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Appaltopoli, sospetti sulla gara al consorzio Idrico

Il Mattino, Martedì 3 Maggio 2016

Appaltopoli, sospetti sulla gara al consorzio Idrico
di Marilù Musto

CASERTA – Parlavano con utenze telefoniche intestate a un rumeno e un’ucraina, Loredana Di Giovanni e Alessandro Zagaria. La prima, amministratrice della società Project Service; il secondo, imprenditore trentenne residente a Pietrelcina, figlio del titolare del ristorante Il Tempio di San Cipriano d’Aversa. Ma un giorno, nel luglio del 2015, la donna si accorse di essere seguita, durante i suoi spostamenti, da una Fiat Punto, l’auto dei carabinieri di Caserta, e parlò della vicenda ad Antonio Bretto, titolare della «Bretto Opere Stradali» e di imprese che hanno vinto appalti pubblici a Scafati.

Antonio Bretto ha lo stesso cognome della moglie del capoclan Antonio Bardellino, il fondatore del clan dei Casalesi. I magistrati stanno verificando se ci sono collegamenti fra lui e la vedova del boss ucciso in Brasile negli anni ‘80. Per ora questo legame di parentela è solo un’ipotesi. In ogni caso, fu lui a rassicurare la Di Giovanni, quando lei scoprì di essere pedinata e fotografata. «Me lo ha detto un amico in questura, sono intercettata», aveva spiegato la Di Giovanni. Troppo tardi. La guardia di finanza di Napoli e i carabinieri di Caserta avevano già capito tutto. E avevano confezionato, assieme ai pm, la richiesta di arresto per l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Di Muro, e per l’imprenditore Guglielmo La Regina, rappresentante della Archicons, società che si sarebbe occupata della progettazione dei lavori dello storico palazzo di Santa Maria Capua Vetere, Teti Maffuccini.

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