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CAMORRA, LA ‘BLACK LIST’ DEI BABYBOSS DI FORCELLA.

CAMORRA, LA ‘BLACK LIST’ DEI BABYBOSS DI FORCELLA.
ECCO I SEI NOMI GIÀ NEL MIRINO DEGLI INQUIRENTI

Giovedì 15 Ottobre 2015, 09:18

di Giuseppe Crimaldi

Sei nomi. Sei identità nel mirino di chi oggi si sente più forte di ieri e cerca l’ultima vendetta. Torna altissima la tensione nei vicoli della faida di Forcella in cui le scosse di assestamento provocate dopo il terremoto giudiziario scatenato dai dodici arresti eseguiti dalla Squadra mobile della Questura di Napoli il 7 ottobre si susseguono inarrestabili. Finiti in cella ras e gregari del gruppo Buonerba, i rivali del clan Sibillo sarebbero pronti a sferrare una nuova offensiva per riconquistare spazi di territorio e visibilità su un territorio ormai sotto assedio da parte delle forze dell’ordine.

In questa che è una fase investigativa molto delicata il rischio di colpi di coda clamorosi viene valutato con estrema attenzione dagli inquirenti. La storia di tutte le guerre di camorra insegna che sono proprio i momenti immediatamente successivi ai blitz e agli arresti quelli più rischiosi. E così si torna a parlare di quella “lista nera” stilata dalla paranza dei baby camorristi di Forcella: lista di obiettivi da eliminare, giovani e giovanissimi legati alle cosche rivali che comunque fanno riferimento ai Mazzarella, nemici giurati dei Sibillo-Giuliano. Alcuni di loro si sarebbero già allontanati dai quartieri in cui risiedono proprio per paura di ritorsioni, raid e agguati. E, intanto, in via Oronzio Costa – l’enclave della famiglia Buonerba, la “strada della morte” in cui a luglio venne freddato proprio il baby boss Emanuele Sibillo – non si vende più droga.

Il repulisti fatto dalla polizia con i 12 arresti di una settimana fa ha già ottenuto un effetto: chiuse le piazze di spaccio gestite dal “clan dei capelloni” rimasti fedeli ai Mazzarella. Ma c’è anche una seconda notizia importante che fornisce il quadro completo delle fibrillazioni in pieno atto nei vicoli del centro storico. Gli agenti del commissariato Vicaria-Mercato ha trasmesso in Questura una informativa dettagliata su ciò che avvenne all’indomani dei gravi incidenti avvenuti sugli spalti della Curva A del San Paolo in occasione della partita Napoli-Sampdoria: allo stadio si fronteggiarono due gruppi Ultrà – quello del Rione Sanità e quello dei Mastiffs – e ci furono pestaggi e accoltellamenti. Alla base dello scontro ci sarebbe stato il diktat a lasciare lo stadio imposto da giovani legati al gruppo criminale dei Sequino (Sanità) ai tifosi di Forcella (i Mastiffs, appunto). Ebbene, il 2 settembre per valutare le contromosse a quel brutto episodio venne organizzata una riunione tra soggetti legati al clan Sibillo-Giuliano. L’incontro si tenne in un appartamento al secondo piano di un appartamento del Borgo Sant’Antonio Abate, zona sotto il controllo dei Sibillo. In quella casa c’era anche Gennaro De Tommaso, detto “Genny a’ carogna”, il protagonista della “trattativa” inscenata a bordo campo dell’Olimpico la tragica sera della finale di Coppa Italia del 2014 in cui venne gravemente ferito il tifoso del Napoli Ciro Esposito.

Terminato il summit la polizia intercettò 12 giovani appena scesi in strada, quasi tutti pregiudicati. Ma poiché non si configurava a loro carico alcun reato, non si procedette ad alcun fermo né denuncia. Ora si scopre però un particolare inquietantissimo: alla vista della polizia due persone fuggirono, riuscendo a far perdere le loro tracce. I due sarebbero il superlatitante Pasquale Sibillo, attuale reggente del clan; e un diciassettenne considerato tra i più pericolosi componenti dei gruppi di fuoco dei Sibillo.

fonte:http://www.leggo.it/