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Blitz della Finanza a Equitalia a Napoli per crediti mai riscossi. Come a Frosinone?

Blitz a Equitalia per crediti mai riscossi. Complici funzionari e commercialisti

Perquisiti gli uffici, sequestrati computer e documenti. Sette dipendenti «cancellavano» cartelle e debiti

NAPOLI- La Guardia di finanza è entrata, nel tardo pomeriggio di giovedì, nella sede della società di riscossione crediti Equitalia. Le Fiamme gialle hanno perquisito gli uffici, sequestrato computer, documenti in formato cartaceo ed elettronico, notificando al contempo 23 uffici di garanzia di cui, però, solo una parte è destinata a funzionari dirigenti della società pubblica. L’indagine condotta dalla sezione Criminalità economica della Procura di Napoli, guidata dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli, non diretta, infatti, unicamente contro la società di riscossione, coinvolta in un duplice ruolo: da un lato danneggiata insieme con l’erario) dal comportamento di pochi funzionari infedeli, dall’altro responsabile – qualora venissero confermate le accuse – delle mancate riscossioni.

23 AVVISI – Ben 16 avvisi di garanzia hanno colpito liberi professionisti esterni alla struttura, consulenti, avvocati, commercialisti, i quali avrebbero fatto da intermediari fra privati cittadini e agenzia di riscossione. I professionisti garantivano, secondo l’ipotesi accusatoria, ai propri clienti la cancellazione dei crediti vantati. Questo, grazie all’opera di sette funzionari e dirigenti – tanti sono gli avvisi notificati Equitalia Polis spa – interni alla struttura pubblica. I funzionari alteravano le procedure di riscossione, agevolando i clienti dei professionisti «amici» e consentendo loro di non pagare le cartelle esattoriali. Si parla di grossi crediti, di cifre importanti, che l’azienda aveva diritto a riscuotere ma che non sono state incassate dall’erario. Il lavoro della Guardia di finanza sta proprio in questo: accertare se, effettivamente, dopo le promesse fatte da commercialisti e avvocati ci sia stata una reale cancellazione dei crediti. Gli indizi, per ora, sono tali da aver spinto i magistrati a disporre perquisizioni, sequestri, e a notificare ben 23 avvisi di garanzia. L’accusa è associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato.

VERTICI EQUITALIA GIA’ INDAGATI – Le fiamme gialle parlano di «gravi irregolarità nelle procedure di riscossione crediti, considerati estinti a fronte di pagamenti minimi, concordati tra consulenti e funzionari. Praticamente, una mazzetta per cancellare il credito. Ma l’attività non è assolutamente terminata, e il numero di cartelle oggetto di accertamenti non è ancora stato stabilito con certezza: potrebbe subire grosse oscillazioni nel corso delle indagini. Queste, sono partite dopo il procedimento a carico della commercialista Rosaria Dino e di suo marito, insieme con i collaboratori, accusati di aver inventato spese sanitarie e interventi chirurgici gonfiando i rimborsi sui 730 di dipendenti e pensionati. Equitalia, da parte sua, si dice «non a conoscenza» dei motivi che hanno spinto alla perquisizione e completamente all’oscuro di quale sia la natura dell’indagine. Dalla società fanno sapere di essere «molto fiduciosi nell’operato della magistratura inquirente, attendendo gli sviluppi della situazione» . I vertici di Equitalia furono indagati nel 2009 per aver disposto, secondo l’accusa, delle ipoteche in presenza di crediti inferiori a quelli minimi stabiliti per legge.

Stefano Piedimonte

(Tratto dal Corriere del Mezzogiorno)