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Caporalato, il rapporto sulle Agromafie parla chiaro: il fenomeno interessa tutta Italia

Caporalato, il rapporto sulle Agromafie parla chiaro: il fenomeno interessa tutta Italia

fabrizio salvatori

16 Ottobre 2020

Sono 180 mila i lavoratori in agricoltura in Italia particolarmente vulnerabili e quindi soggetti a fenomeni di sfruttamento e caporalato. E’ uno dei dati che emerge nel V Rapporto Agromafie e caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto/Flai Cgil, presentato questa mattina, che fotografa con nuovi parametri rispetto alle passate edizioni, lo sfruttamento lavorativo a 360 gradi degli ultimi due anni nel settore agroalimentare.

Concentrato su diversi aspetti che offrono una visuale sfaccettata del fenomeno, il Rapporto evidenzia luci e ombre delle ultime disposizioni normative a partire dalla legge 199/2016 contro il caporalato. Per comprenderne l’efficacia, sono stati analizzati 260 procedimenti penali riguardanti tutti i settori, da cui emerge come lo sfruttamento non si concentri nel Meridione, visto che 143 non riguardano il Sud Italia. Il Veneto e la Lombardia, infatti, con le Procure di Mantova e Brescia, sono le Regioni che seguono più procedimenti; così le Procure dell’Emilia-Romagna e quelle del Lazio, Latina al primo posto, nonché della Toscana con Prato. Tra i procedimenti esaminati l’agricoltura è il settore più rappresentato con 163.

Il Rapporto ha poi indicato in 12 euro l’ora il salario minimo da erogare per soddisfare il giusto reddito del datore di lavoro e allo stesso tempo non penalizzare/sfruttare il lavoro delle maestranze occupate. Si tratta di una somma per le attività di raccolta e non per le mansioni più professionalizzate, che dovrebbe permettere, anche in base a verifiche, di ridurre progressivamente lo sfruttamento che si concentra nelle prime fasi della filiera, quella dove l’impiego dei caporali trova la sua massima e ampiamente distorsiva funzionalità.

 

fonte:http://www.controlacrisi.org/