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Ci sono o ci fanno? La questione della “Fogna tax” a Terracina

CI SONO O CI FANNO?

Dopo la sospensione in via cautelare del Tar dell’ordinanza del sindaco Nardi in merito alla questione delle “fogne tax”, anche Acqualita potrebbe essere travolta dai pronunciamenti sia della giustizia amministrativa –cosa già verificatasi – che dalla giustizia penale da noi interessata. La sentenza del Tar, in sostanza blocca un egemonia da parte di un privato, la Terracina Sviluppo s. p. a che in virtù di una discutibile convenzione, ha assunto la gestione dell’impianto fognario nei tratti Porto Badino fino a Foce Sisto. Non si capisce a questo punto come Acqualatina, anche dopo un pronunciamento chiaro di giudici amministrativi del Tar (che boccia l’ordinanza sospesa per “eccesso di potere”) insista nell’indicare nel gestore privato di Terracina Sviluppo S. p. a il tramite attraverso il quale i cittadini sarebbero obbligati a passare per richiedere un intervento che di pubblico ha solo il nome. Tant’è vero che la ditta privata in questione, di proprietà per altro, di un consigliere comunale, dello stesso comune di Terracina – (questione sollevata a più riprese dal gruppo consigliare del PD) stabilisce oneri e prezzi, fino ad arrivare a e.5000 per residente proprietario dell’immobile, esclusi i lavori di tubatura per arrivare allo scarico. Dunque per fare un esempio se in un’unica strada esistono 20 residenti proprietari di 20 appartamento, tutti e venti sono obbligati a versare quella cifra, per un unico scavo. Non possono e non devono rivolgersi ad altre ditte, con migliori offerte. A riguardo noi abbiamo richiesto già da un mese un pronunciamento della Procura della Repubblica di Latina che sollecitiamo ad intervenire. Riteniamo dunque opportuno rendere in parte pubblico l’autorevole parere di un noto legale di Terracina, l’avvocato Antonino Fedele che traccia anche un profilo dell’intera vicenda.

Il Consiglio Comunale di Terracina approvava il 22 gennaio del 1997 la scheda progettuale presentata da Terracina Sviluppo Spa, relativa all’iniziativa di realizzare nell’ambito dei Patti Territoriali, impianti di smaltimenti delle acque reflue a servizio degli insediamenti urbani lungo la fascia costiera che va dal Canale di Porto Badino fino ai confini del Comune di San Felice Circeo. Nell’aprile del 1998 la Terracina Sviluppo s. p. a presentava il progetto definitivo del collettore primario e il progetto definitivo ed esecutivo del Primo Lotto di rete secondaria.

Nel luglio dello stesso anno venivano stipulate convenzioni fra Comune e Terracina Sviluppo che, a detta dell’avvocato Fedele, “vincolano solo coloro che la stipulano ma non hanno efficacia generale verso altri soggetti. ” Iniziano i lavori nell’agosto del 2004, i certificati di collaudo vengono trasmessi al Comune con l’avvio del funzionamento dei collettori primari, ma l’immissione di acque reflue in tali collettori, è da ritenersi in contrasto con la legge e passibile di sanzione non potendosi smaltire acque reflue senza la necessaria autorizzazione. E chi era preposto a questa autorizzazione? Esattamente la società Acqualatina che dal 2005 diventava gestore legittimo di servizi di prelievo, trasporto, erogazione dell’acqua all’utente e la gestione dei sistemi fognari compresa la depurazione delle acque reflue. Dunque restava un problema da risolvere: quale destino affibbiare a quegli utenti che si erano rivolti, o che meglio, erano stati convinti dalla Terracina Sviluppo, all’allaccio obbligatorio della sua rete fognante?

A questo proposito una parentesi. Dato che nelle convenzioni fra Terracina Sviluppo e Comune di Terracina (a dir poco ambigue) non venivano indicate cifre o parametri, ad alcuni cittadini, come ai residenti di via delle Volte venivano chiesti oneri ad personam, con contratti ad personam, per non parlare di penetrazione in residence privati e strade private ad uso pubblico, in cui da un giorno all’altro iniziavano i lavori di scavo senza alcun preavviso da parte della ditta Terracina Sviluppo S. p. a atti che sono stati anche passibili di denuncie. Ma ritornando alla domanda di prima, come sistemare giuridicamente quegli utenti che si erano allacciati con Terracina Sviluppo spa il cui mandato, fra l’altro, per la gestione dei lavori e manutenzione (quinquennale) si deve intender spirato considerato l’inizio dei lavori risalente al 1998? Ecco, dunque, esplicita stavolta la finalità della convenzione del 23 gennaio 2009: quella cioè di sanare la posizione dei proprietari immobiliari convenzionati con la Terracina Sviluppo s. pa contravventori e passibili di sanzioni per non avere smaltito acque reflue senza la prescritta autorizzazione! Insomma non poteva passare il fatto che oltre ad essere “bastonati” i concittadini caduti nel guazzabbuglio, dovessero anche pagarne le conseguenze.

Nell’ultima ordinanza, il balletto delle competenze ricomincia perché:

il Sindaco Nardi invita i cittadini a rivolgersi ad AcqualatinaS. p: A mentre per i residenti fra Porto badino E Foce Sisto i proprietari degli immobili devono per obbligo rivolgeri a Terracina Sviluppo che” provvederà ad inoltrarla alla società Acqualatina, ai sensi di una convenzione stipulata tra Comune di Terracina, Acqualatina e Terracina Sviluppo spa per un altro giro di walzer.

Teresa Miriam Campi – (Associazione A. Caponnetto)