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C’é la camorra dietro l’attentato incendiario al ristorante a Frosinone della Cooperativa pescatori di Terracina?

Dal sud pontino fino al cuore della Ciociaria, passando in qualche modo anche per Terracina. (nella foto, i danni causati dall’attentato dinamitardo all’esterno del ristorante di via Arno a Frosinone)

Ci sarebbe la longa manus della malavita organizzata attiva nella parte meridionale della provincia di Latina dietro l’ ordigno esplosivo che la notte scorsa è stato lanciato contro il ristorante della «Cooperativa Pescatori di Terracina» aperto da alcuni anni a Frosinone, in via Arno, una traversa della centralissima via Aldo Moro. Addirittura la deflagrazione ha provocato un boato così forte da essere avvertito in tutta la parte bassa del capoluogo ciociaro. Tra le piste seguite ci sarebbe anche quella camorristica non direttamente riconducibile agli ambienti locali, ma piuttosto legata proprio a quelli del sud pontino. Anche la città di Terracina in qualche modo c’ entra nel fattaccio visto che nella società a cui fa capo il locale c’ è anche il consigliere comunale Dario Venerelli, che in città gestisce un’ attività commerciale analoga in via Lungolinea Pio VI, il primo take away di pesce aperto in città oramai da qualche anno. Ovviamente subito informato del grave episodio avvenuto a Frosinone, l’ esponente politico di maggioranza Dario Venerelli ha dichiarato di non occuparsi attivamente e in prima persona del ristorante rimasto vittima dell’ attentato. A seguirne l’ andamento sarebbero altri membri della società. Inoltre per quanto lo riguarda, lui non avrebbe mai ricevuto minacce di alcun genere inerenti l’ ambito della professione. La bomba è esplosa poco prima delle 3 e ha danneggiato l’ interno del ristorante che si trova in una zona molto frequentata della città. Sul posto sono immediatamente arrivati i vigili del fuoco per domare le fiamme. La polizia ha avviato le indagini con gli specialisti della Mobile, coordinati dal vice questore Bianchi, e della Scientifica. Secondo i primi accertamenti, si sarebbe trattato di un ordigno confezionato con un grande quantitativo di polvere pirica: una azione dimostrativa ma che avrebbe potuto causare parecchi danni. Le indagini si stanno muovendo a 360 gradi, anche se al momento la pista più battuta sarebbe quella delle ritorsioni nell’ ambito della malavita e della criminalità organizzata del sud pontino.

Rita Recchia

(Tratto da La Provincia)