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Quando si parla di traffici illeciti di sostanze nocive e chissà di quante altre cose,comprese le pale eoliche probabilmente riconducibili a Mattia Messina Denaro ,compare sempre il nome della città di Gaeta.Anche per quanto riguarda il caso di Ilaria Alpi e del suo operatore ritroviamo Gaeta,la Scifco,i servizi e ancora Gaeta.I pentiti hanno parlato di Gaeta.Non riusciamo ancora a comprendere cosa si nasconda “dietro” questa città e quale ruolo hanno giocato e giochino tutte queste vicende e queste realtà nella vita sociale,economica e politica del sud pontino.Intanto ci sconcerta il fatto che benché Carmine Schiavone abbia fornito i numeri delle targhe dei camion che avrebbero trasportato i rifiuti nocivi da e per il porto di Gaeta nessuno si sia preoccupato di chiamare i camionisti ed i proprietari dei camion per chiedere loro dove hanno portato i rifiuti e per conto di chi.Noi abbiamo fatto delle ricerche ed abbiamo individuato che alcuni di quei proprietari di camion sono di Itri,di Gaeta ,del sud pontino e del Molise.Come mai nessuno ha chiamato quei camionisti? Cosa si é trattato negli incontri in una villa di Gaeta fra uomini dei Servizi,dello Stato cioé e camorra ? E’ vero che nella stessa villa di Gaeta é stato portato,oltre a Facchi,anche Michele Zagaria ? Ma cosa c’é a Gaeta,oltre la camorra ???????’?????????????????????????????????……………………………………………

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Rifiuti e servizi segreti: tutti gli intrecci dell’emergenza in Campania
Giulio Facchi racconta a Fanpage come i servizi segreti si occuparono della gestione del commissariato straordinario all’emergenza rifiuti in Campania. Dalle audizioni dei vertici dei servizi, passando per le intimidazioni agli amministratori fino alle dichiarazioni dei pentiti, la storia dell’intreccio tra apparati di sicurezza, Stato e camorra è lunga almeno tre decenni.
CRONACAITALIAREPORTAGE 14 LUGLIO 2016  18:37 di Redazione
a cura di Gaia Bozza e Antonio Musella
Quale fu il ruolo dei servizi segreti nella gestione dell’emergenza rifiuti in Campania? Alle telecamere di Fanpage Giulio Facchi racconta alcuni retroscena di uno dei punti più oscuri della vicenda. L’ex sub-commissario di Antonio Bassolino fino al 2004 racconta diversi incontri con gli 007 italiani per discutere di come gestire la drammatica emergenza rifiuti campana e la gestione degli impianti in gran parte nelle mani della camorra. Uno di questi incontri avvenne a Gaeta: Facchi fu prelevato da una stazione di servizio a Teano in provincia di Caserta e venne portato a Gaeta, in un villino dove avvenne una riunione con gli 007 italiani. L’ex sub-commissario di Bassolino racconta anche di un incontro che organizzò tra l’ex governatore, l’eurodeputato del Partito Democratico Massimo Paolucci e i servizi. L’ex sub-commissario si dice certo che, dopo l’uscita di scena di Bassolino da commissario straordinario, ci fu “una trattativa tra lo Stato e la camorra con la partecipazione dei servizi segreti per la gestione dell’emergenza rifiuti in Campania”. Il racconto di Facchi, che è in attesa della sentenza del processo Resit in cui è accusato di disastro ambientale, è confermato da diverse ammissioni, anche da parte dei vertici dell’intelligence italiana, che negli ultimi anni, in maniera parziale, hanno ammesso l’attività dei servizi segreti nella gestione dell’emergenza rifiuti in Campania. Un quadro, quello che emerge dal lavoro di Fanpage, che prova a fare luce su una fase storica del paese ancora avvolta nelle trame e nei segreti.
Le ammissioni: gli 007 infiltrati nel 2003 e nel 2007
Le dichiarazioni rilasciate a Fanpage da Giulio Facchi trovano conferma in alcuni documenti della commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti. Il 12 luglio del 2011, l’allora capo dell’AISI – il servizio segreto interno – Giorgio Piccirillo fu ascoltato dalla commissione d’inchiesta guidata in quegli anni dall’onorevole Gaetano Pecorella. Piccirillo riferisce cosa avvenne tra il 2003 e il 2004, anni che riguardano il periodo preso in esame da Giulio Facchi alle nostre telecamere. Nel 2003 l’ex capo dei servizi Mario Mori – racconta Piccirillo – su richiesta del presidente della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti Paolo Russo, avviò un sistema di infiltrazione di agenti dei servizi segreti all’interno della struttura del commissariato straordinario all’emergenza rifiuti in Campania. Il compito degli agenti dei servizi era quello di analizzare il livello di penetrazione della camorra all’interno del commissariato straordinario. L’attività, racconta Piccirillo alla commissione, venne interrotta nel 2004, è l’anno in cui Antonio Bassolino lascia la guida del commissariato straordinario che passerà al prefetto Corrado Catenacci. In quella attività di infiltrazione gli agenti dei servizi segreti entrano in contatto anche con Facchi, che racconta alle nostre telecamere di un lungo colloquio a Gaeta e di altri incontri. Facchi aggiunge che con l’avvento di Catenacci i servizi segreti piazzarono un funzionario all’interno della struttura commissariale, una sorta di collegamento diretto tra commissariato straordinario e servizi segreti. Per Piccirillo però l’attività di intelligence termina nel 2004 e non è chiaro a chi fu presentata la relazione conclusiva del lavoro. I vertici dell’ex SISDE infatti non riferirono cosa scoprirono in due anni di missione all’interno del commissariato di governo. Nel 2007, sempre secondo il racconto di Giorgio Piccirillo, ci fu una nuova attività di infiltrazione dei servizi segreti all’interno del commissariato straordinario. Quell’attività di intelligence fu richiesta direttamente da Alessandro Pansa, all’epoca Prefetto di Napoli e commissario straordinario, che divenne poi prima capo della Polizia e poi capo dei servizi segreti. Pansa chiese il supporto di una “penetrazione informativa” per sostenere i processi decisionali del commissariato straordinario. Poco tempo dopo, all’inizio del 2008, al vertice del commissariato ai rifiuti campani arrivò Gianni De Gennaro che vi rimase per qualche mese prima di andare proprio alla guida dei servizi segreti.
Le intimidazioni a Ganapini e il colloquio con De Gennaro
Nel maggio del 2008 Gianni De Gennaro viene nominato capo del DIS – Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza – a febbraio dello stesso anno, in piena emergenza rifiuti, Antonio Bassolino aveva nominato Walter Ganapini assessore all’ambiente. Fu proprio Ganapini a raccontare in un colloquio privato con alcuni attivisti delle associazioni ambientaliste il rapporto tra servizi segreti e istituzioni locali nella gestione dell’emergenza rifiuti. Quel colloquio fu registrato ed è finito successivamente su WikiLeaks, il portale che ha reso pubblici migliaia di file riservati di diversi paesi. Ganapini raccontò di quando scoprì a Parco Saurino, in provincia di Caserta, una discarica attrezzata completamente vuota che sarebbe stata capace di accogliere tutti i rifiuti dell’emergenza campana. “Un giorno ho negoziato con il capo dei servizi segreti – racconta l’assessore – mi disse per due volte “hai capito che si è esposta la Presidenza della Repubblica?”. La discarica di Parco Saurino non fu mai utilizzata e Ganapini subì almeno due atti intimidatori molto gravi. Il primo nel giugno di quell’anno quando la sua auto fu speronata in autostrada nei pressi di Modena, la polizia catalogò l’evento come un normale incidente, ma Ganapini nella registrazione diffusa da WikiLeaks lo classifica come un atto intimidatorio. Il secondo episodio invece riguarda un’aggressione subita dall’ex assessore in piazza del Gesù a Napoli quando fu aggredito di notte da quattro persone a bordo di due moto con il volto coperto da caschi integrali. “Gli avvertimenti li ho ricevuti – confessa Ganapini – perché ho visto qualcosa che non dovevo vedere”.
Tutto cominciò con la cena a “La Lanterna”
Ma le confessioni sul ruolo dei servizi segreti nella gestione dell’emergenza rifiuti in Campania sono emerse nelle dichiarazioni di diversi pentiti di camorra che già a fine anni novanta rivelarono ai magistrati la presenza di uomini dei servizi segreti nei momenti in cui si dovevano decidere questioni importanti in merito al businness dei rifiuti. Il pentito Nunzio Perrella raccontò della cena al ristorante “La Lanterna” di Villaricca, in provincia di Napoli, in cui c’erano Cipriano Chianese, l’inventore del businness dei rifiuti e coimputato di Facchi nel processo Resit, Gaetano Cerci (anch’egli imputato nel processo Resit) luogotenente del boss Francesco Bidognetti, uomini dei servizi segreti e della P2 di Licio Gelli. In quella cena si pianificarono gli affari da costruire sull’emergenza rifiuti. Il pentito Giuseppe Valente invece, nell’ambito del processo Eco 4 che vede imputati tra gli altri l’ex sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, definì Cipriano Chianese un uomo legato ai servizi segreti. Sin dalla nascita del sodalizio criminale che ha visto camorristi, imprenditori e politici fare affari sulla gestione dei rifiuti, i servizi segreti hanno occupato uno dei posti al tavolo delle decisioni.
Tofalo (Movimento 5 Stelle): Facchi venga a riferire al Copasir
‪”#‎Rifiuti‬, ‪#‎Camorra‬, ‪#‎Campania‬ e ‪#‎ServiziSegreti‬? Alle telecamere di Fanpage.it Giulio Facchi racconta del ruolo di uomini appartenenti ai Servizi Segreti Italiani nella gestione dell’emergenza rifiuti. Chiederò che venga a riferire al ‪#‎Copasir‬ per far luce su questa terribile vicenda!”. Poche ore dopo la pubblicazione del servizio di Fanpage sulle dichiarazioni di Giulio Facchi, dalla sua pagina Facebook interviene Angelo Tofalo, capogruppo per il M5S al Copasir, che non usa mezzi termini e annuncia che chiederà all’ex sub-commissario di riferire al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica maggiori dettagli sulla ancora oscura vicenda dell’emergenza rifiuti in Campania e sulle ancora segrete trame che avvolgono la gestione di un periodo critico per la Campania che è durato oltre quindici anni e del quale il territorio porta ancora vistose cicatrici.
Vincenzo Viglione: “Dichiarazioni Facchi vero e proprio macigno”
“Un vero e proprio macigno, le dichiarazioni dell’ex sub commissario Facchi che arrivano a squarciare un velo pesante calato per troppi anni sulle denunce dei cittadini campani e sulle gravissime responsabilità di pezzi dello Stato che hanno contribuito a un disastro costato fiumi di denaro pubblico e molte vite umane”, ha dichiarato Vincenzo Viglione, consigliere regionale M5S. Che ha aggiunto: “Alla giustizia il compito di colpire con forza i responsabili e soprattutto coloro che per lunghi anni ai sono nascosti dietro il fondo alibi della camorra”.