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Sommese al gip: «Io parte lesa mai gestito finanziamenti»

Il Mattino, Domenica 19 Marzo 2017

Sommese al gip: «Io parte lesa mai gestito finanziamenti»

di Viviana Lanza

Provato da questi giorni in carcere e dall’accusa di corruzione che lo indica tra i protagonisti dell’inchiesta sul sistema illegale con cui venivano pilotati importanti appalti, Pasquale Sommese è comparso ieri davanti al gip Federica Colucci, il giudice che ha firmato il provvedimento cautelare. È stato un interrogatorio breve, durato il tempo di respingere le accuse genericamente precisando di essere «parte lesa» e non protagonista di un giro di corruttela, vittima di «millanterie» ed estraneo al mondo di relazioni in cui lo calano le indagini dei magistrati della Dda. Per il resto, non se l’è sentita di affrontare l’interrogatorio su ogni singolo capo di imputazione. Assistito dagli avvocati Vincenzo Maiello e Angelo Pignatelli, l’ex assessore regionale al Turismo e ai Beni culturali si è limitato a ribadire la massima trasparenza della sua condotta, escludendo di aver avuto competenze dirette nell’erogazione dei finanziamenti finiti sotto la lente degli inquirenti e lo ha spiegato con motivazioni di carattere tecnico e normativo e facendo riferimento a una delibera approvata dalla giunta regionale prima ancora del suo incarico di assessore regionale. La tesi sarà approfondita dalla sua difesa nei successivi passaggi dell’iter giudiziario: la prossima tappa sarà dinanzi al Tribunale del Riesame. Era atteso per ieri anche l’interrogatorio di garanzia di Guglielmo La Regina, l’ingegnere 40enne ideatore del sistema corruttivo al centro dell’inchiesta. L’appuntamento è slittato a giovedì. La Regina, assistito dagli avvocati Giuseppe Fusco e Orazio Cicatelli, si è detto comunque pronto a rispondere alle domande del giudice. La sua è una delle posizioni principali nell’inchiesta, e non a caso l’indagine è stata chiamata «The Queen».

Un capitolo è dedicato proprio a quello che gli inquirenti hanno definito «sistema La Regina»: ricostruisce il metodo utilizzato per pilotare gli appalti. In molte delle procedure esaminate il confronto tra le date degli atti formalmente adottati dalle stazioni appaltanti (presentazione del progetto di massima per lamissione ai finanziamenti e adozione del bando di gara per l’affidamento della progettazione definitiva o esecutiva e dei lavori) e dei file trovati nel computer dello studio di La Regina proverebbe, per gli inquirenti, che i documenti relativi alle gare sarebbero stati preventivamente formati nello studio dell’ingegnere e trasmessi alla stazione appaltante che li avrebbe presentati come propri. «Il tutto – scrive il gip – in assenza di un incarico formale che giustificasse lo svolgimento di tali incarichi di progettazione. Delle due l’una – osserva – o La Regina è un benefattore che lavora gratis per gli enti pubblici (e le intercettazioni in atti escludono tale interpretazione della vicenda) o ha redatto tali progetti per consentire agli enti di accedere ai finanziamenti, bandire le gare, ottenere l’aggiudicazione dell’appalto in capo a ditte compiacenti e ricavarne un’utilità personale».