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Minacce di morte dal Parco Verde-le dichiarazioni dell’avvocato Pisani-cs, incredibile! Questa non é solo criminalità ,ma BARBARIE !!!!!!

comunicato stampa

Minacce di morte all’avvocato Pisani da chi non vuole che si parli di orchi del Parco Verde. Il legale: nella città in cui si arriva a preparare il tritolo contro il procuratore capo o si sparano fuochi per la morte del pm Bisceglia, non ci lasceremo intimidire, andremo avanti per difendere i valori e la vita dei piccoli innocenti da questo orrore senza fine

 

Pesanti minacce sono arrivate oggi dal Parco Verde di Caivano all’indirizzo di Angelo Pisani, che con il fratello Sergio è impegnato nelle indagini difensive per ricostruire la verità sulla morte della piccola Fortuna Loffredo e di Antonio Giglio, assistendo i papà dei due bambini e i nonni di Chicca.

 

Ed è stata proprio la famiglia di Mimma Guardato, madre di Fortuna, a denunciare l’esistenza di minacce e a chiedere giustizia.  Alcune persone si erano infatti recate ieri sera a casa di familiari della piccola Fortuna, ai quali avrebbero detto: “Non fate più venire l’avvocato e i giornalisti nel Parco Verde altrimenti fanno la stessa fine di Fortuna”.

In merito a questo grave episodio intimidatorio, che è stato denunciato alle forze dell’ordine, l’avvocato Angelo Pisani ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

 

Le minacce rimbombate oggi dal Parco Verde di Caivano arrivano dopo che le TV nazionali hanno acceso i riflettori, e alla vigilia dell’incidente probatorio nel quale due bambine, che sono riuscite ad infrangere il muro dell’omertà, dovranno confermare dinanzi ai pubblici ministeri le atroci verità su quanto loro accaduto e sul tragico destino di Fortuna. Non è certo un caso che proprio in queste ore, come spesso accade, si cerchi con ogni mezzo di evitare e fermare la verità, e possiamo immaginare quali tentativi potrebbero essere messi in atto, oltre alle pesanti intimidazioni di queste ultime ore, proprio per impedire che si cristallizzino prove e testimonianze.

Fin dal primo momento abbiamo sostenuto che, per quanto già di per sé atroci, le morti di Chicca e di Antonio rappresentavano lo scenario emerso di un contesto ancora più esteso ed orribile, ponendoci l’obiettivo di offrire il massimo della nostra collaborazione alle accurate indagini, con lo scopo primario di sottrarre altri piccoli innocenti allo stesso destino, oltre che per individuare e punire i responsabili di simili scempi.

I riflettori che abbiamo acceso su quell’angolo più buio della provincia di Napoli, anche attraverso la stampa, dovrebbero spegnersi: questo l’obiettivo palese delle minacce, rivolte a noi legali e ai giornalisti, con l’evidente scopo di far inghiottire nuovamente nell’oscurità la catena di abusi e reati che sono stati consumati per anni. Finora si era trattato di intimidazioni velate, anche a carico di qualche operatore sociale che aveva provato a sollevare il velo. Adesso si è deciso evidentemente di alzare il tiro, benché le stesse aggressioni in carcere all’indagato per queste mostruosità e alla sua compagna sembrassero indicare che anche tra i detenuti si manifesta orrore verso crimini come questi. Invece si cerca di sbarrare la strada a tutti coloro che con rigore e coraggio cercano di sottrarre altri piccoli  innocenti a delitti ripugnanti contro l’umanità, lungo un percorso che appare solo all’inizio rispetto alla gravità della situazione.

Ma nella città in cui si stava preparando il tritolo per il nostro procuratore capo Giovanni Colangelo, e nello stesso Parco Verde in cui un anno fa qualcuno aveva stappato lo spumante dopo la notizia della morte di Federico Bisceglia, che proprio su quegli orrori stava indagando, noi non ci fermeremo, noi abbiamo il dovere di andare avanti, così come devono farlo tutte le istituzioni.

Diamo atto alla famiglia di Mimma Guardato, mamma della povera Fortuna,  di aver reso nota l’esistenza di queste minacce,  facendo seguito all’atteggiamento tenuto fin dall’inizio da questa famiglia, con la richiesta di conoscere ad ogni costo la verità sulla morte della loro bambina.

Certo, si respira un clima torbido, qualcuno sta cercando di seminare il terrore. Ma noi andremo avanti ed ogni altra minaccia, come qualsiasi ‘anomalia’ che possa intralciare il nostro percorso e quello degli investigatori, sarà denunciata ai carabinieri. Lo faremo per onorare la memoria di Chicca, il ricordo di Antonio, la testimonianza di vita che ci ha lasciato Federico Bisceglia.

Nulla può fermare il dovere di accertare la verità e di difendere tutti i bambini. 

 

Napoli, 14 maggio 2016   

 

                                    Ufficio stampa studio avvocati Angelo e Sergio Pisani

 

 

 

 

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