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Agguato mortale a Castellammare di Stabia

CASTELLAMMARE DI STABIA – (p. p. ) Fort Apache è ad un tiro di schioppo, a Torre Annunziata, parafrasando il film di Risi sulla storia di Giancarlo Siani. Ma a Castellammare di Stabia, si continua ad assistere a scene da Far west, soprattutto in pieno centro storico. Ieri sera l’ennesimo omicidio di camorra, l’ennesima sparatoria. L’ennesimo agguato in pieno centro che oltre a lasciare sul selciato il corpo di Aldo Vuolo, 54enne legato, secondo gli inquirenti ai D’alessandro, ha ferito anche un passante che con la camorra e la “guerra di Scansano” (il popoloso quartiere stabiese dove si inerpicano i tentacoli delle cosche locali) non c’entra proprio. Aldo Vuolo, fedelissimo dei D’Alessandro è stato raggiunto e freddato da due sicari in sella ad una moto. Ha cercato di sfuggire ai suoi killer nascondendosi tra i banchi del negozio di frutta e verdura in piazza Caporivo ma è stato inutile, lo hanno raggiunto e gli hanno inferto il colpo di grazia. Il suo corpo è rimasto li a terra per alcune ore, disteso in una pozza di sangue tra il bancone e gli stands con la frutta in attesa dell’arrivo del magistrato e del medico legale. Nel frattempo al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo giungeva il passante raggiunto di striscio ad un piede da un proiettile esploso dai killer in fuga che volevano rapinargli la moto sulla quale stava viaggiando. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia di Castellammare di Stabia, coordinati dal primo dirigente Luigi Petrillo e dal vicequestore Stefania Grasso e gli uomini della scientifica che hanno provveduto ad effettuare tutti i rilievi del caso. In base a quanto ricostruito fino a questo momento l’omicidio sarebbe avvenuto intorno alle 20, 30. Vuolo era a piedi e proveniva da via Santa Caterina e si stava dirigendo a Largo Caporivo, dove svolgeva la sua attività di spaccio. Probabilmente i killer lo stavano tenendo d’occhio già da qualche minuto e quando è entrato nel negozio lo hanno inseguito e hanno aperto il fuoco contro di lui. Otto bossoli in terra. Otto colpi calibro nove parabellum esplosi tutti dalla stessa arma impugnata da uno solo dei due banditi che nel corso della fuga non hanno esitato ad aprire il fuoco anche contro un passante per “cambiare” la moto in quanto la loro si era guastata. Feroci, assassini (chi ha sparato, pur avendo il casco integrale, sembrava essere un ragazzino: dalle prime ricostruzioni), ma disorganizzati, forse (è proprio il caso di dirlo) alle prime armi. Vuolo potrebbe essere stato giustiziato per uno sgarro o per una questione economica legata alla sua attività di pusher. Quest’ultima ipotesi secondo gli inquirenti sarebbe la più accreditata. Già nella notte avviate perquisizioni negli ambienti criminali che potrebbero portare già nelle prossime ore a fermi per eventuali stube. l’Ora Vesuviana on-line