pressioni sugli organi competenti per far vincere una ditta piuttosto che un’altra ricavandone un proprio guadagno; di certo da noi percepiva una percentuale su tutti i lavori che si facevano a Mugnano, quelli pubblici, ossia ci diceva che tipo di opera pubblica si doveva fare quale era l’importo e noi fissavamo la percentuale; poi le ditte venivano avvicinate da Biancolella e/o D’Andò».

10/06/2017

fonte:http://www.internapoli.it