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Catanzaro, si insedia Finocchiaro: «‘Ndrangheta prima emergenza da affrontare»

Catanzaro, si insedia Finocchiaro: «‘Ndrangheta prima emergenza da affrontare»

Primo giorno di lavoro del nuovo questore del Capoluogo. Ha incontrato dirigenti, funzionari e rappresentati sindacali di polizia. Poi l’incontro con la stampa: «I cittadini saranno gli interlocutori principali»

5 marzo 2020, 12:57

CATANZARO «Assumo questo incarico con grande entusiasmo, perché mi gratifica che Catanzaro e il suo territorio offrono numerosi spunti di interesse e hanno un ruolo centrale nell’intero Paese». Lo ha detto il nuovo questore di Catanzaro, Mario Finocchiaro, che si è insediato questa mattina. Nato a Catania 63 anni fa, Finocchiaro, che subentra ad Amalia Di Ruocco nominata nei giorni scorsi prefetto dal Consiglio dei ministri, arriva alla guida della Questura di Catanzaro dopo essere stato questore a Perugia: ha lavorato anche a Palermo, Enna, Agrigento e Messina, inoltre in passato ha operato anche a Cosenza, come vicequestore, e a Crotone come questore. Finocchiaro ha già incontrato, questa mattina, dirigenti, funzionari e rappresentanti sindacali della Questura di Catanzaro prima di presentarsi agli organi di informazione. «L’impegno che – ha detto inoltre Finocchiaro – intendo profondere in questo incarico, con la collaborazione di tutti, sarà massimo: proseguiremo l’impegno che la polizia ha avuto e ha, con ottimi risultati, così come la grande collaborazione, lo strettissimo rapporto e la strettissima sinergia con l’autorità giudiziaria, la Procura di Catanzaro e la Procura di Lamezia Terme, nel contrasto alla criminalità organizzata, che è uno degli aspetti più delicati da affrontare, e contro la criminalità comune, che desta ovviamente particolare preoccupazione. Daremo il massimo – ha spiegato il nuovo questore di Catanzaro – senza risparmiare alcuno sforzo. Cercheremo di mantenere ad altissimo livello e potenziare ancora di più il controllo del territorio, oltre che la nostra azione preventiva e repressiva».

Finocchiaro ha poi osservato che «la realtà della Calabria non mi è nuova, e poi essendo un uomo del Sud certe dinamiche sono simili. Ma ovviamente in questa prima fase approfondirò ancora di più la conoscenza del territorio incontrando personalmente nei prossimi giorni gli attori istituzionali, le altre forze di polizia e la Prefettura, con cui intendo fornire la nostra massima collaborazione per il raggiungimento di obiettivi comuni». «Quanto ai cittadini, cercheremo di dare sempre più attenzione alla comunicazione, anche diretta, perché i cittadini sono il nostro interlocutore principale: l’attenzione alle istanze e alle paure dei cittadini – ha spiegato il questore di Catanzaro – è il nostro primo compito, e se i cittadini non vengono saremo noi a cercare il rapporto con loro incrementando il concetto di polizia di prossimità per dare una mano a chi è in difficoltà, alle fasce più deboli della popolazione e a chi subisce ingiustizie e violenze». Finocchiaro ha fatto anche riferimento alle recenti polemiche tra il suo predecessore e alcuni sindacati di polizia sulla gestione della Questura: «In ogni ambiente di lavoro si possono creare frizioni e diversità di vedute, ma è una cosa normale e fisiologia. Io dico di guardare avanti: credo molto – ha sostenuto il nuovo questore di Catanzaro – al dialogo e alla comunicazione interna e credo molto alla condivisione degli obiettivi, a partire dal miglior funzionamento possibile dell’intera macchina, obiettivi che sono comuni anche alle organizzazioni sindacali, e con il dialogo possiamo fare un buon servizio anche per i cittadini». Infine, un passaggio sull’emergenza ‘ndrangheta, il primo nemico da affrontare: «Sono in polizia dal 1985, la mia prima sede è stata Palermo quando iniziava il primo maxi-processo contro la mafia, e ho vissuto certe situazioni in cui il fenomeno mafia è stato sottovalutato, nel senso che si parlava di isole felici e qualcuno negava persino l’esistenza della mafia. Parliamo della Sicilia ma – ha rimarcato Finocchiaro – penso che più o meno la stessa cosa avveniva in Calabria. In questo momento sappiamo che forse la ‘ndrangheta è l’emergenza maggiore, anche per l’espansione che ha avuto in altre parti del territorio nazionale e all’estero. Quindi all’esistenza di isole felici non ho mai creduto, e la storia e la realtà l’hanno insegnato: per alcuni forse è stata un’illusione, per altri un alibi, per altri una forma di connivenza. L’importanza della lotta alla criminalità organizzata in questa provincia, in Calabria è in tutt’Italia è indubbia. Io vengo da una realtà realtà, Perugia, nella quale di recente abbiamo fatto un’operazione con la Procura di Catanzaro e di Reggio Calabria, e si è riscontrato la presenza invasiva, pervasiva e condizionante di alcune ‘ndrine: parliamo di Perugia, dove per molti ancora il problema non sussiste e invece la realtà ha dimostrato che il problema esiste eccome, magari è sotterraneo, non si manifesta con fatti eclatanti, con omicidi o attentati, ma c’è. Figurarsi quindi – ha rilevato il questore di Catanzaro – nel territorio dove sono radicate le organizzazioni della ‘ndrangheta. Quindi, massima attenzione, nessuna sottovalutazione: per me, anche per aver lavorato in questa realtà, questo è un problema che è stato affrontato, sarà affrontato e dobbiamo continuare ad affrontare con la dovuta determinazione e la dovuta forza. Ne sono consapevole: ce ne occuperemo sempre in stretta sinergia e stretta collaborazione e con l’autorità giustizia, con la quale l’unità di intenti è fondamentale per ottenere risultati, e su questa strada – ha concluso Finocchiaro – andremo avanti sempre di più». (c.ant.)

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/