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La solidarietà dell’Associazione Caponnetto ad Ignazio Cutrò. Il calvario dei Testimoni di Giustizia continua.Stato ingrato.

Revocate le misure di protezione previste per i testimoni di giustizia all’imprenditore antiracket di Bivona Ignazio Cutrò. A darne notizia è stato il figlio Giuseppe Cutrò con una lettera su Facebook in cui ha spiegato che il padre, dopo aver letto la comunicazione ricevuta dal Viminale, ha avvertito un malore e si è reso necessario il ricovero in ospedale.
Ecco il post di Giuseppe Cutro: “Ecco l’ennesimo ringraziamento da parte della burocrazia per Ignazio Cutrò. E bene, il Ministero dell’Interno ha stabilito che la mafia ha già dimenticato, Ignazio Cutrò e la sua famiglia non rischiano più ritorsioni per le sue dichiarazioni, semmai rischia per l’attività antiracket che negli anni ha condotto, quindi non necessita più rinnovare le speciali misure di protezione per Testimoni di Giustizia. Oggi 17 ottobre 2016 è questa la notizia ricevuta da Ignazio Cutrò, pochi minuti prima di cadere a terra privo di sensi per un malore. Accusato di aver ingiustamente puntato il dito su quelle Istituzioni che potevano fare e non hanno fatto, una persona di peso Ignazio Cutrò, perché rimanendo nella sua terra d’origine e mantenendo la propria identità ha potuto a differenza di altri Testimoni di Giustizia, lottare, divulgare ciò che accadeva e tutte le situazioni spiacevoli che si potevano incontrare nel proprio cammino, attirando talvolta l’attenzione dei media, nemici per chi non compie bene il suo lavoro. Mio padre ha fatto delle sue idee e della sua parola uno strumento di tramite, un megafono per chi sottostava al silenzio da anni. Ha costituito quella famosa Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, non ben vista da qualcuno ed hanno prodotto tanti frutti, come la legge che ne prevede l’assunzione nei pubblici uffici.