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Esposto-denuncia Associazione Caponnetto eventuale traffico illecito rifiuti speciali e pericolosi

 

 

 

 

 

 

Associazione Nazionale  per la lotta contro le illegalità e le mafie 

“Antonino Caponnetto”

“Altro” ed “Alto”

www.comitato-antimafia-lt.org                                 info@comitato-antimafia-lt.org

                                                                                   ass.caponnetto@pec.it

 

                                                                                    Tel. 3470515527

 

                                                              Roma,20.01.2017

 

 

 

                                              Alla Procura della Repubblica

c/o Tribunale di 

Cassino

                                     

         

Oggetto: esposto – denunzia per accertare la sussistenza di un eventuale presunto traffico illecito di rifiuti Speciali e Pericolosi legati a residui di incenerimento tramite combustione – Richiesta di accertamenti in merito alla tracciabilità e all’inertizzazione di:

ceneri pesanti rifiuti non pericolosi  e successivo uso o smaltimento in discarica;

ceneri leggere o volanti, che derivano dai trattamenti di depurazione dei reflui gassosi e ceneri di caldaia, costituite dai sali di metalli condensati sulle pareti della caldaia di recupero energia; sono prodotte in quantità variabili tra 30 e 60 kg per tonnellata di rifiuto, sono rifiuti pericolosi se vengono  smaltite in discarica o eventuali altri usi.-

Accertamenti sulle ditte che trasportano questi tipi di rifiuti se sono in possesso dei requisiti di legge e se a loro carico risultino pendenze processuali per eventuali violazioni ambientati compreso interdittve antimafia;

 

Da un’ articolo del quotidiano Primo Piano Molise del 29 Dicembre 2016 si apprendeva che   I Carabinieri unitamente alla Forestale hanno fermato presso il cementificio Colacem si Sesto Campano (IS), due grossi mezzi provenienti dal termovalorizzatore Herambiente di Pozzilli (IS). I mezzi sono stati esaminati minuziosamente e il loro contenuto è stato inviato all’Arpa per essere esaminato. L’articolo segue “Le indiscrezioni riguardo l’esistenza di un’inchiesta sui trasporti di ceneri dall’ex Energonut di Pozzilli al cementificio di Sesto Campano hanno trovato conferma l’altra mattina: presso l’ex Conservificio di Venafro, infatti, i mezzi fermati nei giorni scorsi (e custoditi in un deposito giudiziario) sono stati analizzati accuratamente da tecnici ed esperti dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Molise, che hanno eseguito pure una serie di prelievi. Sull’intera operazione vige il più stretto riserbo.

Quindi , da quanto si legge nell’articolo, risulterebbe un presunto traffico di ceneri da incenerimento.  Questo avviene nella zona del Venafrano, molto vicino in linea d’area al Comune S Vittore del Lazio, in merito, questa Associazione ha provveduto a presentare un esposto alla competente DDA di Campobasso. 

Per la funzionalità   dell’inceneritore di S. Vittore del Lazio sono state sollevate delle pesanti perplessità evidenziate nella interrogazione n.4-05304 a firma dell’On. Zolletti Alberto ed altri presentata nel Giugno 2014, fatti, che ci lasciano alquanto preoccupati, considerato che, tali osservazioni ), come si legge nell’interrogazione, sono evidenziate da un’ organo tecnico quale è l’Arpa(relazione redatta dall’ARPA LAZIO, Sezione Provinciale di Frosinone Direzione Sezione (Prot. n. 0065094 dell’8 agosto 2013 (All. 1).-

Certamente è preoccupante per la salute dei cittadini, osservare che in un territorio abbastanza piccolo situato al confine tra Molise Campania e Lazio esistano ben tre grossi impianti che bruciano Rifiuti , quali:

Inceneritore di S. Vittore del Lazio (FR)

Inceneritore di Pozzilli (IS)

Cementificio Colacem di Sesto Campano (IS)

Dopo i fatti anzi evidenziati, altro motivi di forte preoccupazione emergono dalla lettura dell’articolo qui sotto riportato del Fatto Quotidiano (All.n.2) a firma del dottor Antonio Marfella Oncologo, a proposto delle ceneri prodotte dalla combustione dell’inceneritore di Acerra (NA), che recita: 

L’incenerimento dei rifiuti, oltre alle emissioni tossiche gassose, produce residui solidi. Questi ultimi si differenziano in:

, costituite dal residuo non combustibile dei rifiuti,a) Scorie o ceneri pesantiresidui metallici e non metallici e da materiale organico incombusto, rappresentano la frazione più rilevante degli scarti prodotti dal processo di incenerimento (da 200 a 300 kg per ogni tonnellata di rifiuto, in funzione della composizione dello stesso). Sono rifiuti speciali non pericolosi;

b) Ceneri leggere o volanti, che derivano dai trattamenti di depurazione dei reflui gassosi e ceneri di caldaia, costituite dai sali di metalli condensati sulle pareti della caldaia di recupero energia; sono prodotte in quantità variabili tra 30 e 60 kg per tonnellata di rifiuto, sono rifiuti pericolosi e vengono generalmente smaltite in discarica (fonte Arpa Piemonte)”.

Quindi, si ritiene che bisogna fare i necessari accertamenti onde verificare la medesima proporzione anche per le ceneri prodotte dall’inceneritore di S. Vittore del Lazio – cioè, calcolare la quantità tra rifiuti bruciati e ceneri prodotte- ( Rifiuti Speciali e Rifiuti Pericolosi da smaltire in discarica);

E’ proprio su queste tipologie di ceneri – Pericolose e non Pericolose – quale risultato finale dell’incenerimento che come Associazione riteniamo che devono essere svolte approfondite indagini tecnico scientifiche, per verificare se la quantità finale delle ceneri dichiarate ufficialmente  dalla
Direzione dell’inceneritore di S. Vittore del Lazio  sia in linea con le quantità evidenziate in altri inceneritori da specifici studi tecnici di settore (fonte  Arpa Piemonte), oltre a verificare se risultano smaltite correttamente, dove, compreso eventuali usi finali delle ceneri.-

Certamente si chiede a questa A.G., dopo quanto di potenzialmente illecito registrato nella piana di Venafro, con due mezzi sequestrati, di accertare se anche nella zona di competenza di codesta Procura possano sussistere situazioni di illegalità simili.-

si apprende che il giorno 11 gennaio 2017 nel question – time trasmessa in diretta dalla Camera dei Deputati l’On. Salvatore Micillo ha interrogato il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti in merito alle ceneri prodotte dall’Inceneritore di Acerra circa  i dati non collimanti dichiarati dall’ISPRA sulle quantità  di ceneri prodotte e i luoghi di smaltimento.- Il ministro nella sua risposta ha poi rivelato che una parte di quelle ceneri viene trasferito in Ciociaria dove dovrebbero subire il trattamento per essere rese inerti. Una risposta abbastanza evasiva, se si pensa che – proprio avendo rilevato quella svista nei dati ufficiali – gli interroganti avevano chiesto espressamente al Ministro di comunicare quali fossero “gli impianti ove siano conferiti per trattamento e smaltimento finale le ceneri prodotte”. Quello che si è capito dalla risposta del ministro è che circa 17.000 tonnellate l’anno di ceneri leggere, catalogate secondo le direttive europee come rifiuti pericolosi, sono state spedite da qualche parte in Ciociaria. Si tratterebbe, essenzialmente, delle ceneri generate dall’abbattimento dei fumi che – secondo quanto spiega l’Arpa-Piemonte (richiamata sia nell’interrogazione che nell’articolo del Fatto) – “vengono generalmente smaltite in discarica.-  Quale e/o quali  i siti in Provincia di Frosinone che hanno ricevuto queste ceneri per lo smaltimento?   Risultano smaltite correttamente? Vi è stata riutilizzazione delle ceneri successiva all’inertizzazione? Dove?. Quale ditta è intervenuta per il trasporto? Risulta dai documenti la tracciabilità ?  (All.3 – 4).-

Per concludere si allega articolo di giornale relativo al termoconbustore di San Vittore dal titolo ” i conti non tornano sul combustibile smaltito per Maraone omesse 11 tonnellate”(all.n.5)

Tutto ciò premesso, si richiede a codesta Procura che siano svolte tutte le opportuni indagini su quanto anzi evidenziato 

                               N O M I N A

proprio difensore di fiducia, l’ Avv. Roberto d ‘ Aloisio del Foro di Larino (CB) con studio in Termoli (CB) alla Via Giappone n. 71  (tel e fax 0875/701830 – telefono portatile 330/746221 – indirizzo di posta elettronica : robertodaloisio@yahoo.it; indirizzo di posta elettronica certificata: avvrobertodaloisio@puntopec.it )

ELEGGE DOMICILIO

per eventuali notificazioni – afferenti al presente procedimento penale – presso e nello studio del nominato avvocato, in Termoli alla Via Giappone n. 71 (tel e fax 0875/701830 – telefono portatile 330/746221  indirizzo di posta elettronica : robertodaloisio@yahoo.it; indirizzo di posta elettronica certificata: avvrobertodaloisio@puntopec.it

 

                             chiede

 

 

di essere notiziato nell’ eletto domicilio ai sensi degli artt. 408 e 406 c.p.p. nella ipotesi di richiesta di archiviazione ovvero di proroga del termine per le indagini preliminari.

 

 

                                          IL SEGRETARIO NAZIONALE

                                                 Dr.Elvio Di Cesare

 

 All.n.1                            

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05304

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 17

Seduta di annuncio: 253 del 26/06/2014

Firmatari

Primo firmatario: ZOLEZZI ALBERTO 
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 26/06/2014

Elenco dei co-firmatari dell’atto

Nominativo co-firmatario

Gruppo

Data firma

FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE

26/06/2014

DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE

26/06/2014

SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE

26/06/2014

DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE

26/06/2014

MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE

26/06/2014

TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE

26/06/2014

 

Destinatari

Ministero destinatario:

<!–[if !supportLists]–>·         <!–[endif]–>MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 26/06/2014

Stato iter:

IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05304

presentato da

ZOLEZZI Alberto

testo di

Giovedì 26 giugno 2014, seduta n. 253

  ZOLEZZIFRUSONEDAGASEGONIDE ROSA,MICILLO e TERZONI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
l’impianto della Società A.R.I.A. S.r.l. (Acea Risorse e Impianti per l’Ambiente) sito in San Vittore del Lazio (FR) è un impianto di coincenerimento, ai sensi del decreto legislativo n. 133 del 2005, e non cogenerativo, costituito da 3 Linee di incenerimento per smaltimento rifiuti ciascuna delle quali ha una potenza termica installata superiore a 50 MWt (una di essa, la Linea 1, è ferma per lavori di ristrutturazione);
la Relazione tecnica relativa alle Attività di vigilanza, controllo e monitoraggio (Previsto ai sensi dall’articolo 29-deciescomma 3 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e smi) redatta dall’ARPA LAZIO, Sezione Provinciale di Frosinone, Direzione Sezione (Prot. n. 0065094 dell’8 agosto 2013), all’esito dell’attività di controllo relativa alla gestione dell’impianto per l’anno 2012, ha evidenziato rilevanti criticità. In particolare, nelle conclusioni della relazione (pagina 22), che di seguito si riportano per inciso, emergono numerose violazioni delle prescrizioni di cui al Decreto Commissariale n. 72/2007 «Autorizzazione Integrata Ambientale ex legge 59/05» e s.m.i. nonché della normativa vigente in base alla quale l’impianto è in esercizio:
Si evidenzia che le attività di controllo e vigilanza effettuate dalla scrivente sezione Provinciale di Arpa Lazio, Premesso e ritenuto pregiudiziale quanto già evidenziato nella nota Arpa Lazio prot. n. 25142 del 28 marzo 2013, hanno rilevato numerose violazioni delle prescrizioni di cui al Decreto Commissariale n.72/2007 e smi nonché della normativa vigente, evidenziate puntualmente in questa Relazione e riportate nell’elenco sottostante: Società EALL srl (dal 1osettembre 2011 fusa per incorporazione in ARIA srl) nell’anno 2011 ha classificato il rifiuto CER 190111* con CER 190112 in assenza di analisi esaustive atte ad escludere la presenza del rifiuto di sostanze pericolose in concentrazioni superiori a quelle di cui all’articolo 2 della Decisione Europea 2001/118/CE e smi e di conseguenza ha gestito lo stesso senza rispettare le condizioni e le disposizioni a cui sarebbe stato soggetto se il suddetto rifiuto invece fosse stato classificato correttamente come pericoloso con CER 190111;
società ARIA srl:
a) Non ha effettuato la caratterizzazione del CDR in ingresso all’impianto con le frequenze prescritte dal Decreto Commissariale n. 72 del 2007 e 2 del 2008;
b) ha classificato il rifiuto denominato «acque di buffer tank» con CER 160304 in assenza di analisi esaustive atte ad escludere la presenza nel rifiuto di sostanze pericolose in concentrazioni superiori a quelle all’articolo 2 della Decisione Europea 2001/118/CE e smi e di conseguenza ha gestito lo stesso senza rispettare le condizioni e le disposizioni a cui sarebbe stato soggetto se il suddetto rifiuto invece fosse stato classificato correttamente come pericoloso con CER 160303*. Si ritiene inoltre errata l’attribuzione del codice CER 160303* «rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose» /160304 «rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 160303]» al rifiuto di cui sopra, costituito dalle acque provenienti da «acque piovane dell’area tecnologica (l’area tecnologica ha una rete di raccolte acque piovane a parte rispetto alle acque di prima pioggia) (…). Si ritiene più appropriata l’attribuzione del codice CER 190106] «rifiuti liquidi acquosi prodotti dal trattamento dei fumi e di altri liquidi acquosi»;
c) ha classificato il rifiuto denominato «acque di prima pioggia linea 2+3» con CER 160304 in assenza di analisi esaustive atte ad escludere la presenza nel rifiuto di sostanze pericolose in concentrazioni superiori a quelle all’articolo della Decisione Europea 2001/118/CE e smi e di conseguenza ha gestito lo stesso senza rispettare le condizioni e le disposizioni a cui sarebbe stato soggetto se il suddetto rifiuto invece fosse stato classificato correttamente come pericoloso con CER 160303*;
d) ha classificato il rifiuto CER 190813* con CER 190814 in assenza di analisi esaustive atte ad escludere la presenza nel rifiuto di sostanze pericolose in concentrazioni superiori a quelle di cui all’articolo 2 della Decisione Europea 2001/118/CE e smi e di conseguenza ha gestito lo stesso senza rispettare le condizioni e le disposizioni a cui sarebbe stato soggetto se il suddetto rifiuto invece fosse stato classificato correttamente come pericoloso con CER 190813*;
e) ha violato le prescrizioni iii e ooo nel Decreto Commissariale n. 72/2007, in quanto è stata riscontrata l’assenza dell’identificazione delle aree destinate allo stoccaggio dei rifiuti e dei punti di prelievo (quali scarichi e piezometri) prevista;
f) non ha rispettato tutto quanto previsto nel Decreto Commissariale n. 72/2007 e smi relativamente al comparto emissioni in atmosfera in quanto dall’esame dei rapporti di prova (…) relativi alla linea 2 e (…) relativi alla linea 3 non risulta essere stato determinato il parametro Zinco come invece previsto nell’atto Autorizzativo e inoltre la Società effettua la determinazione dei parametri Diossine e Furani mensilmente ma su campioni prelevati in continuo nell’arco di quindici giorni e non su un campione prelevato in continuo nel lungo periodo stabilito in un mese («campionamento continuo mensile»), come prescritto;
g) è stata riscontrata sul punto di emissione della linea II una concentrazione del Parametro mercurio pari a 6 mg/Nm3, pari a 120 volte superiore al limite di legge di 0.05 mg/Nm3;
a tale Relazione tecnica fa seguito una lettera del Dipartimento di Caserta dell’ARPA Campania (del 14 gennaio 2014 Prot. n. 0001971/2014) indirizzato al direttore generale per l’ambiente e l’ecosistema della legione Campania, in cui l’Arpa stessa ritiene necessaria – nell’ottica della prevenzione ambientale e della tutela della salute pubblica, vista l’ubicazione al confine con la regione Campania dell’impianto di San Vittore (con particolare riguardo ai comuni di San Pietro Infine, Rocca d’Evandro e Mignano Montelungo) – la convocazione degli enti istituzionali deputati al rilascio delle prescritte autorizzazioni ambientali, nonché l’indizione di un tavolo tecnicoad hoc per conoscere i provvedimenti adottati dalla stessa regione Lazio a seguito del report della relazione tecnica dell’ARPA Lazio;
in virtù delle predette criticità segnalate dall’Arpa Lazio, il dipartimento di Caserta dell’Arpa Campania, Direzione generale, ha, inoltre, ritenuto opportuno provvedere ad effettuare un monitoraggio sul territorio di Rocca d’Evandro, con prelievo di top soil e di acque sotterranee, in aree agricole di possibile ricaduta degli inquinanti emessi dall’impianto di San Vittore del Lazio, il cui esito non è conosciuto;
della questione è stata investita anche la Commissione europea a seguito di una interrogazione parlamentare della deputata Europea Sonia Alfano, depositata in data 24 Aprile 2014, nella quale viene chiesto se la Commissione europea sia a conoscenza della situazione degli inceneritori di San Vittore del Lazio. In risposta a tale quesito il Commissario Europeo Janez Potočnik, il 13 giugno 2014, dichiara di non essere al corrente della situazione dell’inceneritore e che chiederà alle autorità italiane le informazioni necessarie a valutare se l’impianto di cui trattasi sia conforme ai requisiti stabiliti dalla legislazione UE e, in particolare, dalla direttiva 2010/75/UE;
si aggiunga che, da quanto riportato nell’interrogazione a risposta scritta 4-11106 del 2 marzo 2011 (in corso), depositata dall’onorevole Ermete Realacci, risulta che presso l’inceneritore di San Vittore del Lazio sia stato rinvenuto materiale radioattivo proveniente dall’impianto di Colfelice, così come affermato dall’ARPA LAZIO – sezione Frosinone 
�� nella nota n. 0025546 del 9 aprile 2010 indirizzata all’assessore all’ambiente della provincia di Frosinone. Al fine di verificare la presenza di materiale radioattivo conferito all’impianto di Colfelice, la regione Lazio, con determinazione dirigenziale n. C1628 del 15 luglio 2010 ha autorizzato la SAF spa a dotarsi di un contatore geiger. Il materiale radioattivo all’interno dell’impianto rappresenta un ulteriore pericolo per la salute dei cittadini, ai quali non potrà mai essere assicurata la completa neutralizzazione delle sostanze contaminanti –:
se il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, alla luce delle numerose criticità riportate in premessa, dopo attenta valutazione del potenziale rischio di danno ambientale e di gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini, non ritenga che sia opportuno, disporre verifiche e controlli da parte del personale appartenente al Comando carabinieri tutela ambiente (C.C.T.A.), ai sensi dell’articolo 197, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sullo stato di inquinamento di tutte le matrici ambientali presenti in loco. (4-05304)

(ALL.n.2)

    IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Antonio Marfella

AMBIENTE & VELENI

Terra dei Fuochi, ma dove sono finite le ceneri di Acerra?

di Antonio Marfella | 29 dicembre 2016

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Più informazioni su: AcerraCampaniaRifiutiTerra dei Fuochi

Antonio Marfella

Medico per l’ambiente, Napoli

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L’incenerimento dei rifiuti, oltre alle emissioni tossiche gassose, produce residui solidi. Questi ultimi si differenziano in:

, costituite dal residuo non combustibile dei rifiuti,a) Scorie o ceneri pesantiresidui metallici e non metallici e da materiale organico incombusto, rappresentano la frazione più rilevante degli scarti prodotti dal processo di incenerimento (da 200 a 300 kg per ogni tonnellata di rifiuto, in funzione della composizione dello stesso). Sono rifiuti speciali non pericolosi;

b) Ceneri leggere o volanti, che derivano dai trattamenti di depurazione dei reflui gassosi e ceneri di caldaia, costituite dai sali di metalli condensati sulle pareti della caldaia di recupero energia; sono prodotte in quantità variabili tra 30 e 60 kg per tonnellata di rifiuto, sono rifiuti pericolosi e vengono generalmente smaltite in discarica (fonte Arpa Piemonte).

Tutti gli inceneritori al mondo producono a loro volta rifiuti (ceneri pericolose e non pericolose), da smaltire dopo l’incenerimento. Il report sui rifiuti urbaniIspra 2016 è il documento ufficiale con il quale il governo italiano certifica attraverso tale organo tecnico del Ministero dell’Ambiente, l’andamento della gestione dei rifiuti urbani. Tale report certifica quest’anno che i nove inceneritori riuniti in Acerra sono diventati per quantità di incenerimento il più grande impianto di Italia con 714mila tonnellate di rsu inceneriti nel 2015.

In base a quanto noto dalla scienza quindi, sono attese in uscita dai nove inceneritori riuniti in Acerra non meno di 150mila tonnellate l’anno di ceneri pesanti e non meno di 22mila tonnellate l’anno di ceneri leggere per un totale complessivo non inferiore alle 172mila tonnellate l’anno di sole ceneri da smaltire. Tale quantità attesa di ceneri, per dare una idea, è superiore alla quantità di rifiuto urbano incenerita dall’80% di tutti gli inceneritori di rifiuti urbani di Italia e necessita comunque a valle di impianti specifici di trattamento per rifiuti speciali che la Campania non ha.

Per smaltirle (in modo non tracciato e quindi non certo) si dice genericamente che vanno in impianti fuori regione per una cifra che, nei bilanci precedenti dei nove inceneritori riuniti in Acerra, e per non più di 130mila tonnellate di ceneri da smaltire, era ufficialmente una cifra superiore ai diciotto milioni di euro l’anno. Per smaltire via mare, compreso anche il trattamento ceneri, 200mila tonnellate di rifiuto Napoli ne ha spesi al massimo 20.

Ero curioso di conoscere la quantità di ceneri raggiunta dall’ormai più grande impianto insalubre di I classe di Italia e non nego il mio totale sbigottimento quando ho dovuto strabuzzare gli occhi nel rilevare che la quantità di ceneri prodotte ad Acerra non era superiore a 36mila tonnellate/anno di sole ceneri leggere pari al 5% del totale incenerito.

Una dichiarazione da premio Nobel: Acerra è il primo inceneritore al mondo che non produce ceneri. O da denunzia immediata alla Procura della Repubblica, per nove impianti insalubri riuniti in un unico comune in una Regione che non ha, e a quanto pare non vuole avere, impianti per smaltire correttamente i rifiuti speciali come le ceneri. Tertium non datur, a mio parere.

Tali impianti per smaltire le ceneri la regione Campania li vorrebbe pure fare, ma sempre e solo ad Acerra, magari affidandole a ditte trasparenti e affidabili come la Ditta Pellini (che ne ha fatto ufficiale richiesta) giàcondannata anche in secondo grado per smaltimento illecito di rifiuti tossici e specificamente ceneri provenienti dalle fonderie del Bergamasco (processo Carosello).

Ricordiamo che grazie al report Ispra oggi sappiamo che la Campania, con i nove inceneritori riuniti in Acerra, smaltisce oltre il 28% di tutti i propri rifiuti urbani tramite incenerimento rispetto a non più del 18.9% nazionale, con un incenerito pro/capite anno di circa 122 kg/cittadino/anno rispetto ai non più dei 90 di tutti gli altri cittadini di Italia.

Si dà però il caso che, di fatto, i nove inceneritori riuniti in Acerra incombano solo sui circa 60mila abitanti del Comune di Acerra, con un incenerito procapite anno reale che sale quindi a 11.9 tonnellate/anno, con una produzione di ceneri locali che dovrebbe essere stimata non inferiore a 3 tonnellate l’anno. L’organo ufficiale dello Stato Italiano certifica oggi che Acerra produce non più di 36mila tonnellate l’anno di ceneri!

E Acerra riceve quale compensazione per tanto grave danno ambientale non più di 5 euro a tonnellata rispetto ai dieci in media pagati da tutti gli altri inceneritori di Italia ai comuni danneggiati. Anche oggi si morirà di cancro in eccesso ad Acerra, e l’unica voce dissonante, il Vescovo Antonio Di Donna, urla nel deserto quando invoca, per i propri concittadini martiri, un minore massacro ambientale, almeno con maggiore trasparenza gestionale ed una minore quantità di incenerimento.

“Dio ricicla, il Diavolo brucia” (Monsignor Giovanni Rinaldi, Acerra). Sant’Ignazio nei suoi Esercizi Spirituali scrive che il Diavolo come prima cosa vuole il silenzio: ed ecco quindi, per accontentarlo, che nella tabella ufficiale sugli inceneritori di Italia, le ceneri di Acerra spariscono proprio. Da molto tempo ormai, io ho smesso di credere agli errori in Terra dei Fuochi.

Rifiuti prodotti dagli impianti di incenerimento che hanno trattato rifiuti urbani, anno 2015. Fonte Ispra

(All.3)

 

Dalla Terra dei Fuochi alla Ciociaria. Da Acerra al Frusinate. Ecco dove erano finiti i rifiuti pericolosi ‘scomparsi’ dalla provincia di Napoli: ce li avevamo noi. Ma non lo sapevamo. Ieri, nell’emiciclo di palazzo Montecitorio, si è fatta chiarezza su un mistero che da alcune settimane aleggiava sulla Campania: che fine hanno fatto le ceneri pesanti e leggere, pericolose e non, prodotte dal termovalorizzatore di Acerra nel 2015? Il caso era scoppiato dopo che, lo scorso 29 dicembre, sul Fatto Quotidiano, Antonio Marfella, vicepresidente dell’associazione Medici per l’ambiente di Napoli, aveva posto un problema piuttosto serio: secondo i dati appena pubblicati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) il termovalorizzatore di Acerra ha bruciato nel 2015 quasi 715.000 tonnellate di rifiuti. Da una simile attività si sarebbero prodotte – dati tecnici alla mano – almeno 170.000 tonnellate di ceneri pesanti e leggere. Ma dai dati ufficiali diffusi dall’Ispra risulta che il mega impianto di Acerra (il più grande d’Italia) abbia originato solo 36.000 tonnellate di rifiuti derivanti dall’abbattimento dei fumi. Che fine hanno fatto le centomila tonnellate più di ceneri mancanti? La questione, abbastanza seria, è finita direttamente in un’interrogazione parlamentare promossa dal Movimento 5 Stelle (primo firmatario l’onorevole Salvatore Micillo) a cui, ieri pomeriggio, durante il question time del mercoledì, ha dato risposta direttamente il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che, per prima cosa, ha dovuto ammettere che l’Ispra – guarda caso – ha commesso un errore ed ha omesso di riportare in tabella circa 118.000 tonnellate di ceneri pericolose prodotte dall’impianto napoletano. Ma ha poi rivelato che una parte di quelle ceneri viene trasferito in Ciociaria dove dovrebbero subire il trattamento per essere rese inerti. Una risposta abbastanza evasiva, se si pensa che – proprio avendo rilevato quella svista nei dati ufficiali – gli interroganti avevano chiesto espressamente al Ministro di comunicare quali fossero “gli impianti ove siano conferiti per trattamento e smaltimento finale le ceneri prodotte”. Quello che si è capito dalla risposta del ministro è che circa 17.000 tonnellate l’anno di ceneri leggere, catalogate secondo le direttive europee come rifiuti pericolosi, sono state spedite da qualche parte in Ciociaria. Si tratterebbe, essenzialmente, delle ceneri generate dall’abbattimento dei fumi che – secondo quanto spiega l’Arpa-Piemonte (richiamata sia nell’interrogazione che nell’articolo del Fatto) – “vengono generalmente smaltite in discarica”. Questo accade perché in Campania non ci sono impianti idonei a trattare questo tipo di ceneri che vengono quindi portate fuori regione e gestite – come ha chiarito nella sua risposta lo stesso ministro Galletti – secondo le regole offerte dal «libero mercato nel rispetto dei principi di economicità e sostenibilità ambientale». Insomma, questi rifiuti pericolosi (rifiuti prodotti dallo smaltimento di rifiuti!) diventano oggetto di un nuovo business che fa gola a chi li riceve. A spiegarlo è lo stesso dottor Marfella che nel suo pezzo di denuncia aveva sottolineato: «Per smaltirle (in modo non tracciato e quindi non certo) si dice genericamente che vanno in impianti fuori regione per una cifra che, nei bilanci precedenti dei nove inceneritori riuniti in Acerra, e per non più di 130mila tonnellate di ceneri da smaltire, era ufficialmente superiore ai diciotto milioni di euro l’anno». Certo, in Ciociaria arriva circa un decimo (dati del 2015) di tali rifiuti pericolosi, ma fanno pur sempre un bel business.

Cesidio Vano
cvano@laprovinciaquotidiano.c.

(All.4)

16 ore fa · YouTube ·  

 

 

 

Micillo (M5S) sulle ceneri dell’inceneritore di Acerra

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