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Cambia ancora il codice Antimafia: obbligatorio il vincolo associativo per le misure di prevenzione.E’ IL COLPO DI MAGLIO CHE LO RENDE INEFFICACE.IL PD HA CEDUTO ANCORA UNA VOLTA ALLE PRESSIONI DI FORZA ITALIA.CHE C’E PIU’ DI SINISTRA IN QUEL PARTITO? VERGOGNA AD ESSO E A CHI LO VOTA.

laRepubblica, 27 giugno 2017

Cambia ancora il codice Antimafia: obbligatorio il vincolo associativo per le misure di prevenzione
Per i reati di corruzione, sarà necessario anche l’indizio di associazione a delinquere

di LIANA MILELLA

ROMA- Cambia ancora il codice Antimafia. Per applicare le misure di prevenzione anche ai reati di corruzione, la vera novità del ddl sponsorizzato da Repubblica, ci vorrà pure il vincolo associativo. Accanto al singolo reato – peculato, malversazione, corruzione propria, concussione, induzione – il soggetto dovrà essere indiziato anche di 416, l’associazione a delinquere. Sarà un emendamento del governo, oppure dei due relatori, Beppe Lumia e Giorgio Pagliari, entrambi del Pd, a cambiare il testo. Succederà oggi, al Senato, dove il ddl di iniziativa popolare – ma studiato e messo a punto dalla commissione Antimafia di Rosy Bindi – dovrebbe affrontare il suo penultimo passaggio parlamentare. Il voto potrebbe cadere già stasera o al massimo domattina, festa a Roma di san Pietro e Paolo, ma in cui sia la Camera che il Senato lavorano in quanto istituzioni nazionali.

Sarà una maratona pesante, 80 emendamenti, un clima difficile, perché Forza Italia, già ieri durante la discussione generale con l’ex toga Giacomo Caliendo, è partita all’attacco contro “la legge schifezza”, una legge duramente contestata dall’avvocato Nicolò Ghedini, il difensore di Silvio Berlusconi, che addirittura ha chiesto a Gianni Letta di parlare con il Pd per cambiare il testo.

Il senatore forzista boccia la legge come “incostituzionale” e solleva tre problemi: le misure di prevenzione si possono applicare anche per reati antichi, violando il principio delle ‘ragioni di attualità’; chi viene colpito da queste misure non può giustificare il denaro come provento di un’evasione fiscale; la stretta si applica alla corruzione anche senza la mafiosità. 

Critiche che, evidentemente, hanno fatto breccia nel Pd. Anche perché a sostenere gli stessi argomenti è l’alfaniano Enrico Costa, ministro della Famiglia nel governo Gentiloni, che ha annunciato la sua contrarietà, foriera di un voto contrario alla Camera, com’è già avvenuto per la legge sul processo penale per via della prescrizione.

Nel Pd è maturata, nel corso del weekend, l’idea di ritoccare il testo. Anche alla luce di un’audizione del procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti alla commissione Giustizia del Senato in cui il magistrato solleva proprio il problema del vincolo associativo. Ieri, in una lunga riunione della maggioranza al Senato, si è cominciato a discutere delle possibili modifiche. Con l’obiettivo di andare a un emendamento che, in questa fase parlamentare, solo governo e relatori possono presentare.

Scartata, almeno fino a ieri sera, l’ipotesi di “alleggerire” il parterre dei reati di corruzione per cui sono possibili le misure di prevenzione. A chi chiedeva con insistenza di togliere dalla lista almeno il peculato e la malversazione, il Pd ha replicato dicendo che “quell’elenco non si tocca”. Maggiore disponibilità invece sul vincolo associativo, appoggiandosi anche al parere fornito da Roberti.

Ovviamente un’ipotesi di questo genere restringerebbe la possibilità di utilizzare le misure di prevenzione, perché sarebbero applicabili solo quando viene contestato non solo il singolo reato, ma anche l’associazione a delinquere. È improbabile che la correzione spinga Forza Italia a votare il testo. Potrebbero ammorbidirsi le perplessità degli alfaniani. Ma le modifiche potrebbero dispiacere a Mdp, che a quel punto accuserebbe il Pd di inciucio con Forza Italia. E la maggioranza andrebbe in affanno sui numeri.