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Caso Yara Gambirasio, Roberto Saviano: “Inquietante non si sia indagato sull’azienda del figlio del boss dove lavorava il padre della piccola”

 

Caso Yara Gambirasio, Roberto Saviano: “Inquietante non si sia indagato sull’azienda del figlio del boss dove lavorava il padre della piccola”

Mercoledì 23 Novembre 2016

“Il padre di Yara ha lavorato per la Lopav, un’azienda di proprietà dei figli di Pasquale Locatelli, superboss del narcotraffico, che aveva anche un appalto nel cantiere di Mapello. Inoltre, alla festa della Lopav parteciparono tre magistrati della procura di Bergamo. Mi sembra inquietante che non si sia indagato in quella direzione. Anche perché tutti e tre i cani molecolari usati nelle indagini, sono andati tutti dalla palestra in cui si allenava Yara al cantiere. Spero che in Appello si approfondiscano queste piste”. Sono i dubbi espressi da Roberto Saviano in un’intervista al settimanale Oggi, in edicola da domani, Roberto Saviano rivela i suoi dubbi sulla condanna di Massimo Bossetti come autore dell’omicidio di Yara Gambirasio

Nel corso dell’intervista l’autore di Gomorra rivela una vicenda molto personale del suo passato:

Nella mia scuola chiedevano soldi, ti minacciavano. Io ero una delle vittime. Un ragazzino in particolare, si chiamava Ciro, mi prendeva in giro per la mia testa tonda. Mi chiamava “Limò”, cioè limone, e mi ha massacrato di botte… Una volta, non sapendo come salvarmi, ho finto di svenire. Lui è scappato, convinto di avermi ucciso.

E del suo presente dice: “La celebrità ti rende attraente e io sono diventato diffidente. Quando mi si avvicina qualcuno cerco di capire cosa vuole ottenere. Un atteggiamento col quale ho allontanato anche amici veri, che poi ho cercato di recuperare. Umanamente la fama non mi ha reso migliore, ma peggiore. Ho ferito molte persone”. Infine conclude: “Il vero peso è che sono condannato a deludere le aspettative di chi mi segue. Nel mio caso l’aspettativa è il martirio. Se tu sei l’eroe, devi morire. Gli eroi vivi non esistono”

fonte:http://www.huffingtonpost.it/