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.Il maxiprocesso di Palermo e l’Associazione Caponnetto.Una nota del Prof.Galasso

CHI SIAMO,DA DOVE VENIAMO ,COSA VOGLIAMO E PER COSA LOTTIAMO.

IL PROF.ALFREDO GALASSO,PRESIDENTE ONORARIO E CAPO DELL’UFFICIO LEGALE DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO,UNO ,CON AYALA E GRASSO,DEI PROTAGONISTI MAGGIORI DEL MAXIPROCESSO DI PALERMO COME COORDINATORE DI TUTTE LE PARTI CIVILI,CI RICORDA QUELL’EVENTO CHE RESTA NELLA STORIA DELLA LOTTA  ALLE MAFIE.

MEMORIA CHE,PERO’,DEVE FARSI PRESENTE. 

 

Oggi è il 31° anno dall’apertura del maxiprocesso nell’Aula Bunker di Palermo costruita in tempo record per consentire la presenza di 475 imputati di reati di mafia, dalla strage all’associazione di tipo mafioso. Le imputazioni erano descritte nella ordinanza sentenza firmata dai giudici istruttori Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta e sottoscritta pagina per pagina dal Capo dell’Ufficio Antonino Caponnetto.

Il processo, conclusosi in Cassazione il 31 gennaio 1992 con la conferma della condanna per centinaia di mafiosi e centinaia di anni, ha segnato una svolta decisiva nella lotta antimafia, non solo sul piano giudiziario ma anche e soprattutto nella società civile e nella coscienza collettiva delle successive generazioni. Da allora l’azione di contrasto alla criminalità organizzata è proseguita tra alti e bassi, tra impulsi e ritardi, tuttavia nessuno ha potuto dire di non saperne nulla, come nei decenni precedenti.

La memoria di quella esperienza, che ho vissuto personalmente quale coordinatore delle parti civili per la prima volta presenti in un processo di mafia, non va dispersa nel senso che occorre verificare le novità intervenute negli anni fino ai giorni nostri; novità sociali, economiche, politiche oltre che legislative e giudiziarie. Su iniziativa dell’Associazione “A.Caponnetto” in collaborazione con l’ANM e il CNF, nell’ottobre scorso si è svolto un Convegno presso l’Aula Magna della Cassazione, che di una tale verifica si è fatto carico con risultati positivi e incoraggianti. Infatti, ciò che è necessario, anche per onorare gli artefici dell’azione giudiziaria del tempo, è non abbassare la guardia e per così dire monitorare il fenomeno mafioso, che rimane presente e devastante per la società, l’economia e la pubblica amministrazione, cioè per il bene pubblico, pur agendo in modi e ambienti differenti e più ampi rispetto al passato. Il processo Mafia Capitale in corso presso il Tribunale di Roma è ino spaccato inquietante della ramificazione e della penetrazione nel sistema economico e nella istituzioni dei vecchi e nuovi capimafia, e in questo processo la nostra Associazione è costituita parte civile, rappresentata dall’avv. Licia D’Amico, a tutela di un interesse collettivo che è la ragione fondante e permanente dell’Associazione stessa.

Palermo 10 febbraio 2017.

Alfredo Galasso