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Bisogna saper e voler “leggere” i messaggi delle mafie. Temiamo che “dopo” ll’escalation di fuoco, ci sarà qualcosa di molto brutto

BISOGNA SAPER E VOLER LEGGERE I MESSAGGI DELLE MAFIE

Dietro l’escalation di fuoco che ha investito le province di Frosinone (non dimentichiamo l’incendio della sala Bingo) e di Latina, c’è sicuramente un piano strategico partorito da menti raffinate ed eseguito da professionisti della morte che probabilmente vengono da fuori.

Non sono di certo la bravura e l’efficienza di singoli operatori di polizia – come il Colonnello della Guardia di Finanza Salato a Frosinone o quello dei Carabinieri Rotondi a Latina (mandato via e delegittimato con una campagna di accuse che il tempo ci dirà se fondate o meno) e il Questore di Latina D’Angelo, o di servitori dello Stato eccellenti come il Prefetto di Latina Bruno Frattasi – a bloccare un’offensiva che punta a mettere in ginocchio tutto il Lazio e, in particolare, il Basso Lazio.

Non va nemmeno dimenticata la rimozione del Prefetto Mosca a Roma, altro brutto segnale.

Se non si fa gioco di squadra, si danno segnali unanimi “forti”, con una risposta collegiale di tutte le istituzioni e la società civile, convogliando sul territorio le migliori menti dell’intelligence e le professionalità necessarie, le mafie avranno vinto la loro battaglia e lo Stato uscirà definitivamente sconfitto.

La società civile, da parte sua, può fare molto. Intanto, con l’acquisizione della consapevolezza della gravità della situazione. E, poi e soprattutto, passando dalla fase della lamentazione-che non serve più a niente, considerato il livello di occupazione mafiosa del territorio – a quella della “denuncia” e della collaborazione con le forze dell’ordine e della magistratura, come noi sosteniamo da anni, derisi ed insultati da coloro che stanno tentando di delegittimare anche la nostra Associazione.

Noi temiamo che dopo questa prima fase di “messaggi”, ce ne sarà un’altra, più brutta, più drammatica. Qualcosa di “grosso”. Speriamo di sbagliarci.

Lo Stato non sta dando risposte adeguate a tali “messaggi” e di questa sua incapacità le mafie se ne sono accorte…

Il comportamento del Governo sul “caso Fondi” è emblematico!

Commentando giorni fa alcune recenti operazioni di polizia, una mente molto acuta giorni fa a Roma ci ha fatto osservare che “una rondine non fa primavera”…

Se non c’è “ la squadra”, anche l’opera di Salato, Rotondi, D’Angelo, Frattasi ecc. sarà vana.

E’ tutto l’apparato investigativo e giudiziario (a Civitavecchia, per esempio, le cose stanno cambiando lentamente dopo l’arrivo di un Presidente del Tribunale come Mario Almerighi ed un Procuratore capo come Gianfranco Amendola, come a Tivoli-Guidonia dopo l’arrivo come Procuratore capo di Luigi De Ficchy) ) che va rivisto.

Se non si fa tutto ciò, sara’ “ notte a surriento” e prepariamoci al peggio!

Ass. A. Caponnetto