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Bando alle chiacchiere. Oggi serve un’antimafia dei fatti e fatti significa “inchiesta” e “denuncia”, non commemorazioni e racconto

L’ANTIMAFIA DEI FATTI – UN PROGETTO DIFFICILE, QUELLO NOSTRO, MA ESALTANTE: BANDO ALLE CHIACCHIERE ED AVANTI CON I FATTI.

Non è più tempo per le commemorazioni, le celebrazioni, il ricordo.

La situazione è grave, malgrado le mistificazioni delle realtà e le dichiarazioni trionfalistiche del governo e di talune forze politiche di maggioranza e, purtroppo, anche di segmenti dell’opposizione.

Oggi la mafia è altra cosa rispetto a quella che ci viene prospettata dalla televisione e da taluni giornali.

Oggi la vera mafia si annida nelle professioni, nei cosiddetti “colletti bianchi”, nelle istituzioni, nella politica.

Questo è il motivo per il quale la nostra Associazione, sin dalla sua nascita, molti anni fa, ha sempre privilegiato l’impegno nella ricerca delle verità, nell’indagine e nella denuncia dei fatti specifici.

Con nomi e cognomi.

Su un piano di stretta collaborazione con le forze dell’ordine e della magistratura, aiutandole e non lasciandole sole, come purtroppo fanno anche molti che si riempiono la bocca della parola ANTIMAFIA.

Fatti, quindi, e non chiacchiere.

Noi, malgrado la ristrettezza dei mezzi a nostra disposizione e di personale disponibile, possiamo, a distanza di quasi dieci anni dal giorno della nostra nascita, andare fieri del nostro operato.

Sono ormai decine le nostre segnalazioni, i nostri dossier, consegnati agli organismi giudiziari ed investigativi centrali, documenti che hanno trovato tutti ampi riscontri.

Il livello di stima e di apprezzamento nei nostri confronti è la prova lampante della validità del nostro lavoro.

Un lavoro silenzioso, certosino, fatto di ascolto continuo, di osservazione costante di quanto avviene su ogni singolo territorio della nostra Regione, di segnalazione a chi di dovere.

Questo significa fare antimafia seria.

Quello nostro è un impegno difficile, ce ne rendiamo conto

Ma è un impegno che lascia il segno perché colpisce al cuore le mafie.

Purtroppo non sono molte in Italia le Associazioni o le Fondazioni nostre consorelle che fanno come noi.

Talune si limitano, infatti, a fare ancora un lavoro di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Il loro è comunque un lavoro lodevole, ma non basta più, considerata la drammaticità della situazione.

Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata.

Questa è la tragica realtà.

E’ apprezzabile ed è da prendere come esempio quello che fanno gli amici della Casa della Legalità e della Cultura di Genova, indubbiamente più bravi di noi.

Il loro lavoro è costante, pragmatico, fatto di denuncia continua e coraggiosa di fatti specifici.

Oggi la mafia tende a farsi Stato e, in parte, c’è già riuscita.

Ma la mafia è inciviltà, regresso, sopraffazione dell’uomo peggiore su quello migliore.

La mafia è merda e noi vogliamo, nell’interesse dei nostri figli e nipoti, che essa ritorni nelle fogne, dove è nata.

Non vogliamo lasciare ai nostri figli uno Stato criminale.

La retorica delle commemorazioni, del racconto, non produce alcun danno ai mafiosi annidati ormai nelle istituzioni, nel Parlamento, nei consigli regionali, provinciali, comunali, nei partiti, fra i professionisti, nella società.

Ormai è parte della società stessa che è diventata o sta diventando mafiosa e parlare alla gente corrotta e mafiosa essa stessa, è assolutamente inutile.

Se non ci liberiamo di questi escrementi, tutta la vita del nostro Paese si inquina e non ci saranno mai crescita vera, sviluppo, libertà e benessere veri per i nostri figli, per i giovani.

Serve un antimafia di fatti e non più di chiacchiere.