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Le responsabilità anche dei partiti della sinistra nella lotta contro massoneria, mafie e corruzione

E’ GIUNTA L’ORA DELLA VERITA’ SULLE RESPONSABILITA’ DI UNA SITUAZIONE DRAMMATICA CHE INVESTE FONDI E L’INTERA PROVINCIA DI LATINA. LA MAFIA C’E’ DA ALMENO 30 ANNI E NON SI E’ VOLUTA COMBATTERE! NESSUNO l’HA VOLUTA COMBATTARE SERIAMENTE, AL DI LA’ DEI PROCLAMI E DELLE ENUNCIAZIONI…

Abbiamo fatto il giro delle sette chiese nella Capitale.

Siamo andati dal Sen. Giovanni Russo Spena del PRC, dalla Sen. Franca Rame dell’IDV, dal sen. Stefano Pedica dell’IDV, dall’on. Fabio Evangelisti dell’IDV.

Non siamo andati da quelli del PD perché eravamo sicuri di ottenere lo stesso risultato.

Nulla. Nulla di nulla.

A tutti abbiamo denunciato l’inefficienza della Procura della Repubblica di Latina (e di Frosinone) sul piano dell’azione contro le mafie ed a tutti abbiamo chiesto, dopo averli forniti di un’ampia documentazione al riguardo, di presentare un’interrogazione, una mozione al Parlamento con la richiesta delle sostituzione dei due Procuratori Capo.

In frontiera non si possono tenere Procuratori che fanno dell’ordinaria giustizia, fautori della tesi “tutto è sotto controllo”, smentendo in sostanza quanto dichiarano da decenni al riguardo magistrati antimafia e organismi investigativi centrali e qualificati e le stesse Commissioni Parlamentari antimafia a proposito del radicamento mafioso nel Basso Lazio.

Gravissime responsabilità quelle di costoro e dei loro partiti. Responsabilità cui si deve l’attuale stato di cose.

Oggi che la situazione è diventata drammatica, con le mafie che sono annidate dappertutto, nelle istituzioni, nei partiti, negli studi professionali, nella società, si fa finta di gridare, si organizza qualche manifestazione sparuta, si cloroformizza l’opinione pubblica con dichiarazioni d’effetto,; ma MAI nessuno che abbia pensato finora ad OCCUPARE IL PARLAMENTO CON CENTINAIA DI PARLAMENTARI che protestino vistosamente contro il comportamento del Governo per la “questione Fondi”.

Se Don Ciotti, e, poi, Veltroni. Di Pietro e quant’altri che dicono di occuparsi del “caso” l’hanno, come effettivamente è, definito “un caso nazionale”, siano coerenti e lo trattino come “caso nazionale” veramente e non solo a parole.

C’è un Governo che non vuole sciogliere un Comune che un Prefetto della Repubblica e lo stesso Ministro dell’Interno definiscono condizionato dalle mafie.

Un fatto gravissimo, unico nella storia della Repubblica italiana.

E ci si limita a qualche esibizione pirotecnica di un senatore, a qualche dichiarazione sdegnata e tutto finisce qua…

Poveri noi!

In un’Italia fatta di gossip, di veline, di escort, di massoni, di mafiosi ed, oggi – sembra – anche di storie di… cuore… -, serve ben altro: una rivolta culturale e morale, prima che politica!