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Autobomba a Limbadi, il legale della famiglia Vinci: “Avvieremo indagini difensive, raccolta fondi per investigatori stranieri”.      

ENNESIMO ATTACCO ALLE ….”ASSOCIAZIONI ANTIMAFIA” ALCUNE DELLE QUALI GIA’  TALVOLTA PRESENTI IN ALCUNE  CRONACHE GIUDIZIARIE.FRANCAMENTE   LA COSA COMINCIA A SCOCCIARE E A METTERE IN FORSE  IL CONVINCIMENTO CHE ALCUNI DI NOI  SI SONO FATTI SULL’UTILITA’ O MENO DI UN IMPEGNO ANTIMAFIA  STANTE IL CONTINUO  SENTIRSI OGGETTIVAMENTE COINVOLTI IN UN J’ ACCUSE INDISTINTO CHE METTE SULLO STESSO PIANO COLORO CHE  PER QUELL’IMPEGNO CI RIMETTONO L’OSSO DEL COLLO E COLORO CHE,AL CONTRARIO,CI FANNO  CARRIERE,SOLDI E QUANT’ALTRO DEL GENERE ATTENTANDO,COSI’,ANCHE SE INDIRETTAMENTE,ALL’ONORABILITA’ PERSONALE DEI PRIMI.

TANTO PIU’ CHE,MENTRE I PRIMI SI VEDONO IGNORATI E DISCRIMINATI DAGLI STESSI ORGANI DELLO STATO,I SECONDI NE SEMBRANO GODERE PRIVILEGI ED ONORI.

ED ,ANCORA,TANTO  PIU’ CHE LE IMMENSE RISORSE SPESE DA QUESTO STATO SUL VERSANTE DELLA LOTTA ALLA CRIMINALITA’ MAFIOSA ED EROGATE AD ALCUNI SOGGETTI APPARTENENTI ALL’INDISTINTO FRONTE ANTIMAFIA NON HANNO PRODOTTO I RISULTATI IMMAGINATI IN QUANTO LE MAFIE,ANZICHE’ ESSERE DEBELLATE,SONO AUMENTATE A DISMISURA  AL PUNTO DA ESSERE ORMAI NELLE STANZE DEL POTERE.

LA DOMANDA CHE CI SI COMINCIA A PORRE DA PARTE DI CHI PER I VALORI CI HA RIMESSO E CI RIMETTE L’OSSO DEL COLLO E’:

VALE ANCORA LA PENA CONTINUARE A LAVORARE PER IL RE QUANDO QUESTO SI ARRICCHISCE SULLA PELLE E SUL SANGUE ANCHE MIO ???????????????

IN UN PAESE CIVILE E DEMOCRATICO,QUALE NOI NON SAPPIAMO A QUALE TITOLO RITENIAMO  ANCORA  DEFINIRE,NON E’ PIU’ POSSIBILE   CONTINUARE A  MANTENERE IN PIEDI UN SISTEMA ED UNA CONDIZIONE  CHE BEN  VENGONO CONFIGURATE DAL FAMOSO DETTO POPOLARE

IO LAVORO E PERALTRO CI RIMETTO ANCHE I SOLDI E TU MAGNI “.

NON E’ POI’ POSSIBILE.

PERCHE’ CIO’,OLTRE A LEDERE L’ONORABILITA’ E LA DIGNITA’ DI OGNUNO DI NOI,LEDE ANCHE QUELLE DELLO STATO STESSO ED I SUOI INTERESSI.

DELLE DUE ALLORA UNA:

O IL PARLAMENTO APPROVA SUBITO,MA AD HORAS,UNA LEGGE CHE SANCISCA CHE LE ASSOCIAZIONE COSIDDETTE ANTIMAFIA CHE NON FANNO INDAGINI E DENUNCE,AIUTANDO CONCRETAMENTE E NON A CHIACCHIERE  COME SEMBRA AVVENIRE OGGI,MAGISTRATURA E FORZE DELL’ORDINE A COMBATTERE LE MAFIE,P ESSE VENGONO CANCELLATE E MESSE NELLE CONDIZIONI DI NON ESISTERE PIU’

ED,ANCORA,AD ESSE DEVE ESSERE VIETATA QUALUNQUE ATTIVITA’ ECONOMICA E DI IMPRESA  IN QUANTO L’ANTIMAFIA NON DEVE ESSERE UN BUSINESS  O SI CHIUDONO BARACCA E BURATTINI E SI TORNA TUTTI A CASA.

NON E’ PIU’ POSSIBILE E  DIGNITOSO ANDARE AVANTI COSI’!

NOI NEL FANGO NON SIAMO DISPOSTI A CADERE PER COLPA DI CHICCHESSIA.

 

 

 

 

Autobomba a Limbadi, il legale della famiglia Vinci: “Avvieremo indagini difensive, raccolta fondi per investigatori stranieri”.

“Il rifiuto della scorta nei confronti di Rosaria Scarpulla rappresenta un atto pericoloso anche ai fini delle indagini in corso”. Lo ha detto, incontrando i giornalisti, l’avvocato Giuseppe De Pace, legale della madre di Matteo Vinci, morto il 9 aprile scorso a Limbadi nell’esplosione della sua auto azionata da un ordigno. Nell’attentato é rimasto gravemente ferito anche il padre di Matteo Vinci, Francesco. De Pace ha annunciato l’avvio di indagini difensive “per una puntuale ricostruzione dei fatti”.

“Ed a tale scopo – ha detto – avvieremo una raccolta di fondi, anche a livello internazionale, con lo scopo di utilizzare investigatori privati, meglio se non italiani, che possano puntualmente ricostruire la verità di questo evento. Per i Vinci questa storia, sia pure in un quadro generale, non presenta particolari punti interrogativi, dato che i mandanti del gesto appartengono ad una delle diverse articolazioni della famiglia Mancuso. E noi agiremo per individuare i responsabili diretti e indiretti, quel grumo di potere che rappresenta la forza del clan limbadese”. Il legale non ha risparmiato critiche neppure al mondo politico. “Avete letto tutti – ha detto – le manifestazioni di vicinanza, rese attraverso note stampa, da parte di alcuni esponenti del M5S, con cui si annunciava addirittura una richiesta ispettiva al Ministero dell’Interno. Poi é arrivato il presidente Fico a San Ferdinando e non ha detto una parola sulla famiglia Vinci”. L’avvocato De Pace, nel suo intervento, é stato critico nei confronti delle associazioni antimafia e in particolare di Libera, “della quale sono stato – ha detto – tra i soci fondatori”. Il legale ha poi estratto dal portafogli la tessera di Libera e l’ha strappata.

 

16 Giugno 2018

fonte:http://www.ildispaccio.it