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Camorra, mazzette e collasso delle istituzioni: una provincia, Latina, alla deriva

FRA CAMORRA, MAZZETTE E SFASCIO DELLE ISTITUZIONI, QUELLA DI LATINA SI STA RIVELANDO LA PATTUMIERA DEL LAZIO

Fra camorra, mazzette e sfascio delle istituzioni, la provincia di Latina si sta scoprendo come una vera e propria pattumiera.

La pattumiera della Regione Lazio nella quale si giocano gli interessi di una classe dirigente fra le peggiori.

Un “caso Fondi”, dove ci si rifiuta di adottare provvedimenti adeguati invocati, dopo l’accertamento di una accertata e radicata presenza mafiosa che ha avuto i suoi riflessi sulla gestione pubblica, dalla Prefettura di Latina e dallo stesso Ministro dell’Interno.

Un “caso Sabaudia”, noto da tempo ma che non si è voluto mai affrontare e risolvere a tempo debito ed è finalmente scoppiato solo dopo l’intervento della Magistratura, come, d’altra parte, tutti gli altri.

Un “caso Minturno”, che pure si conosceva ma che in molti hanno finta di non vedere.

E, poi, c’è un “caso Formia”, rimasto finora sommerso perché non si è voluto approfondire quanto è emerso nelle intercettazioni fatte dalla Polizia di Stato per la parte relativa al “voto di scambio” dell’inchiesta “Formia Connection”; ”caso” che, però, prima o poi, scoppierà, avendo l’intero territorio raggiunto livelli così allarmanti di radicamento mafioso da indurre ad un intervento radicale. Anche se tardivo.

Ma, forse, non è finita qua, perché a quelli indicati si dovranno aggiungere, probabilmente, un “caso Terracina”, un “caso Latina” e così via.

Il problema dei problemi, però, oltre a quello che riguarda l’indifferenza e l’ignavia di gran parte del tessuto sociale e la collusione con la mafia di parti della politica e delle istituzioni, resta pur sempre quello dell’irrilevanza di una seria azione di contrasto delle mafie da parte delle forze dell’ordine locali.

Fatta eccezione per la Polizia di Stato, che, sotto la guida di un ottimo Questore quale ha dimostrato di essere D’Angelo, le altre forze di polizia non hanno finora dimostrato grosse capacità sul piano del contrasto delle mafie.

Indagini patrimoniali non se ne sono fatte e non se ne fanno in numero sufficiente per frenare un processo di investimenti sospetti che sta trasformando la provincia di Latina in un suburbio di Napoli e Caserta.

La vicenda che ha interessato la Guardia di Finanza di Fondi nei giorni scorsi, mostratasi incapace addirittura di notificare in quasi un mese un atto del Tribunale di Latina ad un noto esponente politico locale e facendo così saltare un processo, la dice lunga su come vanno le cose in provincia di Latina.

Ora il Comando Generale deve, se vuole dimostrare una reale volontà di ripristino della legalità su quel territorio, accertare le responsabilità di tale atto gravissimo e colpire duramente i responsabili.

Diciamoci la verità.

Oltre alle inchieste ed alle operazioni della Mobile di Latina, se non ci fossero stati DIA e GICO ad intervenire da Roma o da Napoli, non ce ne sarebbero state altre sul territorio pontino.

Si può andare avanti in queste condizioni?