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Arresti a Latina e provincia, ecco tutti i nomi

Arresti a Latina e provincia, ecco tutti i nomi

Latina – Spunta la figura di Luciano Iannotta, presidente del Terracina Calcio e imprenditore. Ci sono anche due ufficiali dei carabinieri

Gianpiero Terenzi

16/09/2020

E’ scattata nella notte e alle prime luci dell’alba l’operazione Dirty Glass, indagine della polizia di Latina e della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. In carcere è finito Luciano Iannotta, presidente del Terracina Calcio e noto imprenditore della provincia di Latina. Stesse misure per Luigi De Gregoris (classe ’71), Natan Altomare (nato a Cori nel ’76 e già coinvolto nella nota operazione Don’t Touch) e Pasquale Pirolo, nato a Curti nel ’49.

 

 

Gianpiero Terenzi

 

16/09/2020 10:23

 

E’ scattata nella notte e alle prime luci dell’alba l’operazione Dirty Glass, indagine della polizia di Latina e della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. In carcere è finito Luciano Iannotta, presidente del Terracina Calcio e noto imprenditore della provincia di Latina. Stesse misure per Luigi De Gregoris (classe ’71), Natan Altomare (nato a Cori nel ’76 e già coinvolto nella nota operazione Don’t Touch) e Pasquale Pirolo, nato a Curti nel ’49.

Ai domiciliari sono finiti Alessandro Sessa (Roma 1965), Michele Lettieri Carfora(Caserta 1969), entrambi carabinieri, quest’ultimo ex comandante della stazione di Sezze. Con loro Franco Cifra (Latina, 1959), Antonio e Gennaro Festa di Napoli e Thomas Iannotta, classe 1995 di Latina.

E’ stato invece raggiunto dal divieto di dimora in Provincia di Latina insieme all’interdittiva dell’esercizio del pubblico ufficio, Stefano Ivano Altobelli, classe 1964 di Sonnino.

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E’ stata denominata “Dirty Glass”, l’operazione che ha portato a 11 ordinanze di misure cautelari tra Roma e Latina. Il tutto al culmine delle indagini condotte dalla  Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condotte dalla Squadra Mobile di Latina che hanno portato anche al sequestro di 4 società attive nella commercializzazione del vetro. Le accuse sono pesanti  per reati in materia fiscale e tributaria, violazioni della legge fallimentare, estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, falso, corruzione, riciclaggio, accesso abusivo a sistema informatico, rivelazioni di segreto d’ufficio, favoreggiamento reale, turbativa d’asta, sequestro di persona e detenzione e porto d’armi da fuoco. 

È stata disvelata una qualificata rete di relazioni attraverso cui gli indagati, in prevalenza imprenditori della provincia di Latina ed altri di origini campane, gestivano le proprie attività commerciali realizzando profitti illeciti derivanti dall’acquisizione di asset distratti da società commerciali in dissesto, dalla turbativa di procedimenti di esecuzione e da attività di riciclaggio di proventi di attività delittuose. Le intercettazioni hanno consentito di accertare anche che il tutto avveniva attraverso l’utilizzo sistematico di soggetti appartenenti alla pubblica amministrazione rivelatisi a disposizione degli indagati, nell’opera di acquisizione di informazioni coperte da segreto d’ufficio e strumentali a schermare le imprese criminali da eventuali indagini di polizia giudiziaria.

Un profilo particolarmente caratterizzante si è rivelato alla capacità di relazionarsi con appartenenti al mondo della criminalità organizzata, utilizzandone all’occorrenza i servizi quando si palesasse la necessità di risolvere contrasti con altri imprenditori, avvalendosi in tal caso della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza di tali soggetti a clan autoctoni di natura mafiosa operanti sul territorio di Latina. I particolari saranno resi noti nel corso di un incontro che si terrà con la stampa questa mattina, alle ore 11.00, negli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.

 

Fonte:https://www.latinaoggi.eu/