Cerca

Castelli Romani, terra di tutti e di nessuno

Castelli Romani, terra di tutti e di nessuno

11 Ottobre 2017

di Eugenia Belvedere

Ingaggiato da clan o da capi criminali Giancarlo Orsini è il killer che ha ammesso di aver ucciso su commissione Federico Di Meo, detto “Federichetto”, nel settembre del 2013 a Velletri. Spacciandosi per un ufficiale giudiziario, era il suo modus operandi, Orsini è riuscito ad avvicinarsi tranquillamente a Di Meo uccidendolo con cinque colpi di pistola, l’ultimo esploso mentre la vittima era già a terra.

Insieme al suo complice Carlo Gentile, arrestato in Kenia dopo due anni di latitanza, Orsini era stato assunto da qualcuno che voleva prendere il controllo della piazza dello spaccio. A pagare per eliminarlo fu infatti Elvis Demce, originario dell’Albania, e ritenuto dagli investigatori un componente di spicco di un gruppo in grado di controllare una buona fetta del narcotraffico nella provincia di Roma.

A collegare Demce alle periferie romane gli inquirenti ci mettono poco, infatti, era in stretti rapporti con Arben Zogu, albanese, detto “Riccardino”, che dal quartiere di Acilia gestiva un giro di spaccio di alto livello. Ad interessarsi a loro è anche il Gico della Guardia di Finanza di Roma che, dopo diverse indagini, ha portato alla luce numerosi reati che andavano dall’estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza e traffico internazionale di sostanze stupefacenti, aggravati dalle modalità mafiose. A quell’indagine è poi seguita una richiesta di confisca per l’organizzazione vicina agli albanesi, collegata con il clan dei Casalesi, gruppo Iovine.

Pochi anni prima, nel 2009, sempre a Velletri, un killer uccise Luca De Angelis, detto O’ gommista, considerato dalle forze di polizia gravitante nel gruppo di Michele Senese, il boss napoletano attivo da anni sulla capitale e sul litorale romano.

Luca De Angelis, che orbitava nel giro dell’usura, è stato ucciso di fronte al cancello di casa sua da due uomini a bordo di uno scooter. Gli esecutori, così come i mandanti dell’omicidio, non sono mai stati arrestati. Stessa situazione per l’omicidio ancora irrisolto di un trentenne albanese proprietario di una pizzeria.

L’uomo, incensurato, era fuori dal suo locale quando i due a bordo dello scooter si sono avvicinati e lo hanno ammazzato davanti ai clienti e alla moglie. Spostandosi di circa 6 chilometri da Velletri si trova Lariano, cittadina al centro di un’indagine che vide protagonista il clan camorristico dei Mallardo. Oltre 500 i milioni di euro sequestrati nel 2010, al clan del napoletano che aveva, tramite due holding, conquistato il settore immobiliare della provincia a sud di Roma.

Per Frascati e le zone vicine, il pericolo è invece rappresentato dalla famiglia Casamonica che vanta legami illustri con clan ed esponenti della Banda della Magliana. Nel pronto soccorso della cittadina castellana si è presentato un idraulico con una ferita da arma da fuoco alla gamba. Avrebbe cercato di sedare una rissa in strada, una versione che non ha mai convinto gli investigatori che hanno scoperto la verità. L’uomo era stato assunto per effettuare dei lavori in un appartamento alla periferia della cittadina, lavori che non erano piaciuti al proprietario: un Casamonica. Per questo l’idraulico era stato gambizzato.

Entrare nel quartiere racchiuso tra Frascati e la periferia di Roma significare introdursi in un territorio controllato da vedette, spesso minorenni, che fanno la guardia agli incroci e passare davanti a ville provviste di colonne e stucchi esagerati. Ville che hanno sempre i camini accesi, sia in estate che in inverno. Perché al primo avviso dell’arrivo delle forze dell’ordine i proprietari possano gettare sul fuoco la droga, liberandosi così di ogni prova contro di loro.

 

Fonte:http://mafie.blogautore.repubblica.it