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C’è in giro qualcuno in grado di intendere e di volere che considera chiuso il “caso Fondi”? Per noi deve ancora cominciare

Ma c’è veramente qualcuno in grado di intendere e di volere che pensa che il “caso Fondi” possa ritenersi chiuso con l’incriminazione di un solo esponente politico, un ex Assessore sul quale ricadrebbero tutte le responsabilità di una situazione che è stata sotto i riflettori del mondo?

Non vogliamo né condannare né assolvere chicchessia.

Non spetta a noi.

Ma un giudizio morale, oltre che politico, ci sia consentito di esternarlo.

Nessuno può autoassolversi.

Nessuno può dire che non sapeva.

In un’altra provincia a quest’ora sarebbero in piedi non appena due processi, ma tanti, tanti di più.

Se non altro, per concorso esterno in associazione mafiosa.

E non stiamo parlando solamente del poliziotto consigliere comunale nominato nel Rapporto dei Carabinieri del Comando Provinciale di Latina sulla “Damasco2”.

C’è stata la maggioranza dei consiglieri comunali che si è dimessa per evitare che il Governo si vedesse costretto a sciogliere l’Amministrazione per condizionamenti mafiosi.

Perché si è dimessa quella maggioranza???

Non è stata forse un’ammissione implicità di responsabilità??? E perché sotto processo oggi c’è un solo ex assessore???

Misteri tutti pontini.

“Guardate gli affari delle coop vicine ai politici”.

A sostenerlo sarebbe stato Aldo Trani, interrogato dal PM della DDA di Roma Francesco Curcio.

A suo dire, come avrebbe sostenuto anche Carmelo Tripodo, ci sono state cooperative vicine ai politici o costituite dagli stessi che hanno avuto lavori dal Comune per milioni di euro.

Accuse pesanti come macigni che proverebbero, se fondate, come fiumi di denaro pubblico sarebbero stati incanalati verso alcuni esponenti politici.

Se ne parlava sommessamente fra i cittadini, ma nessuno si era spinto finora, come Trani e Tripodo, a farne denuncia all’AG.

Un pozzo senza fondo, quello del “caso Fondi”, che richiede ulteriori e più approfondite indagini tese a far completa e definitiva luce sul modo di amministrare la cosa pubblica.

E’ la “Damasco 3 “, che può riservare molte altre sorprese.

Per noi e per tutte le persone benpensanti, quindi, il “caso Fondi” non è chiuso.

Anzi, al contrario, è appena aperto.

Cominciamo intanto a cercare di capire le vere ragioni che hanno portato al suicidio del Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza Cap. Fedele Conti.

E’ di là che bisogna partire per comprendere il vero clima che c’è su quel territorio.

Uno Stato vigile ed efficiente comincerebbe a verificare la validità dell’impianto investigativo. Se non si hanno presidi efficaci sul territorio, non si va da nessuna parte.

Ed a Fondi non ci sono. Altrimenti non saremmo arrivati alla situazione che tutti conoscono.

E’ assurdo che tutto sia partito dopo le rivelazioni dell’ex assessore oggi indagato.

Se questo non avesse parlato, non si sarebbe mossa una foglia.

Una considerazione, questa, che, in un Paese civile e veramente democratico, avrebbe portato ad un’inchiesta generale con il cambiamento di tutto il personale operante a Fondi, soprattutto di quello che c’è da decine di anni.

Invece, non è successo niente.

A pagare sarà probabilmente solo uno, forse l’anello più debole, con tutti gli altri in sella.

Come prima e più di prima.

Siamo proprio un Paese da barzelletta!

Non lamentiamoci poi se nel mondo ci considerano il Paese degli spaghetti, del mandolino e delle mafie.