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Berlusconi? E’ ora che se ne vada!

l Cavaliere dimezzato ed i suoi manutengoli politici e legali vorrebbero far passare la tesi dello spionaggio, delle intercettazioni illegali, dell’invasione della privacy, della libertà di ognuno di fare ciò che gli pare nella sua vita privata purché non vi siano atti criminosi (ma questo, per la verità, non è escluso e fa parte delle finalità delle indagini in corso), di voyeurismo, e così via. La risposta è fin troppo facile: ma quale casa sua, residenze private, camera da letto, e così distraendo dal problema reale (lo fanno apposta, Berlusconi ed i suoi, a mettere in campo queste cose, invece di entrare nel merito), che è quello della moralità pubblica (ma anche privata) di una persona che rappresenta lo STATO?

L’antagonismo fra destra e sinistra, o fra centrodestra e centrosinistra, rappresenta la normalità dei rapporti politici: e sarebbe perciò del tutto naturale che il raggruppamento politico di tipo conservatore venisse avversato dai suoi oppositori. Ma resto sbalordito quando vedo perfino persone di grande intelligenza e cultura stare dalla parte di Berlusconi, o almeno apprezzarlo.
Berlusconi è un problema per la destra europea, perché non ha nulla a che vedere con le sue grandi tradizioni (sono sincero nel dire questo: credo che una destra non becera come quella che Berlusconi impersona abbia grande dignità e sia addirittura indispensabile, poiché i soggetti politici si danno vita e senso l’un l’altro. Ma diverso è il caso quando si affronta lo specifico del Cavaliere, che da ormai oltre quindici anni campeggia sulla scena politica italiana con conseguenze, talvolta impronunciabili, anche su quella europea ed internazionale).

Non voglio riprendere il discorso, più volte affrontato ed ampiamente documentato, sull’origine “oscura” (ma forse non tanto) dei suoi capitali iniziali (lui che di famiglia non aveva il becco di un quattrino) quando faceva il “palazzinaro”, né di come abbia costituito il suo impero mediatico: ma sta di fatto che in nessun Paese dell’Occidente (capitalistico) esiste, né potrebbe esistere, una concentrazione di potere economico, mediatico e politico come nel suo caso. Il problema non è nemmeno che lui ne usi, o abusi, oppure no: semplicemente non è concepibile, qui siamo a Montesquieu, ai principi fondanti delle democrazie e della separazione dei poteri nelle istituzioni e nella società. Ma come è possibile, mi chiedo, che persone di sicura vocazione democratica non vedano questa orrenda ed intollerabile anomalia? Non è ormai tempo di liberarsene?

E quanto alla situazione attuale: il Cavaliere dimezzato ed i suoi manutengoli politici e legali vorrebbero far passare la tesi dello spionaggio, delle intercettazioni illegali, dell’invasione della privacy, della libertà di ognuno di fare ciò che gli pare nella sua vita privata purché non vi siano atti criminosi (ma questo, per la verità, non è escluso e fa parte delle finalità delle indagini in corso), di voyeurismo, e così via. La risposta è fin troppo facile: ma quale casa sua, residenze private, camera da letto, e così distraendo dal problema reale (lo fanno apposta, Berlusconi ed i suoi, a mettere in campo queste cose, invece di entrare nel merito), che è quello della moralità pubblica (ma anche privata) di una persona che rappresenta lo STATO? Lo STATO!!!!
Quale “privacy”, quando si assiste alle cose che stiamo leggendo da alcune settimane? Quale “buco della serratura”?
Ricordiamo che la questione delle “veline” che stavano per essere candidate alle elezioni europee (il “ciarpame politico” bollato da Veronica) fu sollevata da Farefuturo, che è una fondazione della destra; che la faccenda di Noemi e la sua eco mediatica fu aperta dalla moglie, che disse «mio marito frequenta minorenni», che parlò di «figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica… per una strana alchimia il paese tutto concede e tutto giustifica al suo imperatore», ed aggiunse con allarme «mio marito ha bisogno di aiuto» (è malato? Intendeva questo?); ricordiamo che Berlusconi ha messo lui la sua vita privata e quella pubblica in uno stesso contenitore, inviando addirittura un libro a tutti gli italiani in cui mostrava la sua vita familiare; è andato lui a “Porta a Porta”, Bruno Vespa e Tg1 compiacenti, a parlare per due ore (senza contraddittorio) dei suoi fatti privati (“Adesso parlo io”, la scritta che, nello studio televisivo, campeggiava alle sue spalle: e perché andare a parlare in pubblico di fatti suoi privati?); e così via.

Ed ora perfino i suoi si smarcano, con Fini che, con tono ed espressione preoccupati, dice che quello che sta accadendo allontana i cittadini dalla democrazia; ora perfino un suo sperticato sostenitore come Ferrara capisce – fiutando l’aria – che il segno è ormai superato, e scrive su “Il Foglio” (in un articolo significativamente intitolato “24 Luglio”, il giorno prima della messa in minoranza di Mussolini dal Gran Consiglio: chissà se Berlusconi lo ha capito? Se lo sarà fatto spiegare, forse, dato che lui con i libri non ha molta dimestichezza ed ancor meno con quelli di storia, come ha più volte dimostrato): «il problema è che le armi affilate di questa campagna provengono tutte da Berlusconi in persona e dal suo entourage… Una licenziosità di comportamento difficile da classificare e che abbiamo cercato di spiegare e difendere su queste colonne fin dove possibile, uno stile di vita esposto comunque ai noti meccanismi di condizionamento e di ricatto, vero o falso che sia il singolo racconto scandalistico… il premier non può comportarsi come un deputato di provincia preso con le mani nel vasetto della marmellata», e conclude, perentoriamente: «O accetta di naufragare in un lieto fine fatto di feste e belle ragazze, oppure si mette in testa di ridare il senso e la dignità di una grande avventura politica… un capo di governo parla al Paese, agisce sulle cose che contano, evita di farsi intrappolare nello scandalismo, parla un linguaggio di verità» (corsivi miei); ora perfino l’Avvenire e Famiglia Cristiana, che non sono certo un “covo di comunisti” e nemmeno parteggiano per il centrosinistra, scrivono senza mezzi termini che «Il caso di Bari e delle indagini che condurrebbero nei pressi di Palazzo Grazioli, con l’immancabile contorno di gossip su feste private e accompagnamenti equivoci, è soltanto l’ennesimo ad abbattersi su un’opinione pubblica sempre più frastornata», e quindi l’invito ad «arrivare il più presto possibile a un chiarimento sufficiente a sgomberare il campo dagli interrogativi più pressanti…..perché, alla lunga, tutto finisce per avere un prezzo. E il pericolo è che a pagarlo non sia soltanto il singolo debitore di turno, ma l’intero Paese» (corsivi miei). Che dire? Anche i vescovi entrano in camera da letto, o guardano dal buco della serratura? Anche loro si prestano al “complotto”?
Berlusconi fa male alla democrazia di questo Paese: è ora che se ne vada. Poi, ci sarà molto da ricostruire.
Franco Bianco

(Tratto da www.aprileonline.info)