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Berlusconi, le “pulizie dei cessi” ai 5 Stelle? In Publitalia le facevano gli amici e le figlie di Mangano

Il Fatto Quotidiano, Venerdì 20 Aprile 2018

Berlusconi, le “pulizie dei cessi” ai 5 Stelle? In Publitalia le facevano gli amici e le figlie di Mangano

Gli uffici della concessionaria pubblicitaria di Fininvest negli anni Novanta venivano puliti da un gruppo di cooperative gestite dai messinesi Natale Sartori e Antonino Currò, che da diverse inchieste risultano essere stati in rapporti di amicizia con lo “stalliere” di Arcore condannato per mafia e con Marcello Dell’Utri, in carcere per concorso esterno

di F. Q.

Altro che lavoro adatto agli odiati avversari del Movimento 5 Stelle. La “pulizia dei cessi“, dalle parti del Biscione, era affare degli amici di Vittorio Mangano. E non è una metafora: negli anni Novanta le pulizie negli uffici di Publitalia le faceva un gruppo di cooperative di servizi basate a Milano e gestite dai messinesi Natale Sartori e Antonino Currò, che da diverse inchieste risultano essere stati in rapporti di amicizia con lo “stalliere” di Arcore condannato per mafia, morto nel 2000, e con l’allora braccio destro di Silvio Berlusconi Marcello Dell’Utri, ex numero uno della concessionaria pubblicitaria di Fininvest,cofondatore di Forza Italia, in carcere dal 2014 per concorso esterno in associazione mafiosa e appena condannato anche per la trattativa Stato-mafia.

Un legame anche lavorativo, visto che le tre figlie di Mangano – Cinzia, Loredana e Marina – erano amministratrici di una delle coop della galassia di Sartori, che offrivano oltre alle pulizie pure servizi di facchinaggio, trasporto merci e movimentazioni di magazzino.

Sartori e Currò furono arrestati una prima volta nel 1999 con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di droga e concussione. Per questi reati furono assolti e l’inchiesta sfociò solo in due condanne per reati minori.

Quattro anni dopo, nel settembre 2013, Cinzia Mangano e il cognato Enrico Di Grusa, marito di sua sorella Loredana, furono invece arrestati nell’ambito di un’altra indagine della Dda di Milano sulla stessa rete di cooperative. Nel 2014 la Mangano è stata condannata a sei anni e quattro mesi solo per associazione a delinquere semplice. Nel 2015 la condanna è stata confermata in appello.