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Casalesi: imprenditori e funzionari favorivano il clan, nove arresti. In cella ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere

Il Mattino, Martedì 26 Aprile 2016

Casalesi: imprenditori e funzionari favorivano il clan, nove arresti. In cella ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere

di Leandro Del Gaudio

Lavori rallentati ad hoc, un fiume di soldi pubblici che si trasforma in appalti pilotati e un mucchio di fatture fasulle, buone solo a giustificare spese virtuali.

Eccola l’inchiesta del nucleo di polizia tributaria della guardia di Finanza (agli ordini del comandante Giovanni Salerno) e del comando provinciale dei carabinieri del colonnello Giancarlo Scafuri.
In carcere l’ex sindaco Biagio Maria Di Muro. Nove arresti in tutto. Una vicenda per molti versi nota, dopo le perquisizioni dello scorso luglio:: il padre di Di Muro fu condannato per tangenti e gli fu confiscato lo storico palazzo Teti Maffuccini, che ospitò anche Giuseppe Garibaldi.

Ed ora, proprio in relazione al suo restaro, emerge un presunto giro di mazzette che investe Maria Di Muro, suo figlio. I reati ipotizzati a vario titolo vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta e falso ideologico. Ipotizzata anche l’aggravante di aver agevolato la criminalità organizzata e in particolare il clan camorristico dei Casalesi . Nell’inchiesta sono coinvolti imprenditori, funzionari comunali e professionisti.

Oltre a Biagio Di Muro, fino a dicembre 2015 sindaco di Santa Maria Capua Vetere. Di Muro è in carcere insieme all’imprenditore del settore della ristorazione, Alessandro Zagaria, 30 anni, niente parentela con il boss Michele, accusato dai pm di stringere rapporti illegali con esponenti politici locali e con ambienti sospetti del crimine organizzato. Altri sette indagati devono rispondere a vario titolo di corruzione e falsità in atto pubblico, reati aggravati dall’aver agevolato una cosca.

Di Muro e Zagaria in cella, va ai domiciliari il funzionario del Comune casertano, Roberto Di Tommaso, per il quale il gip di Napoli ha disposto i domiciliari. Inchiesta coordinata dai pm D’Alessio, Giordano, Landolfi e Sanseverino coordinati dal procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli.