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A Formia – e nel sud pontino – ci sono “tutti”, ma proprio tutti

L’ira nostra esplode quando sentiamo qualcuno che a Formia si arroga il diritto di parlare di mafia quando non sa nemmeno di cosa si tratti e di quanto il fenomeno sia esteso e radicato.

A Formia ci sono tutti, ma proprio tutti.

Da elementi collegati ai Contini, ai Moccia, ai Bardellino e ci sono anche parenti di Sandokan.

Per non parlare di altri.

Quando si parla di determinati argomenti, bisogna sapere di cosa si sta parlando.

Ed allora il discorso va spostato sulle eventuali connivenze, sulle complicità, dirette ed indirette. Nella politica, nelle istituzioni, nelle professioni, nella società.

L’inchiesta “Formia Connection”, nella parte relativa al “voto di scambio” che inspiegabilmente è stata archiviata, ha tentato di metterne in luce alcune.

Perché non si parla di questa? Chi l’ha archiviata? e perché?

Perché non si parla di “chi” ha messo le mani sul commercio, sugli appalti, sui subappalti, sull’edilizia e quant’altro?

Perché?

Sono anni, per non dire decenni, che in tutte le relazioni della Direzione Nazionale Antimafia si parla del radicamento dei clan nel Basso Lazio, a Formia, Minturno, Gaeta, Itri, Sperlonga, Fondi e così via.

Chi parla di mafia, avrebbe dovuto almeno leggerle, per, poi, approfondire le ricerche sul proprio territorio, cercando di individuare nome, cognome, attività di questi soggetti. E dei loro sodali, già noti e, soprattutto, non noti.

Perché non parliamo – anzi, non parlano – di “come” lo Stato ha affrontato il fenomeno e del “perché” non si è mai affrontato il toro per le corna sviluppando una vasta, approfondita indagine sulla “provenienza” delle montagne di capitali investiti nell’acquistare negozi, appartamenti, ville, ristoranti e quant’altro?

A Formia ci sono centinaia di uomini delle Fiamme Gialle, fra gruppo navale, baschi verdi ecc.; c’è una Compagnia dei Carabinieri; un Commissariato della Polizia di Stato.

Per non parlare della Polizia provinciale, quella municipale, quella forestale.

Ci sono forze, uomini, mezzi e strumenti.

Vogliamo parlare – anzi, vogliono parlare – di “come” sono stati utilizzati, del “perché”, malgrado questo schieramento, è quasi sparita l’imprenditoria formiana, quella gaetana, itrana, ecc. ecc., soppiantate da quelle di Casal di Principe, di Frignano, casertana e napoletana?