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‘ A megghiu parola è chidda ca ‘un si dici”… Falcone (e non solo) era già morto prima che lo ammazzassero.

Quell’”area grigia” che è sempre difficile colpire.

Per una serie di marchingegni legislativi e per una legislazione carente che non consente alla magistratura di assestare i colpi giusti per debellare le mafie.

Il problema “mafie” è tutto e solamente politico, perché, se così non fosse, a quest’ora esso non esisterebbe più o quasi.

Come nel caso delle Brigate rosse, che, pur se il rischio di una loro rinascita, magari sotto altra veste, permane sempre, sono state sconfitte in brevissimo tempo.

Con le mafie il discorso è diverso perché, peraltro, con il sostegno di pezzi della politica e delle istituzioni stesse, esse hanno acquisito nella società consenso e potere.

Con la corruzione, con i soldi di cui esse dispongono a tonnellate.

L’”area grigia” costituita dai “colletti bianchi”: esponenti politici e delle istituzioni, parlamentari, uomini di governo, burocrati, dirigenti pubblici, bancari ed eserciti di professionisti, notai, commercialisti, avvocati, ingegneri, architetti e, talvolta, anche alcuni poliziotti, carabinieri, finanzieri e qualche magistrato.

Eserciti, appunto, che costituiscono una parte cospicua della società e posizionati nelle sedi giuste, dove si formano le leggi, si dispone, si decidono le sorti di questo nostro disgraziato Paese.

Come si parla a sproposito quando si parla di Capaci, Falcone, Borsellino e di tutte le altre centinaia, migliaia vittime di mafia!

Quanta ipocrisia, quanta reticenza, quanta manipolazione della verità.

Una campagna sistematica di disinformazione!!!

I magistrati, i più, fanno il loro dovere, ma si trovano nel loro lavoro a districarsi in un dedalo di limitazioni, di difficoltà, talvolta anche interne, come è capitato appunto a Giovanni Falcone.

Leggiamo al riguardo le sue parole amare pronunciate nella famosa sua intervista a Marcelle Padovani (v. “Cose di Cosa Nostra”. Ed. BUR):

“Occuparsi di indagini di mafia significa procedere su un terreno minato: mai fare un passo prima di essere sicuri di non andare a posare il piede su una mina “antiuomo”. Il principio è valido per tutte le istruttorie che riguardano più o meno da vicino la criminalità organizzata, ma ancora di più per una persona come me nel momento in cui mi avventuravo in una terra quasi vergine sotto il fuoco incrociato di amici e nemici, anche all’interno della magistratura. I miei colleghi sostenevano che ero affetto da vis attractiva; a loro avviso, insomma, volevo avocare a me tutti i processi d’Italia. Un alto magistrato diede questo suggerimento al mio capo Rocco Chinnici: “Seppelliscilo sotto montagne di piccoli processi, almeno ci lascerà in pace”.

Al Tribunale di Palermo sono stato oggetto di una serie di microsismi, fattisi via via più intensi con il passare del tempo.

Davo fastidio”.

“Davo fastidio”, disse Falcone.

Come danno fastidio tutti coloro, come anche noi, che raccontano la verità, che non nascondono e denunciano i fatti e cosa li determina o li ha determinati.

Alle giovani generazioni si offre una lettura riduzionista delle mafie, di cosa queste sono, di chi sta dietro di esse.

Questo è il motivo per il quale noi diffidiamo di tanti convegni parolai, di tante commemorazioni ipocrite, di tanti “corsi della legalità”.

Quanta retorica, quanta ipocrisia!

E quanto business, talvolta!

Sulla pelle di tantissime persone oneste che hanno rimesso la loro vita per combattere veramente le mafie.

Le mafie, non la mafia.

Perché le mafie sono tante.

Ci sono gli esecutori, la manovalanza criminale.

Ma le menti, chi comanda, chi decide sono altrove.

Magari nello stesso Parlamento e nel governo, fra chi conta ed ordina.

Comunque “nei salotti buoni”, come dice il Procuratore Roberto Scarpinato.

Quell’”area grigia”, i “ colletti bianchi”, appunto.

“Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande.

Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno.

In Sicilia (ma non solo, ndr) la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito (o forse non ha voluto ndr) a proteggere”, aggiunge amareggiato Falcone.

Falcone era morto già prima che lo ammazzassero.

Questa è la verità che pochi raccontano…

Pochi, pochissimi!!!