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Risultati di ricerca per: boschin

Don Boschin, un giallo lungo 21 anni.Quello di Don Boschin ,insieme a quelli dell’avv.Mario Maio avvenuto ad Aprilia nel 1990 ed all’altro dell’avv.Enzo Mosa avvenuto a Sabaudia nel 1998,é uno dei tre omicidi eccellenti di probabile matrice mafiosa della provincia di Latina rimasti senza una soluzione.Non sono stati,infatti,scoperti nè mandanti né esecutori.

IL Corriere della Sera, Martedì 17 maggio 2016  IL PRETE ANTI-DISCARICA Don Boschin, un giallo lungo 21 anni «Riaprite l’inchiesta sull’omicidio» L’istanza presentata al capo

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Don Cesare Boschin. Riceviamo e con piacere pubblichiamo una lettera pervenutaci da Felice Cipriani,l’amico autore di un libro meraviglioso che tratta della vita e della misteriosa uccisione di Don Cesare Boschin,il compianto parroco di Borgo Montello.Un assassinio,quello di Don Boschin,secondo noi,in odor di camorra

Lettera Ai giornali. Perché l‘uccisione di Don Cesare Boschin. Da oltre un mese sulla stampa locale della provincia di Latina viene riproposta la drammatica storia

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La mafia in provincia di Latina. Essa non ha posto in essere comportamenti violenti? E siamo sicuri che non ci sia la mano dei mafiosi negli assassini dell’avv.Mario Maio ad Aprilia,di Don Cesare Boschin a Borgo Montello ,dell’avv.Enzo Mosa a Sabaudia e degli attentati e delle minacce all’ex Assessore Chiusolo del Comune di Aprilia che si é dimesso e si é ritirato dalla vita pubblica ?

Quotidiano indipendente del Trentino Alto Adige Il prefetto Luigi Faloni lancia l’allarme: «Le organizzazioni criminali vogliono coesistere con le altre realtà presenti e confondersi nella

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I.Morti,morti,tanti morti,a centinaia,a migliaia.Tutti ammazzati.Chi buttato giù da un balcone,chi da un dirupo,chi sotterrato vivo,chi sgozzato,chi con una pallotta in bocca,al cranio,al cuore.chi con decine di coltellate dopo essere stato barbaramente torturato,chi sciolto in un fusto di acido. E,poi, tante violenze,minacce,intimidazioni,con i vari Luigi Leonardi prelevato e portato in una stanza buia per giorni e notte con una pistola puntata alla tempia,con altri come i vari Don Boschin,i Di Maio,i Mosa,,ammazzati come si ammazzano gli animali.E,poi,ancora,con tre quarti d’Italia ormai acquistati ed occupati da delinquenti,mafiosi e ladri.Un Paese devastato ,occupato militarmente,con uno Stato che é solo l’ombra di quello che ci hanno lasciato i nostri padri dopo aver versato il loro sangue.E noi cosa facciamo? Parliamo della storia della mafia,delle sue origini,di parole generiche come “legalità” e “giustizia” senza comparare enunciazione e realtà,dimenticando i Leonardi,i Don Boschin,i capitano Conte,la povera bambina buttata dall’ottavo piano a Caivano,ignorando perfino il rischio che da un momento all’altro potremmo trovarci privati della casa lasciataci dai nostri genitori per un ricatto,un’estorsione,una truffa o una “denuncia temeraria”,senza che nessuno ci difenda e ci garantisca giustizia.Parliamo di pappagone e franceschiello,di quisquilie e pinzillacchere e stiamo fermi ,beati e contenti,a secolo fa,senza tener conto che é cambiato tutto,che oggi la mafia é padrona di tre quarti del Paese,che ti ammazza se non fai quello che giova ad essa.Ma che Paese é l’Italia?????????????……..

30 aprile 2016   Caivano, la mamma di Fortuna: “Mia figlia non mi aveva raccontato niente, ero tranquilla” Ecco un estratto della drammatica testimonianza di

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Si commemorano i morti e si trovano tutti allineati.Allineati e coperti quasi fosse una festa.Qua ti fanno festa solo dopo che sei morto !!!. E’ “prima” e non “dopo” che bisogna intervenire perché non ci siano morti…………Comunque ,se vogliamo limitarci a parlare di morti,parliamo anche ,come vittime di mafia,dei vari Don Boschin,degli avvocati Maio e Mosa e,non per ultimo,del Capitano Fedele Conti , bene hanno fatto Anna Scalfati ed Arturo Gnesi a riproporre l’argomento in quanto questo resta uno dei più grandi misteri italiani del quale i più rifiutano di parlare,quasi ad averne paura………………………….o, chissà,a coprire qualcosa………………………………

diritto ad essere informati Oggi: 21/03/2016 Aggiornato il: 21/03/2016 01:44:15 Archivio storico di Articolo21    Home Interni Esteri Informazione Cultura Economia Chi siamo Contatti Interni

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La storia di un presunto incontro in una villa a Gaeta dei Servizi Segreti fra uomini delle istituzioni e boss dei Casalesi.Se non si fa chiarezza su di essa e se ne accertano fondatezza ed eventuali contenuti e modalità,non si potranno mai chiarire i tanti “misteri” che riguardano la lotta alle mafie nel Basso Lazio,l’area, cioé ,che comprende le province di Latina e di Frosinone ,fra le più infiltrate dalla camorra in Italia,quell’area chiamata da Carmine Schiavone “provincia di Casale” e dove più evidente é la debolezza dello Stato – debolezza che non si riesce a capire se VOLUTA – e dove chi si pone “contro” il sistema viene rimosso e mandato via (vedi la vicenda del Prefetto Frattasi e quella del Commissario della Questura di Latina del quale IL FATTO QUOTIDIANO e l’agenzia Tze tze hanno pubblicato in video le dichiarazioni).Non é la prima volta che si parla del ruolo di uomini dei Servizi in vicende che interessano Gaeta e il sud del Lazio.Se n’é parlato in occasione della storia che ha interessato le inchieste di Ilaria Alpi e una società di navigazione con la Somalia .Oggi si parla addirittura di una “centrale operativa” che sarebbe allocata nella città tirrena.Quello che inquieta é la disattenzione di fronte a queste cose non solo dell’opinione pubblica più illuminata ma anche di quelle parti della politica e delle istituzioni più pulite e meno inquinate che,anzichè porsi degli interrogativi sul “perché” avvengono certi fatti senza che qualcuno intervenga ,glissano facendo finta di non sapere e di non vedere rendendosi,così,complici di quel fenomeno che Marco Travaglio ha definito magistralmente la “scomparsa dei fatti”. Talvolta ,quando si parla di queste cose,si fa cenno all’esistenza di una “cupola” che deciderebbe tutto,dalle assegnazioni dei posti importanti,alle nomine,alle promozioni,ai trasferimenti e così via ed anche su questo versante anni fa si faceva riferimento ad una “villa di Gaeta” dove si diceva che vi si riunissero uomini facenti parti della massoneria che decidevano il tutto.Questo ai tempi in cui l’ex Procuratore di Palmi Cordova ordinò un’inchiesta nazionale sulla massoneria,inchiesta che non portò a nulla.Anche allora si parlò di un ruolo-chiave di Gaeta in provincia di Latina e nel Basso Lazio. Noi dell’Associazione Caponnetto riteniamo fondamentale il chiedere chiarezza fino in fondo su tutta questa situazione perché non é possibile combattere le illegalità e le mafie se non ci sono le condizioni minime di agibilità per farlo.In provincia di Latina ci sono state troppe cose che restano avvolte nel mistero: dalla rimozione del Prefetto Frattasi che osò mettere le mani sul “caso Fondi”,all’assassinio di Don Boschin a Borgo Montello,agli altri assassini dell’Avvocato Maio ad Aprilia e dell’Avv.Mosa a Sabaudia ,al suicidio del Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Fondi Capitano Conti e potremmo continuare ancora. Grazie a Dio,abbiamo oggi alle DDA sia di Roma che di Napoli magistrati bravi,puliti e preparati. Ci sono troppe domande che sono ancora senza risposte sia a Latina che a Frosinone,dove,ad esempio ,non abbiamo capito le ragioni per le quali si sono operate certe scelte che hanno interessato il Commissariato di Cassino il quale era un presidio altamente attivo sul piano dell’azione di contrasto delle mafie .Noi non abbiamo mai nascosto le nostre doglianze per l’assenza nel Basso Lazio di un apparato investigativo all’altezza della situazione per competenza ed esperienza nel campo della lotta alle mafie.Se mandiamo via le poche persone esperte –Il Commissario della Questura di Latina,il Dirigente del Commissariato di Cassino,il Prefetto di Latina e chi più ne ha più ne metta- ci viene spontaneo e prepotente il ricordo delle dure parole di un Presidente del TAR pontino che disse nel discorso di commiato che …..in provincia di Latina ……..la legalità é un optional. La gente dimentica troppo facilmente ,ha memoria corta e non sa –o non vuole –comporre tutti i pezzi del mosaico. La “scomparsa dei fatti”,appunto !!!!!!!! Qui di seguito riportiamo dei link che riguardano articoli di cui consigliamo la lettura:

La giornalista,oggi Senatrice, Capacchione sul Mattino :trattativa Servizi -casalesi in una villa di Gaeta IL FOCUS. TRATTATIVA STATO-CASALESI durante l’emergenza … 18 nov 2014 … Ecco perché non è una forzatura ipotizzarla e

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”Venti anni di misteri”,titola Il Pontino parlando del “caso Aprilia “ e non solo …………………….Venti anni che stanno per diventare trenta ed i misteri continuano ad essere tali.Quando noi diciamo che a Latina le cose non vanno come dovrebbero andare e la lotta alle mafie é solo uno slogan.Bla bla,manifestazioni,sfilate,pagliacciate e tutto continua come,se non peggio,, prima.Ci scrivono,ci telefonano,ci invocano di promuovere un convegno ad Aprilia con Magistrati della DDA e della DNA e con i responsabili dei Corpi centrali delle forze dell’ordine,DIA e quanti altri,di Roma,di Napoli o di Reggio Calabria ,ma noi siamo soliti far venire a perdere tempo ad essi per parlare quando non é avviata già una seria attività organizzativa ed investigativa sul territorio.I Convegni dell’Associazione Caponnetto sono tutti basati su temi legati al territorio,su situazioni specifiche già messe in evidenza,su focus già accesi,su indagini che si sarebbero dovute fare e non sono state fatte o che hanno portato ad un buco nell’acqua Come il “caso Maio”,il “caso Don Boschin” a quattro passi da Aprilia,il “caso” delle dimissioni a seguito di minacce dell’assessore Chiusolo.Ora abbiamo ben altro da fare ,a Roma,a Palermo,in Campania ,in Molise,nel sud pontino,a Sperlonga ad esempio dove ci stanno nascendo alcuni dubbi e così via.Non possiamo stare dovunque .Non ce la facciamo a far fronte alle carenze,all’inerzia,alle disattenzioni di istituzioni locali e della società civile. Non abbiamo risorse e personale sufficienti.A qualche amico di Aprilia abbiamo detto di cominciare un’attività investigativa sul “caso Maio”,sul “caso Chiusolo”,sul caso delle montagne di milioni investiti nell’edilizia e nel commercio da parte di “campani”,”siciliani”,”calabresi”,”romani “,Lo faremo,già abbiamo cominciato a fare qualcosa informando chi di dovere,ma intanto comincino gli amici di Aprilia,quelli disponibili e sensibili,,a raccogliere elementi da girare,poi,a chi di dovere e non di certo a Latina. Fra marzo ed aprile potremo affrontare ,appena raccolti gli elementi e confezionato un dossier,anche il “caso Aprilia”.

08 LUG 2010 20 anni di misteri Il 7 luglio 1990 veniva assassinato l’avvocato Mario Maio  Sono passati 20 anni da quel maledetto sabato 7

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Un ricordo commosso di Don Cesare Boschin,il parroco di Borgo Montello ucciso barbaramente il 30 marzo del 1995 dai killer dei rifiuti.. 20 anni trascorsi nel silenzio.Un periodo lungo,lunghissimo nel quale gli investigatori non sono riusciti a scoprire chi sono stati gli esecutori.Ora Felice Cipriani sta scrivendo un libro per ricordarlo ed esaltarne la sua intensa attività a difesa della gente onesta di Borgo Montello e dell’agro pontino.Vogliamo ricordarlo anche noi come un prete coraggioso ed un pastore ricco di amore verso il prossimo al punto da sacrificare per questo la sua vita.

IL PARROCO DI BORGO MONTELLO Don Cesare Boschin, ucciso 20 anni fa dai killer dei rifiuti. La gente ricorda FOTO http://www.ilcaffe.tv/img/frecce/freccia_dx.png”> Don Cesare Boschin con la

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