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Un diverso modo di fare antimafia: fatti e non solo parole

Abbiamo terminato e consegnato in queste ultime settimane un dossier circostanziato relativo alla situazione criminale nell’alto Lazio, dall’area di Civitavecchia al viterbese.

Stiamo per terminare un secondo dossier che si riferisce all’area sud della regione, Formia, Gaeta, il cassinate e che consegneremo a chi di dovere.

Un terzo dossier lo abbiamo composto e consegnato con riferimento all’area centrale del pontino, Terracina, San Felice Circeo, Fondi.

Situazioni allucinanti, che vedono una presenza radicata delle mafie sul nostro territorio, con sponde robuste nelle istituzioni e nella politica.

Abbiamo riunito i nostri amici nei giorni scorsi a Pomezia, per una giornata intera.

Un confronto significativo sul modo di fare investigazione, ricerca, individuazione di insediamenti ed investimenti sospetti.

Siamo soddisfatti dei risultati conseguiti durante la giornata in quanto fra i numerosi partecipanti provenienti da tutte le province del Lazio si è registrata una piena ed entusiastica condivisione della linea da noi imboccata da parecchi anni, quella della collaborazione con le forze dell’ordine e della Magistratura.

Non si può delegare solamente a queste il compito di contrastare le mafie.

Specialmente da quando esse sono sotto attacco e ridotte quasi all’impotenza da un esecutivo che non lascia passare giorno per indebolirle sempre di più.

Convegni, documenti, corsi di cultura della legalità e quant’altro sono, sì, importanti per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità della situazione, per formare coscienze ed intelligenze. Ma non bastano.

Non bastano perché nel frattempo le le mafie stanno completando l’occupazione del nostro territorio, si stanno impossessando sempre di più della nostra economia, infettandola e rendendola illegale, dei partiti politici, delle istituzioni.

I casi di Nettuno, Fondi (e di chissà quanti altri comuni che dovrebbero essere sciolti nel Lazio per infiltrazioni e condizionamenti mafiosi! ) sono emblematici.

Come emblematico è l’atteggiamento di quella parte politica, a destra come a sinistra, che gira la faccia dall’altra parte, fa finta di non vedere e di non capire, non nasconde un profondo senso di fastidio quando le parli di mafia, o, addirittura, ne nega l’esistenza.

Prova evidente di una contiguità e di collusione con le mafie veramente allarmanti.

Ecco perché noi abbiamo scelto la strada dell’indagine e della denuncia.

Fatti e non solo parole, in un rapporto di collaborazione con quei magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine che quotidianamente sul campo mostrano di voler onorare il giuramento di fedeltà allo Stato.