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Articolo 21 premia il Comitato antimafia di Fondi. Ma il PD ha lasciato solo Bruno Fiore

Con una cerimonia fortemente carica di significati si è svolta, nella serata di giovedì 10 dicembre a Roma presso il Circolo di Montecitorio, la consegna dei premi per la libertà e la difesa della Costituzione “Paolo Giuntella”, che l’Associazione Articolo 21, attribuisce a quelle personalità, gruppi ed associazioni che si sono distinti per aver affermato con la loro azione appunto il principio sancito nell’Art. 21 della nostra Carta Costituzionale.
I riconoscimenti 2009 sono stati assegnati all’On.le Rosi Bindi, Presidente del Partito Democratico, al Comitato di Redazione de La7 e Silvia Resta, all’Avvocato Domenico D’Amati, ai lavoratori AGILE-EUTELIA e al Comitato permanente di lotta alle Mafie di Fondi. La motivazione del premio attribuito al Comitato di Fondi recita: “Le mafie, la criminalità organizzata, gli interessi dei casalesi sono arrivati orami alle porte di Roma ma sono in pochi ad accorgersene. Il caso Fondi è emblematico e solleva il grande tema della commistione tra interessi mafiosi, economici e politici. Il Comitato permanente di lotta alle mafie di Fondi ha posto una barriera fatta di responsabilità civile, opponendo all’arroganza e agli interessi mafiosi la difesa della democrazia e della legalità.”
I membri del Comitato, nel ringraziare per l’importante riconoscimento, hanno tenuto ad evidenziare la necessità di mantenere alta l’attenzione sulle vicende del mancato scioglimento del Consiglio comunale di Fondi, evidenziando che rimane intatto, per responsabilità di un Consiglio dei Ministri e di un Governo che continuano a sbandierare successi della lotta alle mafie, il sistema criminale di controllo di un intero territorio, che non riguarda solo il Comune di Fondi ma estende i suoi tentacoli su tutto il sud pontino.
Il Comitato ribadisce il proprio impegno a continuare la propria azione di denuncia e di informazione, perché molto rimane ancora da fare per combattere il consolidamento delle infiltrazioni mafiose e ridare trasparenza alla macchina amministrativa che, nonostante il commissariamento ordinario, continua ad essere di fatto gestita indirettamente dagli ex amministratori. Ed in queste condizioni ci si sta avviando a celebrare una campagna elettorale in cui le “regole del gioco” continuano ad essere dettate da gruppi politici fortemente condizionati e collusi dalle organizzazioni mafiose. La battaglia per la legalità non può essere relegata a semplice corollario, perché non esiste agibilità democratica dove le organizzazioni criminali hanno ricevuto un “via libera” di fatto e possono continuare a fare i loro “affari” in modo indisturbato. E’ questo l’appello che il Comitato lancia alle forze politiche ed alle associazioni, affinché resti forte ed unitario l’impegno su questi temi.
Fondi, 12 dicembre 2009
Comitato permanente di lotta alle mafie