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CAMORRA DI MADDALONI. Per decenni il bar “Gazebo” dei giardinetti ha pagato il pizzo

LA CAMORRA DI MADDALONI. Per decenni il bar “Gazebo” dei giardinetti ha pagato il pizzo. Il clan ha anche incendiato un camion del titolare del locale Spalliero

In calce all’articolo lo stralcio dell’ordinanza in cui, messo alle strette, l’imprenditore ammette di aver pagato il pizzo senza però fare un solo nome degli estorsori

MADDALONI – E’ una delle estorsioni storiche dei clan maddalonesi, che dimostra, secondo gli inquirenti, ma anche secondo la logica di ciò che si legge, il fatto che la camorra di Maddaloni, nonostante le decine e decine di arresti, non ha fatto mai mancare una linea di continuità nelle proprie attività criminali.

Prima c’erano Antonio Farina, Martino. Quando questi sono stati arrestati e si sono anche pentiti, hanno continuato gli altri. Tutti gli altri. Almeno fino all’estate del 2013, data in cui l’imprenditore Domenico Spalliero, proprietario del noto bar “Gazebo” nella zona dei giardinetti, quello, per intenderci, che si trova di fronte al bar Del Monaco, ha raccontato ai Carabinieri che lo interrogavano le modalità delle estorsioni.

In un primo tempo ha negato di averle subite, poi le ha ammesse, dopo che gli inquirenti gli hanno mostrato le confessioni dei pentiti e anche le intercettazioni. Ma non ha mai voluto fare i nomi e i cognomi di coloro a cui, materialmente, ha consegnato le tre rate annuali, da 1000 euro l’una, stabilite dal clan come provento derivato dall’attività estorsiva a carico del suo bar.

Spalliero racconta anche che quando alla fine degli anni ’90 lui e il fratello si rifiutarono di pagare l’estorsione, gli fu incendiato il camion. Spalliero ha mantenuto la titolarità della licenza del tabacchi interno al bar “Gazebo”, mentre le altre attività dell’esercizio commerciale le ha date in gestione a Luigi Biancardi.

Nonostante questo, ha continuato a versare lui le rate del pizzo agli uomini del clan. Interessante la conversazione intercettata nell’auto con cui Pasquale Nuzzo, il figlio Domenico e Giuseppe Ciardiello si dirigono verso il bar “Gazebo” per riscuotere la tangente. A un certo punto, si accorgono che è già passato a ritirarla Michele Lombardi che, a quanto pare, è un neopentito da un paio di mesi a questa parte.

Una circostanza che irrita non poco Nuzzo, il quale parla apertamente di un’invasione di campo, dell’incursione, da parte di Lombardi, in un locale la cui estorsione sarebbe stata di loro competenza.

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PUBBLICATO IL: 28 maggio 2016 ALLE ORE 19:29

fonte:www.casertace.net