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A Gaeta nessuno parla di mafia.Si naviga nella nebbia più assoluta

GAETA,IL CORE BUSINESS,IL CENTRO MOTORE ,LA CENTRALE OCCULTA  DI REGIA  DEL TERRITORIO PONTINO,REGREDISCE ANZICHE’ CRESCERE

Gaeta,il luogo della “trattativa” secondo i “pentiti” e la stampa meglio informata campana,locomotiva  dell’occupazione mafiosa della provincia di Latina e del Basso Lazio.

La città dove sembra proibito parlare di mafia perché tutto deve apparire soft,obnubilato,”pulito”,anche se tale non é per una presenza radicata .silenziosa ma  pervasiva di gente venuta da talune regioni del  sud e dell’investimento di capitali sulla cui “origine” nessuno ha voluto finora indagare.

Eppure se si va in un palazzo,un qualsiasi palazzo,in una villa,in un supermercato,in un bar,nell’area del porto,su un terreno ,dovunque insomma,non si sente più parlare il dialetto gaetano,ma,al suo posto,si sente parlare “napoletano” e da qualche tempo anche “calabrese”.

Certa cultura  del sud,inoculata  intelligentemente per anni e caparbiamente,ha prodotto i suoi risultati e la linea della palma é salita .

Oggi il territorio é quasi per intero occupato ed i cittadini gaetani – come quelli romani che storicamente avevano scelto una delle antiche  perle del Tirreno come dimora per le vacanze- sono scappati verso altri lidi ed altre terre lontani e vicini.

Il territorio di Gaeta non é più dei cittadini gaetani.

Come si fa in una situazione del genere a parlare di programmi se il territorio non é più tuo ma di “altri” nessuno te lo spiega.

E come si fa a non parlare di questo nessuno si azzarda a dirtelo.

Tabù,silenzio ,il “padrone” non lo consente.

Gaeta – e l’intero Basso Lazio – sono sempre di più “provincia di Casal di Principe”,ma nessuno vuole ammetterlo e nessuno lo dice.

Si naviga nelle nebbie.Le più fitte.