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Camorra e politica: al Comune di Casavatore arriva la commissione d’accesso

                           Il Prefetto di Napoli Gerarda Pantalone ha deciso l’invio della Commissione d’accesso agli atti nel Comune di Casavatore finito al centro di una inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli sul presunto voto di scambio relativo alle elezioni amministrative della primavera 2015. A comporre la Commissione saranno l’architetto Giuseppe Esposito, il colonnello Tommaselli e il vice Prefetto Aldo Lombardo già commissario prefettizio del Comune di Rossano in provincia di Cosenza. L’inchiesta della magistratura ha portato alla luce il ruolo del clan Ferone, branca del gruppo criminale degli scissionisti di Scampia, nelle ultime elezioni comunali. Gli uomini del clan avrebbero sostenuto sia l’attuale sindaco Lorenza Orefice dell’Udc, sostenuta – secondo le ipotesi dei pm antimafia Maurizio De Marco e Vincenza Marra –  da un’ala Amato-Pagano degli Scissionisti, che il candidato del Partito Democratico Salvatore Silvestri – appoggiato dalla fazione Ferone dello stesso sodalizio criminale, poi sconfitto poi al ballottaggio. L’inchiesta per voto di scambio a Casavatore
Nell’inchiesta sono finiti anche il comandante della polizia municipale di Casavatore Antonio Piricelli ed un ufficiale dello stesso corpo. Secondo gli inquirenti gli uomini del clan avrebbero aiutato entrambe le fazioni politiche e si sarebbero poi scontrati tra loro nel turno di ballottaggio. L’episodio di maggior clamore secondo la ricostruzione dei magistrati sarebbe stato il pestaggio di Massimo Minichini, sorvegliato speciale legato al clan Ferone che stazionava davanti al comitato elettorale di Salvatore Silvestri – cui aveva assicurato il suo appoggio – ad opera di altri affiliati allo stesso clan. Una dimostrazione di forza per dare un segnale al territorio con lo scopo di indirizzare il voto verso la Orefice che avrebbe poi vinto le elezioni. Proprio a Casavatore poche settimane fa il Movimento 5 Stelle aveva tenuto una iniziativa pubblica con il vice presidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio per chiedere l’invio della commissione d’accesso agli atti al comune dell’hinterland partenopeo. L’indagine è scaturita da una serie di intercettazioni avviate nell’ambito degli accertamenti conseguenti al ritrovamento di un biglietto con su scritto il nome di Mauro Ramaglia – candidato nella lista “Rossi il cambiamento inizia da oggi”, a sostegno di Salvatore Silvestri – nelle tasche di Ciro Cortese ucciso a Casavatore nell’aprile 2015. Ramaglia è risultato essere personaggio attiguo alla criminalità organizzata del clan “Amato – Pagano” e “Vanella Grassi”, e allo stesso Ciro Cortese. Dopo la scoperta nell’ambito delle indagini per l’omicidio, avvenuto nel contesto di una epurazione interna al clan, sono stati scoperti i legami tra i candidati e la criminalità locale.