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Tutti a Gaeta ai domiciliari.Una tradizione che deturpa l’immagine e la vita di una città.

GAETA,UN’ IMMAGINE DETURPATA DA UNA TRADIZIONE CARCERARIA  CHE NESSUNO SI PREOCCUPA DI CANCELLARE  E CHE,ANZI,VIENE PERPETUATA CON RICADUTE INIMMAGINABILI  SU UN TURISMO CHE DIVENTA SEMPRE PIU’ SCADENTE

 

Una città  a quattro passi dalla Capitale,con una natura unica e con  patrimoni storici eccezionali ,ridotta ad essere soggiorno di galeotti e delinquenti di ogni specie,prima militari ed oggi mafiosi.

Un carcere militare,dismesso appena poche decine di anni fa,l’aveva già resa famosa nel mondo dopo che vi erano stati rinchiusi anche alcuni criminali nazisti.

La minaccia “ti mandiamo a Gaeta ” ancora risuona nelle orecchie di tantissimi in tutta Italia.

Oggi,in quelle sale dell’ex carcere militare si allestiscono mostre,si organizzano concerti e corsi universitari,ma,a visitarle,il ricordo resta ed ancora avverti i brividi nelle vene.

La tradizione,però,continua,non più con criminali di guerra ,renitenti alla leva e condannati con le stellette,ma con mafiosi ristretti agli arresti domiciliari che si vanno ad aggiungere alle  tante altre persone in giacca e cravatta,per lo  provenienti da altre regioni del sud e con i portafogli ben gonfi.

“O cecato”,”o malommo”,”i calabresi”,”i tre arrestati  a Mondragone  che erano stati ai domiciliari a Gaeta “, parole e notizie  che leggi sui giornali e che  senti ripeterti  sottovoce,molto sottovoce, solamente da qualcuno.

Nessun nome,per carità,perché “o sistema” non lo consente e la gente ha paura.

“Non sacc niente”.

La regola.

L’imperativo!

Si deve parlare  e si parla di re e regine,di marchesi e papi,di piste pedonali e rotonde e,tutt’al più,di bilanci del Comune malmessi  e di tasse spropositate,ma di null’altro.

Nessuno che faccia  un pur minimo accenno  ad un turismo scadente,  straccione e chiassoso ,ad un territorio svenduto a persone venute da alcune aree del  sud,ad un’imprenditoria locale quasi completamente espropriata ed eliminata.

Restano di proprietà dei locali solamente gli stabilimenti balneari,ma anche questi fra poco quasi sicuramente verranno sottratti ad essi da soggetti campani e calabresi già saldamente  radicati , con gli occhi ben aperti e pronti ,con i portafogli gonfi,ad appropriarsi di tutto  appena entrerà in vigore la legge che impone la loro messa a gara.

Di ciò non si parla e non si deve parlare,come anche non si parla di luoghi di incontro della gente,dei giovani soprattutto che affogano nella noia e nelle droghe,di spazi ludici e di cultura,di luoghi,insomma,che fanno crescere la gente e la tengono informata e sveglia.

Questi silenzi ostinati sui problemi attuali di una società veramente civile,progredita  fanno sorgere il sospetto dell’esistenza di un piano ben studiato che punta a distrarre la gente,a non farla ragionare,a proporle realtà che non appartengono all’oggi.

“O sistema” che manipola l’informazione e la piega alle sue regole ?