Cerca

A proposito dell’imminente nomina del Presidente dell’Autorità Portuale Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta

Aspettando il Presidente del porto.

Nel vorticoso giro di nomi che concorrono alla Presidenza dell’Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, stupisce il fatto che nessuno abbia notato, o qualcuno abbia fatto finta di non sapere, cosa è successo negli ultimi mesi: ovverosia che l’ente è stato commissariato a seguito di una verifica dell’Ispettorato Generale di Finanza su mandato del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato che ha evidenziato numerose anomalie nella gestione amministrativo-contabile.

I più pensano che l’uscita ingloriosa di Ciani sia stato un mero problema di un sovrannumero di autisti pagati dall’Ente Portuale ma se si avesse tempo e voglia di leggersi le carte, quelle della Ragioneria Generale dello Stato nonché quelle della Corte dei Conti che vanno dall’anno 2000 fino al 2007, si noterebbe che le responsabilità del Presidente dovrebbero quanto meno essere suddivise/condivise a più livelli, non solo politiche, ovvero con il precedente Presidente, ma anche dirigenziali.

Infatti, a conferma di una più generale condivisione della responsabilità, la verifica ispettiva punta, tra gli altri, il dito sugli emolumenti percepiti dal personale dirigente evidenziando che la somma totale percepita indebitamente dal 2005 al 2008 è pari a 165.665,30, e per quanto concerne i “premi di produzione” vi è scritto testualmente “..questi prescindono da ogni valutazione in ordine al raggiungimento degli obiettivi di incremento dei livelli di efficienza, produttività, qualità e redditività, finendo col rappresentare una mera forma di erogazione a pioggia dei compensi accessori in favore del personale”.

Ma non solo. Nella stessa verifica amministrativa contabile le Autorità di vigilanza rilevavano che i crediti non riscossi dei canoni demaniali pregressi ammontavano, al 2008, a poco più di 15 milioni, e a fronte di questo rilevantissimo importo, alcuna risposta è stata a tutt’oggi fornita circa l’attività di recupero dei crediti in questione messa in atto dall’Autorità Portuale nel quadriennio 2005-2008, con la dovuta preoccupazione che ovviamente la cifra indicata sarà notevolmente decurtata dalle avvenute prescrizioni.

Ma andando avanti nella lettura delle carte, in materia di appalti di beni e servizi emerge l’uso indiscriminato di “gare ufficiose” ed appaiono scarsi o quasi inesistenti i provvedimenti relativi a licitazione privata, asta pubblica e appalto concorso, evidenziando in tale contesto la singolarità che nei fascicoli esaminati, la composizione della commissione di gara risulta sempre formata dagli stessi nominativi. Pensare che nell’ambito della dotazione organica dell’Autorità non vi siano soggetti dotati di adeguati curricula in grado di far parte delle commissioni è alquanto difficile da dimostrare.

Affrontare il tema del nuovo Presidente dell’Authority, senza considerare tali fatti e le capacità manageriali dei vari candidati, utilizzando come unico criterio quella di una peraltro dubbia civitavecchiesità (ma Gaeta e Fiumicino che ne pensano?) ci sembra alquanto riduttivo.

L’unico auspicio è che chi deciderà il futuro dell’Ente portuale regionale, come più volte molti lo hanno con orgoglio appellato, in nome di una legalità che non è solo assenza di reato ma anche gestione etica e trasparente della cosa pubblica, abbia il tempo di leggere quanto i vari organi dello Stato hanno scritto sulla gestione dell’Ente; tempo che forse non hanno avuto i tanti che si prodigano per affermare il loro candidato ideale, con una inquietante unità di intenti. Chissà mai perché.

Associazione Antonino Caponnetto