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Lettera aperta al Sindaco di Ardea

LETTERA APERTA AL SINDACO DI ARDEA

Professor Eufemi,

ho letto con attenzione la sua improvvida lettera inviata al
Procuratore Nazionale Antimafia Dott. Pietro Grasso e alla fine mi
sono venuti i crampi allo stomaco.

Lei, che è uno dei massimi esponenti della cosiddetta Prima Repubblica del Litorale a sud di Roma, tenta con quattro arruffate paginette di accreditarsi il merito d’essere l’unica persona onesta di Ardea e dintorni. Se veramente il Suo scopo è quello di portare nel martoriato territorio ardeatino la Legalità, mi consenta di farle conoscere un’opinione largamente diffusa fra i cittadini sul Suo comportamento di Sindaco. La frase più ricorrente dice: “Perché non torna al suo paesello?”; ciò, indistintamente, detto da chi la votò e da chi non la ritenne degno di fare il Sindaco.

Da cronista della locale vita pubblica Le posso aggiungere che nei suoi beneamati lidi giovanili d’Anzio e Nettuno gli amici di sempre l’attendono con ansia per progettare scampagnate e tornei di scopone, dove lì potrà dare fondo a tutta la sua capacità d’anfitrione.

Ed inoltre seguendo l’itinerario di ritorno ai suoi bei tempi spensierati libererebbe la politica locale di tanti suoi BIZANTINISMI inconcludenti infarciti di piccole e grandi bugie.

Il malcontento e la rabbia che oggi si sentono sul territorio da Lei amministrato non hanno riscontri in nessun’altra parte del Litorale. In questo periodo ad Ardea (buon per Lei) manca una vera alternativa alle sue manifeste incapacità e le baruffe “ideologiche” tra una Destra troppo capace e una Sinistra divisa e arruffona non La scagioneranno dal futuro giudizio degli elettori. Mi spiego. Lei asserisce che negli ultimi venti anni il territorio è stato fatto oggetto di scorrerie nel campo dell’urbanistica con profonde lacerazioni, scempi e saccheggi di tanta parte del territorio da parte di progettisti costruttori e mezzani vari senza scrupoli. Su questo sono d’accordo con Lei, ma nella Sua maggioranza oggi ci sono coloro che c’erano già venti anni fa. Ergo: come può cambiare tutto senza cambiare i suoi? In ciò Le viene in soccorso Il Gattopardo “tutto cambi perché nulla cambi”: è forse questa la sua linea politica?

Una cosa è certa: “tanto è povero il territorio d’opere pubbliche quanto sono ricchi i suoi sostenitori”. E ancora oggi Lei dice che tutto ciò che gira sul territorio è un Far West; mi consenta, signor Sindaco: dov’era Lei quando già venti anni fa il sottoscritto scriveva, su periodici editi anche ad Anzio e Nettuno, che ad Ardea c’era la MAFIA edilizia? Forse intento a dialogare con qualche Socialista della prima repubblica ora inseritosi in altro accordo di Destra e Sinistra, che dall’alto del suo attuale posto pubblico la consiglia e protegge?

Ma, nonostante ciò, la mia grande preoccupazione va ai giovani di Ardea che Lei dovrebbe ben conoscere; nei suoi circa tre anni di guida amministrativa, siccome essi non votano, non hanno ottenuto da Lei alcuna attenzione né programmazione pubblica, ma solamente festicciole e belle promesse.

Inoltre, Signor Sindaco, si rilegga la sua lettera: ad un’attenta rilettura non le sfuggirà che: in una pagina dichiara che i dipendenti comunali sono “una macchina amministrativa carente, incapace con inchieste in quantità industriale”, poi nella successiva loda “gruppo dirigente all’altezza della situazione” scordandosi che vi sono due categorie di Dirigenti; quella di chi è a ruolo e percepiscono stipendi ordinari e svolgono lavoro uguale a quelli da Lei nominati a tempo determinato. che, invece, hanno appannaggi da nababbi svolgendo, nella migliore delle ipotesi, lo stesso lavoro.

Nella foga di attribuirsi medaglie e meriti che non possono essere ascritte alla storia di Ardea, perché nella sua lettera ha omesso che il Prefetto di Roma, in merito all’assunzione dei dirigenti a tempo determinato – per quanto concerne la loro stessa assunzione e/o spostamento in settori dove non avevano titolo – ha fatto delle profonde osservazioni di carattere giuridico-amministrativo.

In un passo della sua missiva si attribuisce “qualche velata minaccia” fatta da personaggi non meglio identificati: regola di educazione e di trasparenza in chi ha creduto in Lei sarebbe quella di far conoscere gli autori di tali intimidazioni e non tenerseli per sé, perché – si ricordi – che Lei non è il Signor Eufemi ma è il Sindaco di quarantamila cittadini.

In quanto alle accuse di “veleni e faide politiche tipiche di un territorio”, Le ricordo che anche le cittadine di Anzio e Nettuno, a Lei tanto care, non sono da meno, in quanto la politica è figlia di coloro che la praticano e Lei che crede di conoscere bene la politica di questi comuni, essendovi nato e ivi aver praticato “l’arte del possibile”, non dovrebbe assolutamente meravigliarsi.

Le ricordo, Signor Sindaco, che nel Luglio 2006 in piena piazza del Popolo ad Ardea Lei condannò modi politici di diversi membri della Sua maggioranza, rassegnando le Sue dimissioni, fatto che ha dimostrato inconfutabilmente da chi è amministrata Ardea.

In un passaggio della sua irritante lettera si ascrive il merito di aver firmato l’ennesimo “protocollo d’intesa” con organizzazioni Sindacali, imprenditoriali, culturali e scolastiche del territorio: chi le scrive ricorda altre sue firme in calce a” protocolli d’intesa” divenuti, nel frattempo pezzi di carta straccia mai onorati.

Il Patto per la Legalità e la Sicurezza sarà l’ennesima carta sprecata perché Lei sa bene che non sarà mai onorato come i precedenti.

Le assicuro che parlare di Lei e delle sue gesta è talmente facile poiché tanto le storie finiscono sempre nello stesso modo: “INCONCLUDENTE”.
Una cosa i cittadini onesti non Le permettono ed è il suo modo di svilire il quotidiano lavoro per la ricerca dell’umana verità al servizio degli stessi cittadini onesti.

Chi Le scrive non è un “superficiale” o peggio un “osservatore interessato” né tanto meno “un professionista dell’antimafia”, ma un attento osservatore delle sue gesta amministrative che, fin quando in Italia la libertà di stampa sarà un articolo della Costituzione, non diffonderà mai notizie provenienti dal suo Min Cul Pop. giornalistico che lo beatifica ogni giorno guadagnandosi la “stozza”, ma sarà un giornalista che cerca la fonte delle notizie e non le veline di regime.

Giorgio Marcotulli
responsabile Associazione “A. Caponnetto” per la zona a sud della Capitale