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Agguato a Napoli, ecco chi era l’obiettivo dei killer:era stato arrestato tre anni fa.L’OPERA MERITORIA DEI CARABINIERI DI GIUGLIANO.IN QUELLA CITTA’ E’ SORTA DA TEMPO ANCHE UNA SEZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI CHE LAVORA ANCH’ESSA AL SERVIZIO DELLA COLLETTIVITA’.GRAZIE CAPITANO DE LISE E GRAZIE A TUTTI VOI UOMINI DELL’ARMA IN SERVIZIO ED IN CONGEDO

ESCLUSIVA. Il Capitano De Lise: «Questo territorio è assetato di giustizia, ma in troppi preferiscono farsi i fatti propri»

di REDAZIONE
GIUGLIANO. Lo spaccio di droga, il pericolo faida nel clan Mallardo, il fenomeno delle estorsioni ma anche la microcriminalità dilagante. Questo alcuni temi trattati nell’intervista esclusiva rilasciata ad InterNapoli.it dal Capitano Antonio De Lise, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Giugliano in Campania.

Iniziamo dal rapporto tra Arma dei Carabinieri ed Istituzioni. La sinergia è fondamentale per combattere la criminalità..

Certo, la sinergia c’è con tutti. Per combattere la microcriminalità già non essere ostacolato dalla politica è un grosso vantaggio. Il mio dovere è anche quello di difendere l’immagine della città. I recenti controlli a venditori ambulanti, pescherie ed altri commercianti sono mirati a salvaguardare l’aspetto della città. Chi mette piede per la prima volta a Giugliano resta esterrefatto dell’illegalità diffusa. Il compito delle forze dell’ordine è anche questo, ovvero contribuire a migliorare e ‘normalizzare’ la città in cui uno vive e presta servizio. Non è possibile vedere contrabbandieri fuori scuole e chiese a qualsiasi ora del giorno, proprio per questo motivo siamo intervenuti con un’operazione e continueremo a farlo. Noi non ci giriamo dall’altra parte e nemmeno i cittadini devono farlo. In tal senso è importante anche educare i bambini fin da piccoli ad avere comportamenti nella legalità, per questo motivo stiamo effettuando tanti incontri nelle scuole.

Si sente aiutato dalle Istituzioni, e dai cittadini invece? Ritiene che questo territorio sia omertoso?

E’ evidente che questo territorio è assetato di giustizia. Questo l’ho capito fin da subito, ho trovato grande ospitalità. Purtroppo però a quest’esigenza non corrispondono azioni forti volte al riscatto. Ma non credo che sia omertà o paura, piuttosto qui troppe persone hanno la mentalità di “farsi gli affari propri”. E’ paradossale ma a volte mi è capitato anche di fare sforzi doppi con testimoni che non sono non si sono recati spontaneamente in caserma ma hanno persino negato di aver assistito, o aver mezzi quali telecamere e/o altro utili per lo sviluppo delle indagini.

Giugliano sta vivendo un momento molto caldo dal punto di vista criminale con la scissione all’interno del clan Mallardo. I cittadini hanno paura che possa scatenarsi una nuova faida in città. Quali misure ha l’Arma dei Carabinieri per frenare questo rischio?

A Giugliano non si parla liberamente di camorra. Il clan ha la capacità di nascondere oscurare tutto e di far sembrare credere ai cittadini che determinate cose funzionano grazie alla loro presenza sul territorio. A Giugliano, come a Melito, Marano e Villaricca i grandi capi sono in galera. Stare per strada tra la gente, fare controlli e continue perquisizioni vuole essere un modo per far capire che armi in casa e attorno alle abitazioni non ce ne devono essere ed è l’unica soluzione per far avvertire forte sul territorio la presenza dello Stato e dell’Arma dei Carabinieri per garantire maggiore sicurezza in città. Così speriamo di spegnere sul nascere conflitti a fuoco.

Secondo fonti investigative la scissione all’interno del clan Mallardo avrebbe provocato effetti anche su estorsioni e droga. Qual è la situazione adessa a Giugliano?

Se dovessimo basarci sui numeri e dati di sintesi, oggi potremmo dire che non è alto il tasso di fenomeni di estorsione a Giugliano, ma non è affatto così, anzi. Nonostante uno spenda il tempo cercando di rendersi familiare agli occhi dei cittadini magari partecipando a diverse iniziative, con rammarico ho costatato che nessuno viene in caserma a denunciare. Rispetto ad un anno fa certamente qualche risultato l’abbiamo riscontrato, sette arresti per estorsioni in 4-5 mesi mi fanno ben sperare ma non è abbastanza. Qualcuno inizia ad avere più fiducia nella giustizia, ma c’è anche il fattore della crisi economica che incide. Infatti mentre prima i commercianti avevano i soldi per pagare, ora invece che, avendo poca liquidità, decidono di rivolgersi alle forze dell’ordine. Riguardo al fatto che a Giugliano non ci sia la droga, questo è un ‘falso mito’ creato dal clan. Magari non ci sono grandi ‘piazze’ a cielo aperto come a Melito, ma la droga circola e le scoperte che abbiamo fatto negli ultimi mesi lo dimostrano. Anche in questo caso la camorra è brava a nascondere.

Spesso il cittadino non denuncia perchè si sente solo o ha paura delle conseguenze. C’è un modo per tutelarli?

Stiamo cercando di far nascere un’associazione antiracket a Giugliano, perché credo che coinvolgere i commercianti a farne parte aiuta gli altri a creare una Rete e sentirsi maggiormente coinvolti. Confrontarsi non solo con le forze dell’ordine aiuta. L’associazione ad esempio così come è avvenuto per Sant’Antimo andrà in ausilio a chi ha esposto denuncia. Rappresenta un valido supporto sia economicamente per affrontare il processo e per la ripresa dell’attività, e poi non abbandonano le vittime e rappresentano un validissimo sostegno per noi.

Ai commercianti che chiedono maggiore sicurezza cosa risponde?

Ai commercianti rispondo che noi siamo al loro fianco e non solo. Con numeri record e l’ultimo esito di Febbraio che citavate in un precedente articolo cerchiamo di fare in modo che l’Arma dei Carabinieri possa monitorare continuamente il territorio dando priorità alla prevenzione di furti, rapine, e altri reati

Quella di Giugliano è la prima in Campania per numero di arresti effettuati. Come riuscite ad essere così presenti sul territorio?

Si è vero la Compagnia di Giugliano è tra quelle più operative della Campania ma i meriti non vanno ricercati nella mia persona, io sono solo la punta di un diamante rappresentato dai nostri 250 Carabinieri, ci tengo a precisare nostri perché rappresentano un patrimonio dell’intera comunità che ci è stata affidata.

di Antonio Mangione e Ivana Ciccarelli
16/03/2017

fonte:www.internapoli.it