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Camorra .Sorrento non è un oasi.Il clan D’Alessandro ed i suoi alleati

«Sorrento attira i soldi della camorra». Allarme choc del procuratore Antimafia

di SALVATORE DARE e FILOMENA SALE«Non esistono più zone che possano dirsi incontaminate. Una volta, forse, Sorrento era al di fuori della portata del reinvestimento camorristico. Ora è diverso». L’allarme non è lanciato dal politico di turno. Né da gente comune. Ma arriva da chi, in prima linea, giorno dopo giorno, da anni combatte contro la criminalità. Senza paura, senza timori. Con tanto orgoglio e senso del dovere. Come quando ha lottato, in aula e non solo, nel processo «Spartacus» contro il clan camorristico casertano dei Casalesi. Federico Cafiero de Raho parla chiaro: «Il rischio c’è» sussurra al municipio di Sorrento, quando i giornalisti lo avvicinano per intervistarlo a margine della presentazione del libro «La Repubblica delle stragi impunite» scritto dall’ex magistrato Ferdinando Imposimato.

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Il procuratore aggiunto della Repubblica presso la Direzione distrettuale antimafia di Napoli dice chiaro e tondo le cose come stanno. Dopo mesi di infuocate polemiche e pesanti botta e risposta fra politici di ogni colore che hanno duellato attorno ad un quesito fondamentale. Davvero la camorra sta assediando la penisola? Ora arriva una risposta a quella domanda così tesa, inquietante. E le parole di Cafiero de Raho suonano quasi come una condanna per chi si è sempre distinto per un atteggiamento fin troppo remissivo. «Oggi non esistono più zone che siano del tutto fuori dalle aspirazioni della camorra, ovvero quella di occupare settori economici importanti, redditizi – spiega il magistrato -. Anzi, laddove c’è meno preparazione alla reazione, è tanto più facile che si infiltri la criminalità. Le dimostrazioni plurime degli ultimi anni dell’approdo delle mani della criminalità organizzata in comuni del nord della ‘Ndrangheta e dei Casalesi dimostra come sia certo che le organizzazioni criminali vanno indubbiamente nei territori dove la reazione e la capacità di contrastare sono più basse rispetto alla media».
Parole che fanno tremare i polsi, quelle del procuratore della Dda, pronunciate in una sala consiliare dove fra maggioranza e opposizione piovvero frecciate al cianuro che hanno rappresentato l’apice dello scontro politico a Sorrento su una questione più volte affrontata anche dal senatore sorrentino del Pdl, Raffaele Lauro: «Chi nega l’esistenza di un rischio di infiltrazioni criminali in penisola è illuso o, nel peggiore dei casi, è colluso». Tanti gli episodi che hanno fatto alzare il livello d’attenzione, qui dove i turisti amano passeggiare in centro storico, qui dove c’è una classe imprenditoriale facoltosa, qui dove la crisi si sente ma non come nel resto del Paese.
Si tratta di una perla che, anche per Cafiero de Raho, deve «essere preoccupata dal pericolo della camorra, soprattutto in un momento del genere di crisi economica in cui le difficoltà sono tali da aprire l’accesso al denaro da qualsiasi parte provenga – evidenzia il magistrato -». Esistono indagini in corso sulla penisola sorrentina? «Non so, non so». Poi un sospiro e l’ultima riflessione nuda e cruda: «Di inchieste ce ne sono dappertutto, credo anche qui – conclude Cafiero de Raho -. Lo ripeto, ritengo che ci siano elementi su cui basare il rischio e il sospetto che possono dimostrare la presenza di denaro di provenienza camorristica».
 

18/01/2013