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Al Mercato di Fondi

 

Mafia confiscato l’impero dell’autotrasporto per il mercato di Fondi” 

Si tratta di beni che sono stati sottratti al possesso di un imprenditore del settore trasporti, Carmelo Gagliano
ANSA

 

03/11/2016
rino giacalone
roma 

Un “pezzo” rilevante degli affari gestiti da Camorra e Cosa nostra attorno al mercato ortofrutticolo di Fondi (provincia di Latina) è finito adesso confiscato. Il provvedimento, emesso dal Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani, a conclusione di un procedimento investigativo della Dia, è stato eseguito in questi giorni dagli agenti della stessa direzione investigativa antimafia. Si tratta di beni che sfiorano i 2 milioni di euro e che sono stati sottratti al possesso di un imprenditore del settore trasporti, Carmelo Gagliano, 50 anni.  

 

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto della Procura distrettuale antimafia di Palermo, dott. Dino Petralia, hanno messo in evidenza come Gagliano, mai toccato da condanne per mafia, aveva perfettamente aderito al sistema mafioso attuato per il commercio di merci da e per la Sicilia. Centro nevralgico il mercato ortofrutticolo di Fondi diventato terra privata del clan del casalesi come ha dimostrato una indagine condotta dalla Dda di Napoli. Con la cosca napoletana degli Schiavone in particolare, Cosa Nostra trapanese era riuscita a intrecciare precisi accordi per avere l’esclusiva, per proprie imprese, nell’ambito del trasporto dei prodotti. Il tutto garantito da un nome pesante della mafia siciliana e cioè quel Gaetano Riina fratello del più noto Totò, che da Mazara del Vallo, dove risiedeva, avrebbe agito per mettere d’accordo i diversi clan.  

 

Gagliano assieme ad un altro imprenditore marsalese del trasporto gommato, Ignazio Miceli, pregiudicato, oggetto di altra confisca anche se nel frattempo deceduto, attraverso la “A.F.M. Autofrigo Marsala Soc. coop” ha permesso alla mafia di infiltrarsi nel circuito della grande distribuzione ortofrutticola dell’agro pontino e quindi di spartire proventi secondo le condizioni dettate dal “clan dei casalesi”. Parte dei proventi ovviamente come contropartita sono stati intascati da Gagliano, le cui proprietà e possedimenti sono risultati ai giudici fin troppo ingiustificati rispetto alla mediocrità dei redditi dichiarati. Tra i beni confiscati risultano terreni, fabbricati, l’intero capitale sociale e il compendio aziendale della società “L.G.F. Trasporti srl” con sede a Mazara del Vallo, veicoli e rapporti bancari.