Mafia Capitale, la Procura valuta inchiesta su relazione Anac. Cantone: “Non immaginavo Comune fosse così pervaso”

Il dossier dell’anticorruzione sugli appalti capitolini tra il 2011 e il 2014 all’esame di Pignatone.

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Mafia Capitale, la Procura valuta inchiesta su relazione Anac. Cantone:
Raffaele Cantone (agf)

La relazione del presidente dell’Anac Raffaele Cantone sulla gestione degli appalti a Roma potrebbe portare all’apertura di un fascicolo d’indagine. Il procuratore capo Giuseppe Pignatone sta infatti esaminando il dossier. Si valuterà poi, in base al contenuto, se farla confluire o meno nel fascicolo d’inchiesta su Mafia Capitale o se dedicarle un incartamento processuale a parte.

Nella relazione di 140 pagine sulle amministrazioni capitoline guidate da Alemanno e poi dall’attuale sindaco tra il 2011 e il 2014, Cantone, in merito alle modalità di assegnazione delle gare, aveva sottolineato che “ci sono appalti che possono essere dati per legge anche senza gara, ma noi abbiamo verificato che molti sono stati assegnati senza gara anche se non c’erano quei presupposti” e questo sistema “è praticamente in gran parte quello sul quale si è radicata Mafia Capitale”.

Alcuni venivano frazionati per garantire assegnazioni senza trasparenza, altri attivati con procedura d’urgenza anche laddove l’urgenza non c’era, altri ancora affidati secondo linee di continuità. Lunga la lista delle gare sospette contenuta nell’indagine condotta su 1850 procedure. Tra questa quattro assegnate con gara negoziata anziché con concorso pubblico: il rifacimento de marciapiedi di via del Babuino, la sistemazione di piazza Vittorio, la riqualificazione del mercato Testaccio e il restyling delle piste ciclabili.

In serata, intervistato a Porta a Porta, Cantone ha aggiunto: “Onestamente non immaginavo ci potesse essere un coinvolgimento così profondo della macchina comunale. Potevo immaginare che alcuni politici fossero coinvolti o che ci fosse corruzione ma una macchina così pervasa no”.

E sugli appalti delle due giunte ha spiegato: “Quegli appalti avviati sotto la giunta Alemanno in molti sono stati prorogati. Roma per un lungo periodo non ha neanche approvato il bilancio. Si è lavorato moltissimo sulle proroghe. Questo spiega perché c’è un quantitativo di appalti in percentuale molto elevato fatto dalla giunta Marino ma dal punto di vista delle cifre molto più basso di quella della giunta Alemanno. Sono stati fatti pochissimi appalti, tante proroghe e alcune numerose procedure negoziali”.

Dopo la relazione l’attività ispettiva dell’Anac non si fermerà perché “noi vogliamo capire se questi meccanismi che hanno consentito di sviluppare questo vero e proprio sistema di illeciti amministrativi

 sia stato messo in discussione poi dagli interventi successivi, cioè se quanto messo in campo attualmente dall’assessore Sabella e dal nuovo segretario generale sia in grado di evitare il verificarsi di fatti di questo tipo. Ho verificato che ci sono momenti di discontinuità netti e chiarissimi rispetto al passato ma vogliamo capire facendo una simulazione tecnica se quel sistema è in grado nel futuro di evitare fatti di quel tipo” ha aggiunto.